30 ottobre 2024 mercoledì 30’ settimana p.a.  B – LUCA 13,22-30 “Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio”.

 

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).

Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”

 

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Pietro Saltarelli… il Vecchio Fariseo commenta…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

 

Dal Vangelo secondo LUCA 13,22-30

+ In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.  Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo di oggi ci narra un episodio avvenuto lungo il cammino di Gesù dalla Galilea verso Gerusalemme, la cui descrizione occupa la terza parte del vangelo di Luca (Lc 9,51 a 19,28).

Più di una volta Luca menziona che Gesù è in cammino verso Gerusalemme.

Durante i dieci capitoli che descrivono il viaggio fino a Gerusalemme (Lc 9,51 a 19,28), Luca, costantemente, ricorda questo fatto (Lc 9,51.53.57; 10,1.38; 11,1; 13,22.33; 14,25; 17,11; 18,31; 18,37; 19,1.11.28).

Ciò che è chiaro e definitivo fin dall’inizio è il destino del viaggio: Gerusalemme, la capitale, dove Gesù patisce e muore (Lc 9,31.51).

Raramente, informa sul percorso e sui luoghi per i quali Gesù passava.

Solo all’inizio del viaggio (Lc 9,51), in mezzo (Lc 17,11) ed alla fine (Lc 18,35; 19,1), sappiamo qualcosa riguardo al luogo per il quale Gesù stava passando.

In questo modo, Luca suggerisce l’insegnamento seguente: l’obiettivo della nostra vita deve essere chiaro, e dobbiamo assumerlo con decisione come fece Gesù.

Una cosa è certa: dobbiamo camminare. Non possiamo fermarci.

Non sempre è chiaro e definito per dove passiamo: ciò che è sicuro è l’obiettivo: Gerusalemme, dove ci aspettano “l’esodo” (Lc 9,31), la passione, la morte e la risurrezione.

C’è poi una domanda sul numero di coloro che si salvano.

Lungo il cammino avviene di tutto: informazioni sui massacri e sui disastri (Lc 13,1-5), parabole (Lc 13,6-9.18-21), discussioni (Lc 13,10-13) e, nel vangelo di oggi, domande da parte della gente “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”

Tutto questo ci ricorda che essere discepoli, oggi, è fatica che richiede carattere e lotta, e tutto ci allontana dal vangelo, tutto annebbia la sua logica, tutto contraddice la sua novità.

Meglio chiudere la fede in un angolo della coscienza, meglio annacquare la fede fino a renderla inconsistente, facendo in modo che Dio si accontenti del tempo che riusciamo a dargli.

Altro che combattere una grande lotta, operare una purificazione interiore, e fare del nostro tempo, che mai come ora ne ha bisogno, del tempo della lotta e del martirio.

La fede non è più dato acquisito nella nostra società, sempre più senza Dio.

E se scegliamo di essere discepoli, questo fatto rischia di farci allontanare dagli altri, di essere derisi e giudicati.

È una porta strettissima, quella attraverso cui il Signore ci chiede di passare.

Difficile per chi propone valori derisi, come l’unità del cuore, e la povertà e l’obbedienza, ma ancor più difficili per chi è chiamato a vivere totalmente immerso nella logica di questo mondo, annunziando un mondo diverso, CHE SIAMO CHIAMATI A COSTRUIRE GIORNO DOPO GIORNO.

Oggi, come avvenne per le prime comunità cristiane sparse nel bacino del mediterraneo siamo chiamati a non scoraggiarci, per far giungere il vangelo alle generazioni che sguiranno…

Mai dobbiamo dimenticare che il Signore Gesù, per aiutarci, suscita in noi quel “fuoco” che è “venuto a portare”, quel fuoco che è il fuoco dell’amore di Dio.

Preso atto di questo, e se ho piena certezza che, sono stato creato per amare, sono invitato a fare un cammino che m’impegna a vivere “secondo verità nella carità”.

Ecco allora che, con queste premesse granitiche, non mi scoraggio e non temo la fatica dell’entrare attraverso quella “porta stretta”, che è il mistero della croce di Gesù.

Ma se non ci appoggiamo su queste certezze granitiche, allora la vita è un fardello troppo pesante per l’uomo d’oggi.

E se non abbiamo amore per Dio e per la costruzione, già qui ed ora, che bisogno c’è che si aggiungano ad appesantire la vita, mettendovi sopra anche le esigenze della Bibbia.

Siamo già soverchiati dai principi generali dell’ordine sociale e della pace, che già implicano troppi doveri e obblighi.

Forse anche per questo i predicatori pronunciano sempre di meno il “…fate dunque opere degne della conversione!” di Giovanni Battista.

E “satana” e “peccato” sono parole di cui si fa volentieri a meno nelle nostre catechesi e nelle nostre omelie.

Invece il Signore Gesù si serve di tutt’altro linguaggio nel predicare, e ci ricorda che LA PORTA DELLA SALVEZZA NON È SPALANCATA.

E ci ricorda, SENZA MEZZI TERMINI, non può essere certo di entrare chi si limita vagamente a fare la volontà di Dio e si accontenta di non praticare l’ingiustizia.

In questo caso, altri prenderanno il suo posto nel regno dei cieli.

La stessa cosa accadrà accadrà a chi, non essendo troppo disponibile all’ascolto, pensa di avere fatto i suoi bravi calcoli -INUTILI- e di essersi ben arrangiato per entrarvi.

Gesù si pone sulla stessa linea dei profeti dell’Antico Testamento, per ricordarci che non dobbiamo dimenticare la santità e il mistero di Dio.

Sarebbe per noi fatale pensare di avere Dio per sempre dalla nostra parte, in virtù del suo innegabile amore per noi, comodo e rassicurante ogni volta che ne abbiamo bisogno.

Nessuno può tralasciare quell’“allontanatevi da me” ripetuto anche nella nuova Alleanza.

Contro tutte le tendenze al concetto della “grazia concessa a buon mercato” e contro tutte le tesi della posizione confortevole del cristiano, la parola di san Paolo rimane un punto di riferimento stabile “…attendete alla vostra salvezza con timore e tremore” (Fil 2,12).

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica…

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!