30 maggio 2024 GIOVEDI’ 8^  SETTIMANA TEMPO P.A – MARCO 10,46-52 “Rabbunì, che io veda di nuovo.”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 10,46-52

+ In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Marco, che ci ha accompagnato nelle domeniche di questo anno, ci fa incontrare oggi il Signore nella sua ultima tappa prima di entrare in Gerusalemme.

Abbiamo visto lungo il cammino il clima nuovo, quasi di festa, che Gesù creava tra la gente delle città e dei villaggi ove passava.

In tanti accorrevano a lui, soprattutto i deboli, i poveri, i lebbrosi, i malati.

Tutti desideravano avvicinarlo, toccarlo, parlargli; volevano da lui pace e felicità per la loro vita.

E Gesù li accoglieva tutti, e, ad un mondo fatto di adulti che amano nascondere la propria debolezza a se stessi e agli altri, Gesù insegna il contrario.

E, in particolare, nel Vangelo di oggi si parla di un mendicante cieco al quale Gesù rende la luce degli occhi e quella dell’anima.

Mentre Gesù, circondato da molta folla, parte da Gerico, vede un povero cieco seduto lungo la strada a mendicare: proprio perché cieco, è tributario della benevolenza altrui.

E questo ci fa realizzare che non è “il giovane ricco” il modello del discepolo, e nemmeno Giacomo e Giovanni che, pur volendo seguire Gesù fino in fondo, non sono disposti a condividere la sua pena.

Marco, molto abilmente, pone a Gerico, che è il punto più basso della terra, ed è il luogo che Gesù raggiunge dopo un lungo percorso dalle sorgenti del Giordano, il vero discepolo: IL MENDICANTE “BARTIMEO (che significa FIGLIO DI TIMEO).

Come tutti i ciechi, anche lui è rivestito di debolezza e non gli restava altro da fare, che mendicare, aggiungendo così alla cecità la dipendenza totale dagli altri.

E come dovrebbe fare ognuno di noi, CHE SIAMO CIECHI TOTALI, mendica senso e felicità.

“Bar” Timeo è uguale a me, uguale a tutti noi… vive nell’oscurità, e come ognuno di noi, sta ai margini della strada.

Sentendo il nome di Gesù, avendo certamente già sentito parlare di lui, della “Buona Novella” e dei miracoli da lui operati, Bartimeo, pieno di fiducia e di speranza, si mette a gridare a gran voce “…Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”.

E, non lasciandosi dissuadere da nessuno, gridava sempre più forte, e sempre con maggiore convinzione.

Quel grido però non piaceva alla folla, tanto che tutti, “sgarbatamente“, sottolinea l’evangelista, cercavano di farlo tacere.

Era un urlo sconveniente, un grido scomposto e comunque esagerato, come spesso accade ai poveri; rischiava inoltre di disturbare anche quel felice incontro tra Gesù e la folla della città.

In tutta la sua presunta ragionevolezza era una logica spietata non solo lo sgridavano, volevano farlo tacere.

Ma, diversamente da noi, Bartimeo ha il coraggio di gridare, di non arrendersi e coglie al volo quella voce di “qualcuno” che gli dice che passa Gesù, il Nazareno.

E, questo “qualcuno” fa ciò che dovrebbe fare la Chiesa: raccontare a tutti i mendicanti della terra, che Gesù continua a passare vicino a loro e in mezzo a noi.

E Bartimeo grida forte la sua pena e il suo dolore anche se, intorno a lui, tutti gli dicono di tacere.

Insiste Bartimeo, e fa bene, perché, vista la sua fede, Gesù invia la stessa folla, che cercava di ostacolare il loro incontro, ad annunciargli: “coraggio, alzati, il Signore ti chiama”.

E Bartimeo guarisce, diventa discepolo e inizia a seguire Gesù sulla via, esattamente come dovremo fare noi.

C’è anche un piccolo, apparentemente insignificante particolare, che è molto bello.

Bartimeo appena sentì che Gesù voleva vederlo, gettò via il mantello e corse verso di lui.

Gettò via quel mantello che da anni lo copriva, era forse l’unico riparo contro il freddo degli inverni e soprattutto dai cuori induriti della folla.

Non aveva più bisogno di quel riparo, perché aveva sentito che il Signore lo chiamava, per cui balzò in piedi e andò di corsa da Gesù.

Correva anche se non vedeva. Ma, in verità, io credo che “vedeva” molto più profondamente di tutta quella folla messa insieme.

Sentì la voce di Gesù e andò verso quella voce, CHE FINALMENTE LO CHIAMAVA PER ACCOGLIERLO.

Una voce completamente diversa dal vuoto, inconcludente, mormorio di quella folla. che voleva farlo tacere.

Quella voce, quella PAROLA, era per lui un punto di riferimento,talmente potente, da permettergli di correre, mentre era ancora cieco, senza dover ricorrere ad alcun sostegno.

E, seguendo quella voce, incontrò il Signore.

COSÌ ACCADE PER CHIUNQUE ASCOLTA LA PAROLA DI DIO E LA METTE IN PRATICA.

L’ascolto della Parola di Dio non conduce verso il vuoto, non porta verso un immaginario psicologico; MA CONDUCE ALL’INCONTRO PERSONALE CON IL SIGNORE.

Così è avvenuto per Bartimeo.

E’ Gesù che inizia a parlare, quasi a prolungare la chiamata che gli aveva fatto.

Il Signore non getta nelle sue mani qualche spicciolo, pur necessario, pur di levarselo di torno e lavare la propria coscienza,  per poi andare via.

Si fa nostro compagno di viaggio il Signore del Tempo e della Storia. E, come ai due sconsolati, viandanti di Emmaus, si ferma, gli parla, mostra interesse per lui e la sua condizione e gli chiede, con quell’infinito amore che viene dal CUORE DI DIO “…che vuoi che io faccia per te?“.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!