“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 13,36-43
+ In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi ci presenta la spiegazione di Gesù a richiesta dei discepoli, della parabola del grano e della zizzania.
Alcuni studiosi pensano che questa spiegazione, che Gesù dà ai discepoli, non sia di Gesù, ma della comunità.
Cerchiamo di capire.
Il destino della zizzania è la fornace, il destino del grano è brillare al sole nel Regno del Padre.
Dietro queste due immagini C’È L’ESPERIENZA DELLE PERSONE.
Dopo che i discepoli hanno ascoltato Gesù e lo hanno accettato nella loro vita, tutto è cambiato per loro.
Ciò vuol dire che in Gesù è avvenuto ciò che speravano: IL COMPIMENTO DELLE PROMESSE.
Ora la vita si divide IN PRIMA e DOPO AVER ACCETTATO GESÙ NELLA PROPRIA VITA.
- La nuova vita è iniziata con lo splendore del sole.
- Se avessero continuato a vivere come prima, sarebbero come la zizzania nella fornace, vita senza senso che a nulla serve.
Le immagini spiegate da Gesù, ci invitano ad applicare l’allegoria, AL CAMMINO DI VITA CRISTIANA:
- il seminatore è il figlio dell’uomo
- e il campo è il mondo (tanto globale, quanto personale).
Dal campo, l’apertura dell’insegnamento è verso la salvezza finale e il compimento della nostra storia.
Poiché il giudizio appartiene solo a Dio, questo tempo è il tempo della pazienza (v. 30) e della perseveranza (Mt 24,13).
Nel cuore dell’uomo e nella comunità convivono grano buono e zizzania, ma il fuoco purificatore è del Signore (Gl 2,3; Am 1).
È il fuoco che purifica l’oro della fede (1Pt 1,7) e della carità (Ap 3,18).
Abbiamo un tesoro in vasi di creta (2Cor 4,7) e l’oro che portiamo, spesso misto alle scorie, è purificato da Gesù, che trasforma la vita con la GRAZIA (1Cor 15,10).
La pazienza necessaria al tempo dell’attesa e “del non-ancora”, non può farci dimenticare neppure per un istante che tutto va verso un inevitabile giudizio che discrimina il grano buono dall’erba destinata a bruciare.
Ci è sottratta la voglia di impadronirci del giudizio di Dio per farlo accadere anzitempo (sottraendo la zizzania), ma non ci è sottratta quella coscienza umile e vigilante che dobbiamo possedere e che ci deve far capire, che è importante essere il grano buono voluto da Dio.
Tutti noi sperimentiamo come, nella nostra vita, nella Chiesa, il buon grano seminato a piene mani dal seminatore che è Dio, cresce fianco a fianco con la zizzania…
L’umana tentazione è quella di fare come gli zelanti servi della parabola: strappare tutto e fare un bel fuoco.
Ma il padrone ci ammonisce, facendoci capire che, così facendo, corriamo il rischio di perdere il buon grano, nel tentativo di strappare l’erba malvagia.
E ci fa comprendere, di conseguenza, che è meglio aspettare.
Fratelli e Sorelle, c’è un messaggio in questa parabola che dobbiamo aver chiaro: esiste una parte oscura della realtà, anch’essa creata, non contrapposta a Dio, che è luce e bontà, come principio autonomo.
Questa realtà oscura lavora, alacremente e incessantemente, per intorbidire le acque e per allontanarci dal bene, dalla luce, seminando zizzania, nella nostra vita, a piene mani.
Mi piace mettere in evidenza, perché lo trovo stupendo che, nei vangeli, il maligno è chiamato “l’avversario”, OVVERO COLUI CHE SI PUÒ A VINCERE, CON LA GRAZIA DI DIO.
Nulla a che vedere con l’eroe decadente che LA NOSTRA MODERNITÀ FILMOGRAFICA ha creato, facendolo diventare quasi un modello drammatico che suscita simpatia.
Ma noi, figli di Dio, siamo chiamati a lasciar perdere quella genìa di film “SUPERNATURAL”, che mischiano angeli e demòni, rendendoli persino accattivanti.
Se viviamo una vita, INSCRITTA SOTTO IL SEGNO DELLA TRINITA’ SANTISSIMA, affidata al Signore, con semplicità e Fede, allora comprendiamo subito che abbiamo in casa chi ci difende e ci protegge.
Certamente esiste il maligno e agisce, MA NOI CONFIDIAMO IN COLUI CHE HA SCONFITTO L’AVVERSARIO.
E da ultimo, ma non per ordine di importanza, certamente, un altro elemento determinante per la nostra vita.
Anche in un Vangelo difficile e con toni apocalittici, come quello odierno, possiamo scorgere quelle caratteristiche DELLA MISERICORDIA DI DIO.
È UNA MISERICORDIA APERTA A TUTTI: il campo non è la chiesa, MA TUTTO IL MONDO; la Parola è per tutti e noi siamo chiamati ad aprire le porte.
Si tratta di una “misericordia che sa accogliere” e che ci invita sempre a vedere il positivo: I FIGLI SONO IL SEME BUONO; NOI, FIGLI DI DIO, ABBIAMO DENTRO GERMI DI BENE, POSSIBILITÀ DI BELLEZZA CHE DIO NON SI STANCA DI SCOPRIRE, ANCHE QUANDO NOI STESSI CE NE DIMENTICHIAMO.
E abbiamo quella capacità, che Dio ci ha donato, che ci permette di scorgere il bene anche in tutti i nostri fratelli.
E non è una misericordia a buon mercato, perché il nostro Dio non dimentica le lacrime di chi soffre, le iniquità subite e si prenderà cura di consolare le ferite degli uomini.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!