30 giugno 2024 Domenica 13’ P.A.  B – Mc 5,21-43 “Fanciulla, io ti dico: Àlzati!”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo Mc 5,21-43

+ In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il nostro è un secolo ostile alla vita in quanto giudicata priva di ogni valore, aborto, eutanasia sono gli eventi più eclatanti, perché si è cercato di pensare la vita escludendo Dio.

Ma se noi escludiamo dalla vita Dio, CI RESTA SOLAMENTE LA MORTE E LA SOFFERENZA DELLA MALATTIA.

L’uomo è il solo responsabile della situazione angosciosa in cui versa a causa dei sui continui atti di ribellione a Dio, che hanno permesso l’ingresso della morte e della sofferenza nel mondo.

Dio, come afferma nel Libro della Sapienza (Sap.1,13–15; 2,23–24), vuole solo che l’uomo viva ed è per questo che il suo Figlio ha dato la vita.

Ragion per cui il Signore viene in soccorso dei suoi fedeli e li salva tutte le volte che, con cuore sincero, lo invocano.

La salvezza che ci viene dal perdono dei peccati non è un a situazione provvisoria ma stabile ( la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita.).

Il Vangelo odierno ci presenta Cristo dinanzi al dolore, dinanzi alla morte, ma anche il suo atteggiamento di lotta per liberarci da entrambi.

Una donna che da dodici anni, per via delle sue perdite ematiche, è impura di fronte alla Legge; una ragazza di dodici anni impedita da una malattia mortale a diventar donna.

È il grande racconto che occupa il capitolo 5, dato dalla fusione di due episodi, talmente antica, da essere patrimonio di tutti e tre i sinottici.

Vuol dire che già gli Apostoli, quando hanno cominciato a predicare il vangelo raccontando quello che ha fatto Gesù, hanno messo insieme i due episodi.

Forse perché sono successi davvero, in contemporanea, o forse perché sono collegati dal particolare dei 12 anni.

Si tratta della rianimazione della figlia di un capo della sinagoga di nome Giaìro e la guarigione di una donna che soffriva di emorragia.

La bambina aveva 12 anni e la donna era malata da 12 anni.

MA, IN ENTRAMBI LE SITUAZIONI, CONSIDERATI I TEMPI, NON C’ERA MOTIVO DI OCCUPARSI DI LORO.

Gesù, invece, è di parere contrario, si occupa di loro perché sofferenti, senza andare a chiedere di chi è la colpa, ma scorgendo nei loro cuori la fede umile di chi invoca.

E questi due miracoli, la guarigione dell’emorroissa e la resurrezione della figlia di Giairo, stanno lì ad indicarci che i miracoli sono il frutto della fede e argomento per credere in Dio.

Sono due miracoli; uno nell’altro, nei quali domina la scena la persona di Gesù, in mezzo alla folla, di fronte alla donna che gli si accosta nascondendosi, o accanto alla pena infinita di Giàiro per la morte della figlia.

Gesù è attento, premuroso, nelle parole come nel silenzio imposto.

Tutto di lui stupisce, non solo il segno prodigioso compiuto lasciando sfiorare il proprio mantello o toccando la mano della fanciulla morta.

La donna e Giàiro si gettano entrambi ai suoi piedi, con dolore e fiducia.

Il messaggio che i due miracoli ci consegnano, è complementare e parla di due donne:

  • una all’inizio della sua vita,
  • l’altra al termine di lunghe sofferenze che la sfiniscono.

Ma, né l’una né l’altra possono più essere salvate dagli uomini, di dice il testo odierno.

Ma entrambe saranno salvate dalla forza che emana da Gesù e dalla Fede:

  • per la donna la propria fede,
  • per la bambina la fede di suo padre.

comprendiamo quindi che i nostri due miracoli non sono semplici gesti di misericordia, ma che nascondono una rivelazione: ESSENDO GIUNTO IL TEMPO, L’UMANITÀ PECCATRICE (GEN.3,12) È LIBERATA DAI SUOI MALI.

Gli uomini non possono fare nulla per lei, e lo riconoscono (v.35), ma per Dio nulla è impossibile (Lc.1,37).

Gesù non chiede che due cose “Non temere, continua solo ad aver fede” (v.36).

E una piccola riflessione vorrei farla SULLO SGUARDO DEL SIGNORE.

È tipico di Marco raccontare lo sguardo circolare di Gesù. Fateci caso, in Marco Gesù guarda spesso in giro, attorno, con uno sguardo che passa in rassegna le persone.

Nel momento in cui il maestro chiede chi lo ha toccato si è creato un vuoto intorno a Gesù.

Lui, in quell’attimo di silenzio, SI GUARDA INTORNO, SCRUTA UNA PER UNA QUELLE PERSONE, cercando CHI LO AVEVA TOCCATO CON FEDE.

La donna, però, non aspetta di essere identificata e, sebbene impaurita e tremante, sapendo quello che le è accaduto perché ha sentito nel suo corpo che era stata guarita da quel male, si fa avanti, gli si getta ai piedi e gli dice tutta la verità.

E CI TESTIMONIA CHE LA FEDE SUPERA LA PAURA

Perché ha paura, questa poveretta? Perché ha violato la legge della purità!

Nonostante si sia sentita guarita, e quindi dovrebbe essere contenta perché finalmente ha trovato il medico che, senza farle niente, l’ha guarita, in realtà ha paura perché ha violato LA LEGGE, e per questo potrebbe essere punita severamente.

Trova invece il coraggio di dire tutta la verità e GESÙ NON LA RIMPROVERA AFFATTO, ANZI, LA CHIAMA “FIGLIA”.

Anche Giairo aveva parlato di sua figlia e aveva chiesto al maestro che intervenisse a salvargli la figlia E GESÙ, LUNGO LA STRADA, SALVA UNA FIGLIA.

Giairo, capo della sinagoga, si interessa della sua bambina di 12 anni e Gesù si interessa di un’altra sua figlia che da 12 anni soffre ed è emarginata.

Và…la tua fede ti ha salvata! La tua fede, la tua fiducia in me, ha reso possibile la salvezza.

Implicitamente c’è il superamento della legge. Ma il Signore vuole dirci che non è la legge che salva, MA LA POTENZA DI DIO CHE ESCE DALLA SUA DIVINA PERSONA.

Guardate che questo discorso è tipo tipico solo di Marco: c’è una potenza che esce dalla divina persona di Gesù.

E, se crediamo in Gesù, basta anche solo l’orlo del mantello, a comunicarci questa potenza salvifica.

Racconta Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica (terminata di scrivere nel 324), racconta di una statua del Salvatore in bronzo voluta in segno di gratitudine dalla donna emorroissa guarita da Gesù, collocata davanti alla sua casa nella città di Paneas o Cesarea di Filippo e vista personalmente dall’autore stesso:

  • “Su un alto masso davanti alla porta di casa, già abitazione dell’emorroissa, si erge una statua di bronzo di una donna che piega il ginocchio, con le mani protese nell’atteggiamento di persona che implora; dirimpetto ad essa, si erge un’altra immagine della medesima materia riproducente un uomo in piedi, che splendidamente avvolto in un manto, tende la mano alla donna… Si dice che tale statua raffigura Gesù. È rimasta fino ai nostri giorni; l’abbiamo veduta con i nostri occhi, nel nostro soggiorno in quella città” (Eusebio, Storia Ecclesiastica VII, 18).

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!