“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo GIOVANNI 14,27-31
+ In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». Parola del Signore
Mediti…AMO
In Gv 14,27, comincia l’addio di Gesù, ed alla fine del capitolo 14, il Signore taglia corto dicendo “…alzatevi, andiamo via di qui!” (Gv 14,31).
Ma invece di uscire dalla sala, Gesù continua a parlare per altri tre capitoli: 15, 16 e 17.
E, se noi leggiamo questi tre capitoli, balza immediatamente all’occhio, all’inizio del capitolo 18, questa frase “…detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cedron, dove c’era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli” (Gv 18,1).
E, nel capitolo 18,1 del quarto Evangelo, c’è la continuazione di Gv 14,31.
È meraviglioso questo Evangelo, costruito sapientemente come un bell’edificio, pietra su pietra, mattone su mattone.
Quà e là, ci sono segni di rimaneggiamento, ma in qualche modo, tutti i testi, tutti i mattoni che fanno parte dell’edificio, SONO PAROLA DI DIO PER NOI.
E, in questo testo, Gesù ci parla della PACE vera, che viene da Dio.
La Pace che Gesù comunica è ciò che nell’AT si chiama “Shalom”.
E’ l’organizzazione completa di tutta la vita attorno ai valori della giustizia, della fraternità e dell’uguaglianza.
Ma troppo spesso abbiamo un’idea approssimativa della pace: come assenza di conflitto, principalmente, ma anche come raggiungimento di un benessere economico e mentale che raramente la vita offre.
I vecchi come me, hanno vissuto gli entusiasmanti anni della fine della guerra fredda, del crollo del muro di Berlino, e speravano finalmente fosse giunta una nuova lunga era di pace, proprio perché avevamo vissuto sulla pelle due terribili conflitti mondiali e una guerra nel sud-est asiatico.
In questo senso, noi cristiani abbiamo a lungo pregato per chiedere la fine dei conflitti nel mondo, piccoli e grandi, famosi e silenti.
Purtoppo l’uomo è cattivo e non imparerà mai!
Ecco perché il Signore Gesù parla di una pace che non viene dal mondo.
Una pace che non si basa su quella mediazione e su quel compromesso, CHE SIAMO TANTO BRAVI A PRATICARE, ma che è frutto di una pacificazione interiore, che nasce, per GRAZIA e per la POTENZA DELLO SPIRITO SANTO, NELL’ANIMA.
Fratelli e Sorelle, ogni giorno, durante la Santa Messa, ascoltiamo queste parole rivolte dal sacerdote direttamente alla Seconda Persona della Santissima Trinità, che in quel momento è presente nell’Ostia consacrata:
“Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli «…Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa”.
Queste parole, che ci sono tanto familiari, possono aiutarci ad approfondire il senso di ciò che il Signore vuole trasmettere ai suoi Apostoli e ANCHE A NOI.
Gesù ci vuole aiutare a capire che la FEDE è una profonda fonte di pace e vuole.
E CI VUOL FAR CAPIRE, UNA VOLTA PER TUTTE, CHE LA FEDE NON È PENSARE CHE TUTTO FINIRÀ BENE: infatti, continuando la leggere il Quarto Evangelo, vediamo che, poche ore dopo, il Signore sarà caricato del legno della Croce ed inchiodato DA OGNUNO DI NOI, su di esso.
Quello che Gesù ci chiede, è di confidare il Lui che è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9).
MA, CREDERE NELLA LUCE SIGNIFICA RENDERSI CONTO CHE ESISTE ANCHE L’OSCURITÀ.
PER QUESTO, LA FEDE NON È UN OTTIMISMO DOLCIASTRO: VUOLDIRE PRENDERE SUL SERIO LE CONSEGUENZE DELLA CROCE DEL SIGNORE E NON PERDERE DI VISTA CHE PROPRIO LÌ È LA RISPOSTA A TUTTE LE NOSTRE DOMANDE E PERPLESSITÀ, E CHE PROBABILMENTE, IN UN PARTICOLARE MOMENTO DELLA NOSTRA VITA, POTREMO ESSERE CHIAMATI ANCHE NOI A SALIRE SU DI ESSA.
Fratelli e Sorelle il mondo finalmente vedrà la PACE VERA, quando saremo tutti disposti in coscienza a perdonare, quando la nostra bontà sarà tale da far cadere le armi dalle mani di chi le impugna.
Però, mai dobbiamo dimenticare che la pace è sempre un dono di Dio da invocare (Gv 14,27-31)
In un mondo che purtroppo vede in lontananza i bagliori e i timori di una “terza guerra mondiale”, come discepoli di Gesù siamo chiamati a riaffermare il valore di una pace che non proviene dall’uso delle armi, ma dal “disarmo” interiore, quello del cuore, l’unico che può veramente portare alla riconciliazione e al vero progresso dei popoli.
E, per far questo bisogna combattere, “caricando il nostro cuore” con le armi giuste, le più potenti che esistono e che Dio ci dona, affinchè il nostro cuore diventi un “arsenale per la pace.”
E vorrei chiudere parlandovi della foto che ho messo sul testo.
Questo dipinto allegorico di Corrado Giaquinto raffigura la Giustizia e la Pace.
Il mecenate del pittore, il re spagnolo Ferdinando IV della Casa di Borbone, che si attribuiva il merito di aver portato la pace nel suo regno e di governarlo con giustizia, commissionò l’opera per comunicare che era un sovrano giusto e amante della pace.
Vediamo nel dipinto due donne, Giustizia e Pace, che si abbracciano.
La Giustizia manifesta la sua grande autorità con una corona e uno scettro ed è ispirata dallo Spirito Santo sotto forma di colomba bianca.
Altri simboli alludono alla Giustizia. Alla sua destra si vede uno struzzo: le sue piume simmetriche significano equità.
Una spada giace a terra sotto i suoi piedi, riferendosi alla separazione del bene dal male, un atto ulteriormente evocato dalla bilancia accanto alla spada.
La figura della Pace è vestita di rosa e tiene in mano un ramo d’ulivo.
Ai suoi piedi ha un corno dell’abbondanza, che mostra cosa può accadere a un Paese quando c’è la pace.
Questo senso di abbondanza è ulteriormente evidenziato dal cherubino che porta un fresco mazzo di grano raccolto.
Il leone e l’agnello simboleggiano la forza e la mitezza e fanno riferimento alla caratterizzazione di Cristo come Leone vincente della tribù di Giuda e Agnello di Dio.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!