30.11.2023 – GIOVEDI’ SANT’ANDREA APOSTOLO – MATTEO 4,18-22 “Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 4,18-22
+ In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore
Mediti…AMO
Oggi celebriamo la festa dell’Apostolo Andrea, fratello di Simon Pietro e amico di Giovanni e di Giacomo, che è è il Protocletòs, infatti a lui spetta il titolo di ‘”Primo chiamato“’, e in oriente tale aspetto viene grandemente valorizzato in ambito ecclesiologico, ed è punto imprescindibile di una corretta lettura ecumenica.
Leggendo il testo evangelico ci rendiamo conto che, la chiamata del Signore, avviene nella quotidianità, nel lavoro usuale.
E, risulta significativo e commovente il fatto che, nel Vangelo di Giovanni, sia perfino annotata l’ora («le quattro del pomeriggio») del suo primo incontro e primo appuntamento con Gesù.
Fu poi Andrea a comunicare al fratello Pietro la scoperta del Messia e a condurlo in fretta da Lui.
La sua presenza è sottolineata in modo particolare nell’episodio della moltiplicazione dei pani.
Sappiamo inoltre che, proprio ad Andrea, si rivolsero dei greci che volevano conoscere Gesù, ed egli li condusse al Divino Maestro.
Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pescatore Andrea, nato a Bethsaida di Galilea, fratello di Simon Pietro.
Il Vangelo di Giovanni (cap. 1) ce lo mostra con un amico mentre segue la predicazione del Battista; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: “Ecco l’agnello di Dio!“.
Parole che immediatamente spingono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fratello: “Abbiamo trovato il Messia!”.
Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale “fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa””.
Questa è la presentazione, a cui segue la chiamata.
I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini” (Matteo 4,18-20).
La vocazione è sempre una proposta personale, diretta ad andargli vicino e seguirlo.
A volte non è subito chiaro il cammino da intraprendere. Un cammino, però, che sempre si innesta nella vita ordinaria, nei gesti di ogni giorno, ma con un cambio di prospettiva:
- Essere pescatori, per Pietro e Andrea, significava prendere i pesci e ucciderli.
- Divenire “pescatori di uomini” vuol dire, per loro e per noi che siamo discepoli del Risorto, pescare i fratelli e farli vivere nel Signore, nel suo Vangelo.
Troviamo poi Andrea nel gruppetto – con Pietro, Giacomo e Giovanni – che sul monte degli Ulivi, “in disparte”, interroga Gesù sui segni degli ultimi tempi: e la risposta è nota come il “discorso escatologico” del Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo “con grande potenza e gloria” (Marco 13).
Infine, il nome di Andrea compare nel primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione.
E poi la Scrittura non dice altro di lui, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici.
Uno di questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo.
E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: “Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen”.
Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale.
Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso, luogo in cui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre.
Ma veniamo al Vangelo, che ci narra come Andrea ha ascoltato LA PAROLA DI DIO che gli era rivolta: “”Seguitemi, vi farò pescatori di uomini. Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono“.
E questa adesione pronta che ha permesso agli Apostoli di diffondere la parola, la “buona notizia” della salvezza.
La fede viene dall’ascolto e ciò che si ascolta è la parola di Cristo, che anche oggi la Chiesa diffonde fino alle estremità della terra.
Siamo dunque sollecitati ad ascoltare la parola, ad accoglierla nel cuore. Essa è un rimedio salutare, e una parola esigente, ed è questo il motivo per cui facilmente vorremmo chiudere le orecchie a Dio che ci parla: perchè sappiamo bene che se la ascoltiamo con il cuore confidente, ci saranno delle conseguenze.
Dobbiamo pensare che la parola di Dio è davvero un rimedio, che se qualche volta ci fa soffrire è per il nostro bene, per prepararci a ricevere i doni del Signore.
Ma la parola non è solo un rimedio, è un cibo, il cibo indispensabile per l’anima.
E detto nei profeti che Dio metterà nel mondo una fame, non fame di pane, ma di ascoltare la sua parola.
E di questa fame che abbiamo bisogno, perché ci fa continuamente cercare e accogliere la parola di Dio, sapendo che essa ci deve nutrire per tutta la vita.
Niente nella vita può avere consistenza, niente può veramente soddisfarci se non è nutrito, penetrato, illuminato, guidato dalla parola del Signore.
Nello stesso tempo LA PAROLA DI DIO È UNA ESIGENZA. Infatti Gesù ne parla come di seme che deve crescere e diffondersi dappertutto, perchè è da questa PAROLA che giunge la fecondità di ogni apostolato.
SE SI DICONO PAROLE UMANE, NON È IL CASO DI CONSIDERARSI APOSTOLI, MA SE ABBIAMO ACCOLTO IN NOI LA PAROLA DI DIO, ESSA CI SPINGE A PROCLAMARLA, A DIFFONDERLA DAPPERTUTTO, AFFINCHE’ GLI UOMINI ENTRINO IN COMUNICAZIONE CON DIO.
DA SAN GIOVANNI SAPPIAMO CHE NON È FACILE ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO, CHE NON È OPERA UMANA.
Fratelli e Sorelle, è altresì interessante notare, anzitutto, che la chiamata avviene non nel Tempio o in qualche luogo religioso e sacro, ma si svolge nella ferialità di un lavoro quotidiano molto umile: essi infatti erano intenti a gettare le reti in mare.
E l’Evangelista sottolinea infatti che erano pescatori.
ED È ANCORA PIÙ INTERESSANTE È CONSIDERARE IL FATTO CHE LA CHIAMATA DEL MAESTRO NON STRAVOLGE PER NULLA LE LORO ATTITUDINI ‘PROFESSIONALI’, MA LE PORTA AD UN PIANO DI PERFEZIONE SUPERIORE: QUEI PESCATORI DA ALLORA IN POI DIVENTERANNO “PESCATORI DI UOMINI”.
Gesù, nella chiamata dei suoi primi discepoli, si rivolge a loro sul piano concreto della loro umanità!
Solo così infatti essi potevano essere in grado di capire qualcosa del linguaggio del divino Maestro che li chiamava ad una vocazione misteriosa.
Essi erano dei modesti lavoratori, talvolta anche considerati come impuri e di dubbia reputazione.
Eppure proprio a loro Gesù affida una vocazione straordinaria: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».
Il Signore proponeva loro, nell’unico linguaggio umano concreto che potevano intendere, una nuova prospettiva di vita, non più dedita alla pesca quotidiana, con le reti usuali, BENSÌ UNA NUOVA ESISTENZA IMMERSA IN UN ALTRO MARE, QUELLO DELLA STORIA DELLA SALVEZZA, PROTESI ORMAI A “PESCARE” GLI UOMINI E A SALVARLI DALLE ACQUE TURBOLENTI DEL MONDO.
Così, per i quattro pescatori iniziava un nuovo tempo, una nuova storia, una nuova vita in compagnia, non più con i pesci, ma con Gesù e con gli uomini del loro tempo.
Inoltre, è importante sottolineare che, prima di conoscere Gesù, Andrea aveva lasciato Betsaida, la sua città, ed era entrato a far parte del gruppo di coloro che seguivano Giovanni Battista, un profeta che predicava la conversione con parole di fuoco.
Questa scelta svela che il cuore di Andrea era abitato dal desiderio di Dio. non un desiderio vago ma una sete così ardente che lo spinge a muoversi e gli dona il coraggio di iniziare un’esperienza radicalmente nuova.
È quello che emerge chiaramente anche nel brano di Matteo.
La chiamata di Gesù, che pure si presenta nella sua forma più radicale, non incontra alcuna resistenza: “Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono”.
Quando Dio passa nella nostra vita non dobbiamo farlo attendere. Se è Lui a chiamare, sarà Lui a renderci capaci di rispondere ai suoi progetti.
E questa chiamata dei discepoli è il primo passo del ministero pubblico del Signore, che, senza di loro, non può iniziare la sua missione.
Gesù ha bisogno di uomini che condividano la sua missione. Per questo la missione comincia con la chiamata dei discepoli e si conclude con il mandato missionario: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19).
Questo piccolo gruppo è icona della Chiesa che in ogni tempo testimonia l’amore misericordioso di Dio e accende la luce della speranza.
Per spiegare quello che è avvenuto nella notte di Natale, la notte della sua conversione, SANTA TERESA DI LISIEUX ricorda la chiamata di Gesù e conclude: “fece di me un pescatore di uomini”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!