30.10.2023 – LUNEDI’ XXX SETTIMANA P.A  A – LUCA 13,10-17 “…ipocriti…”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 13,10-17

+ In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli, dunque, venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

  • “Stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato” (13,10).

Inizia così il racconto evangelico di oggi, in un sabato qualunque, in una predica come tante altre.

Una predica che la gente ascolta con attenzione, MA NON SI ATTENDE NULLA PERCHÉ SA CHE LA LEGGE STABILISCE CHE IL SABATO È IL GIORNO DEL SIGNORE E NON SI PUÒ FARE NULLA SE NON PREGARE.

Ma accade una cosa “…C’era là una donna… era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta” (13,11).

La gente probabilmente era abituata a vedere questa donna, la guardava con compassione e con rassegnazione.

Probabilmente era un’assidua frequentatrice della Sinagoga.

Gesù è lì, MA NESSUNO GLI CHIEDE D’INTERVENIRE E NEPPURE LA DONNA OSA E NON SOLO PERCHÉ È SABATO, MA PROBABILMENTE E SOPRATTUTTO PERCHÉ HA PERSO LA SPERANZA E NON CREDE CHE DIO POSSA ACCORGERSI DI LEI.

Che tristezza, Fratelli e Sorelle.

Ella non possiede più la speranza!

Ma Gesù è il Signore non solo del sabato, ma dell’esistenza dell’uomo.

EGLI È IL SIGNORE DELLA VITA E DELLA MORTE, IL SIGNORE DELLA STORIA AL QUALE NULLA SFUGGE E NESSUNO È SCARTATO.

E, mentre tutti sono assorti dai propri pensieri Gesù irrompe in quel silenzio assurdo e poco fecondo, con la sua Parola di vita.

Si rivolge alla donna e le chiede di avvicinarsi, premessa indispensabile per donarle la guarigione: “Donna sei liberata dalla tua malattia e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio” (13,12).

È sempre Gesù a prendere l’iniziativa, è lui che ci cerca per offrirci la salvezza, ma a noi spetta l’arduo compito di accettarla.

Ma fate attenzione. Se la donna avesse detto a Gesù “oggi è sabato e non posso avvicinarmi a te, non posso accettare il tuo dono”, non sarebbe guarita.

Perché, noi sappiamo bene che “Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”, aveva sentenziato il Santo Vescovo Ipponense, AGOSTINO.

Grazie al nostro LIBERO ARBITRIO, ciascuno di noi conserva la possibilità (meglio: la triste sventura) di rifiutare l’amore di Dio e ribellarsi a lui, di respingerlo, forse implicitamente, con il comportamento o addirittura di esclamare come gli indemoniati che Gesù incontra al capitolo 19 di Luca “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi” (Lc 19, 14). Siamo liberi perché Dio ci ama!

Fratelli e Sorelle, nel suo infinito Amore, Dio ci dona la LEGGE come indicazione utile per raggiungere la felicità.

Il suo intento non era quello di far sì che LA LEGGE diventasse un continuo, assurdo, ripetersi di inenarrabili sacrifici, affinché possiamo essere salvati

LA LEGGE ci viene donata a garanzia della nostra libertà, per la crescita, per l’armonia.

Ma, nel nostro cuore traviato e malvagio, facciamo presto a stravolgerla ed a farla diventare un’aberrante PESO che alla fine, non solo ci soffoca, MA NEANCHE CI È PIU’ UTILE PER RAGGIUNGERE IL SUO SCOPO.

L’aberrazione era data persino dal numero dei passi che si era autorizzati a fare, al fatto che, se un animale fosse caduto nel pozzo, si era autorizzati a sfamarlo per salvarlo solo il giorno seguente

E questo PESO, la Scrittura ce lo mostra evidente in questa povera donna INFERMA, da ben 18 ANNI.

E NOI VEDIAMO CHE È CURVA, QUESTA POVERA DONNA, CHE CHIEDE AIUTO AL SIGNORE.

CERTAMENTE SARÀ CURVA PER UNA QUALCHE GRAVE FORMA DI MALATTIA ALLA SCHIENA.

MA ANCHE CURVA SOTTO IL PESO DI QUELLO CHE, CHI LE STA ATTORNO, LE IMPONE.

Nell’ebraismo, una donna dev’essere sottomessa ed obbediente al maschio di casa.

Al padre, prima, al marito, poi.

Purtroppo, questa era una consuetudine millenaria, presente in tutte le culture, non solo quella di Israele.

E questa donna è curva, NON HA DIGNITÀ, NON HA LA POSSIBILITÀ DI ALZARSI, DI PRENDERE IN MANO IL PROPRIO DESTINO, LA PROPRIA DIGNITÀ.

È CURVA, ACCASCIATA SOTTO IL SENSO DEL DOVERE CHE LE HANNO INSEGNATO, MALVAGIAMENTE, ANCHE CITANDO APPOSITI BRANI, TRATTI DALLA SCRITTURA.

Il Signore reagisce molto severamente, alle provocazioni del capo della sinagoga.

A partire dalla realtà quotidiana dove non si condannava la cura degli animali domestici, Gesù fa notare come sia ben più doveroso soccorrere una “figlia di Abramo”! (ver.18).

Ma soprattutto, Egli rivendica, il valore e l’OBBLIGO PRIORITARIO, di portare alla liberazione una vita umana.

L’AFFERMAZIONE È DI GRANDE RILIEVO PERCHÉ È IMMAGINE DEL SENSO PROFONDO DELL’AZIONE DIVINA: LA LIBERAZIONE DAL MALE CHE TIENE SCHIAVA L’UMANITÀ.

La Legge è inderogabile, ma qui, prima della Legge, Gesù vede solo una persona che soffre, che ha bisogno di guarigione.

Una persona che chiede di diventare finalmente una persona libera, riconosciuta nella sua identità.

E, senza esitare affatto, il Maestro di Nàzareth, la raddrizza.

Ma facciamo attenzione:

Gesù non dice: “sei guarita”, ma “SEI LIBERA”.

Si trattava infatti di liberare questa donna da un’infermità che da diciotto anni l’affliggeva.

Con grave scandalo per i farisei presenti (ovviamente tutti maschi) che ne fanno una risibile questione teologica.

Ma noi sappiamo bene -Gloria a Dio- che Gesù è lì a far risplendere il senso vero del “sabato” che è quello di dare gloria a Dio, ma – PRIMA- dilatando il cuore dell’uomo, per ricevere gli imperativi della carità.

Le prescrizioni della Legge (quella che riguardava il sabato e altre, oggi) hanno certamente la loro importanza, MA LE PERSONE –FATTE A “IMMAGINE DI DIO”- SONO PIÙ IMPORTANTI DELLE PRESCRIZIONI DELLA LEGGE.

E, pensiamoci bene.

QUELLA DONNA È ICONA DELL’UMANITÀ CHE NON ATTENDE PIÙ NULLA PERCHÉ NON SA COME SPEZZARE LE CATENE DEL MALE.

Quel giorno arriva per lei la liberazione.

E, arriva quando nessuno più ci spera e tutto sembra compromesso.

ARRIVA NEL GIORNO SETTIMO DELLA STORIA, QUELLO DELLA RESURREZIONE DI GESÙ CRISTO DAI MORTI.

Il sabato non è più quello dell’inerzia, ma è, ORMAI, DEO GRATIAS, IL GIORNO SENZA TRAMONTO, il giorno della vita eterna, il giorno della resurrezione: “Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture”, proclamiamo nel Credo.

FRATELLI E SORELLE, IL TERZO GIORNO ARRIVA QUANDO DIO VISITA LA NOSTRA VITA, QUANDO IL SIGNORE RISORTO ENTRA NELLA NOSTRA CASA, QUANDO LA SUA PAROLA RISUONA CON LA POTENZA CREATRICE DI DIO.

Questa storia, ferita e redenta, cammina -COMUNQUE- verso la Pasqua eterna: “E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine”.

È questa certezza che ci fa restare saldi anche nelle vicende più drammatiche, anche in questo tempo dove le

Madre Teresa di Calcutta, ha detto:

“Un pensiero e una preghiera per tutte quelle donne che non ricevono neanche un semplice sorriso.

Un pensiero e una preghiera per quelle maltrattate anche tra le mura domestiche, che nel silenzio vivono il loro dramma.

Un pensiero e una preghiera per quelle bambine che sono mutilate, violentate, uccise.

Un pensiero e una preghiera per le donne di paesi dove in nome di leggi e consuetudini sono private della loro dignità e libertà.

Un pensiero, una preghiera e un grazie sincero a tutte quelle donne che non vivono la vita solo per sé stesse, ma sono “esempio” in famiglia, a lavoro, nella società”.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!