«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 23,27-32
+ In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri». Parola del Signore
Mediti…AMO
Questi due ultimi ‘Guai a voi...’ che Gesù pronunciò contro i dottori della legge ed i farisei del suo tempo, riprendono e rafforzano lo stesso tema dei due ‘Guai a voi...’ del vangelo di ieri.
Gesù non tollera l’ipocrisia, e critica la mancanza di coerenza tra la parola e la pratica, tra ciò che è interiore e ciò che è esteriore, continuando così la sua requisitoria -senza barriere- con la quale vuole impietosamente svelare le storture religiose dei devoti suoi contemporanei.
La radice profonda dell’ipocrisia è la ricerca di sé, il fare tutto per sé, non per gli altri o per Dio: è l’egoismo, l’esatto contrario dell’amore (cfr 1Cor 13,1-7).
Il sesto “guai” paragona gli scribi e i farisei a sepolcri imbiancati.
Per farvi comprendere adeguatamente l’immagine del paragone, che il Signore usa, occorre riandare alle usanze giudaiche relative alla sepoltura.
Il defunto, avvolto in un lenzuolo, veniva deposto in una tomba costituita da una grotta o da una roccia scavata.
Dopo circa un anno, le sue ossa venivano raccolte in un contenitore e definitivamente sepolte in campi o grotte, chiamati “case delle ossa”.
Questi luoghi di sepoltura erano dipinti con calce perché si potessero facilmente riconoscere.
La tinta era rinnovata ogni anno, dopo il tempo delle piogge.
E questo modo di procedere aveva la sua ragione: SI VOLEVA EVITARE CHE QUALCUNO SI AVVICINASSE ALLE TOMBE E CONTRAESSE LA CONTAMINAZIONE PREVISTA DALLA LEGGE.
Qui si parla di queste “case delle ossa”.
Quindi, come nel caso dei sepolcri, il colore bianco è solo una tinta che nasconde penosamente le ossa dei morti, così la giustizia degli scribi e dei farisei è soltanto esteriore.
Dicendo che il loro interno è pieno di ipocrisia e di iniquità si torna a far uso di VOCABOLI PARTICOLARMENTE CARI AL VANGELO DI MATTEO, CHE DESIGNANO LA LONTANANZA DA DIO.
E’ possibile anche che il confronto con le tombe imbiancate, accostandosi alle quali ci si può contaminare, intenda suggerire l’idea che nel rapporto con gli scribi e i farisei occorre stare attenti a non contaminarsi.
Il settimo “guai” riguarda la venerazione dei profeti e dei giusti, che gli scribi e i farisei esprimono edificando ad essi sepolcri e monumenti.
Facendo riferimento alla continuità tra padri e figli, questo testo getta uno sguardo d’insieme sulla storia d’Israele.
E, in questo contesto, i farisei, pur essendo dei PRETORIANI DELLA FEDE, e credenti zelanti, rischiano di diventare dei burattini, tutti preoccupati dell’esteriorità a scapito dell’interiorità, dei veri sepolcri imbiancati, belli fuori e marci dentro…
Fatta questa premessa, ecco allora che il Signore chiede al discepolo di essere autentico, anche a costo di apparire troppo diretto.
E la ragione sta nel fatto che le persone che si avvicinano a noi, si accorgono da lontano SE VIVIAMO CIÒ CHE PROFESSIAMO, SE ABBIAMO SPERIMENTATO SULLA NOSTRA PELLE, CIÒ CHE DICIAMO…
Perchè, Fratelli e Sorelle, vi possono essere debolezze che orientano a colorare di cielo, delle MOTIVAZIONI CHE INVECE SONO RIPIEGATE SUL PROPRIO IO FRAGILE.
E vi può essere una consapevole doppiezza, un apparire che persino in nome del bene esalta sé stessi e schiaccia gli altri.
Come vi può essere un’ulteriore condizione, quella di chi per debolezza gioca sulle apparenze per imporsi sugli altri, anche a costo di schiacciarli.
Senza la GRAZIA non possiamo fare nulla, ma ciò non vuol dire che non abbiamo margini di scelta.
Possiamo chiuderci alla GRAZIA o corrisponderle solo in parte, oppure cercare di assecondarla sempre e in tutto, almeno crescendo gradualmente in questa direzione.
Gesù ce lo spiega: solo Dio, sostenendoci con la sua GRAZIA, ci può proporre di passare per una porta stretta, di entrare attraverso la morte, in una oscurità, per risorgere ALLA GIOIA INFINITA DELLA LUCE DEL SUO VOLTO.
E Gesù se la prende contro l’atteggiamento di chi loda i profeti del passato e non riconosce quelli del presente.
Ed è proprio così: quasi sempre la profezia non è accettata e riconosciuta, specialmente dalle autorità che la vivono con insofferenza e di malavoglia.
Ecco allora che le maledizioni contro i farisei raggiungono qui il loro vertice.
Gesù non si limita a denunciare la maschera dell’apparenza né quella lettura riduttiva della Legge che amplifica alcuni precetti e dimentica quelli più importanti.
E la sua accusa non si ferma più a considerare i comportamenti sbagliati, MA RIGUARDA LA PERSONA STESSA.
Paragonandoli a “sepolcri imbiancati” il Nazareno afferma che sono portatori di morte, ovvero, gente da evitare.
Perché si pavoneggiano e si presentano come i testimoni della fede, in realtà “sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume” (23,27).
Fratelli e Sorelle, riflettiamo, queste parole sono un duro monito contro ogni forma di ricercatezza esteriore che serve solo per nascondere il vuoto interiore e la malizia che si annida in noi.
Certamente, mi direte voi…
Dire a qualcuno ‘tu sei come un cimitero che fuori ha dei bellissimi fiori freschi e profumati ma dentro è pieno di cadaveri’, diciamo che non è proprio il massimo della delicatezza.
Ma non si può essere delicati davanti all’ostinazione delle persone a cui si vuol bene.
Non dimentichiamo mai che se Gesù è così duro con questa gente, È SOLO PERCHÉ LA AMA PROFONDAMENTE.
La sua è la parresìa dell’amore, ovvero quella chiarezza di chi sa che soltanto dicendo la nuda e cruda verità magari si può aiutare a svegliare chi naviga in cattive acque.
MA DELLE VOLTE È COSÌ DURA LA SCORZA CHE CI SIAMO COSTRUITI INTORNO CHE NEMMENO DELLE SANE MARTELLATE, RIEMPITE D’AMORE, POSSONO DEMOLIRE LE NOSTRE CHIUSURE.
Ma il nostro Dio E’ FEDELE PER SEMPRE, non si scoraggia mai, per cui GESÙ COMUNQUE CONTINUA A BUSSARE, A BATTERE, A MARTELLARE, NELLA SPERANZA CHE QUALCUNO ALLA FINE CAPISCA CHE UNA VITA VISSUTA CON LA MORTE DENTRO E L’IPOCRISIA FUORI, NON RENDE FELICE NESSUNO.
Ma l’errore più grosso è pensare che Gesù si riferisca a qualcuno accanto a noi.
IN REALTÀ GESÙ STA PARLANDO DI ME E DI TE.
A noi sta rivolgendo queste parole dure. E noi come vogliamo reagire?
Vogliamo anche noi indignarci, come i farisei, oppure, dopo aver fatto un sano esame di coscienza, vogliamo aprire finalmente questa porta e lasciare finalmente far entrare l’aria pulita della risurrezione in Cristo?
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!