… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo LUCA 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore
Mediti…AMO
Dopo averci offerto una sintesi della predicazione di Gesù, Luca ci offre un saggio della sua autorità sulle cose del mondo.
“…Gesù scese a Capernahum…” il cui significato sembra essere “città di Naum“. Naum è il profeta del giorno del giudizio e della salvezza che ne segue. Gesù comincia la sua predicazione nel giorno sacro, in una città profetica e apocalittica.
Gesù che – ci dice Luca – si era appena trasferito da Nazareth (paese in cui era cresciuto) a Cafàrnao (“base” del suo ministero pubblico, perché diventerà il cuore della predicazione e dell’opera di Gesù in Galilea).
Per far ciò, aveva percorso una quarantina di Km in discesa, dalla collina fino ai 212 metri sotto il livello del mare del lago di Tiberiade.
A livello di simbolismo, era stata una sorta di discesa “spirituale”. Come se Gesù piombasse in profondità (attenzione: inferno significa letteralmente “che sta sotto”) per andarsi a riprendere chi è caduto nelle mani di Satana! E così accade.
Perché il demonio si vuol prendere ciò che non è suo, e vuol agire laddove non gli compete. Ma Cristo ristabilisce ogni cosa, nel modo di Dio.
La potenza di Cristo si manifesta proprio all’inizio della sua missione, chiarendo la natura del suo ministero: egli è venuto per manifestare la liberazione dal peccato e la salvezza di Dio.
Siamo all’inaugurazione della sua missione, che il versetto 31 qualifica come ministero di insegnamento, CHE AVVIENE NELLA SINAGOGA.
La sinagoga rappresenta il luogo dei legalismi religiosi, il cuore formato ai precetti di scribi, cuore che possiede il cristiano prima dell’inizio della sua ascesi.
Lo spirito che Cristo trova nella sinagoga è un demone impuro. Che rappresenta l’impurità in generale e specialmente l’impurità di fede, le dottrine nefaste che si accumulano nel cuore dell’uomo.
Il Vangelo è chiaro: la prima liberazione dal demonio deve avvenire “dentro” la comunità.
Come la parola di Gesù guarisce, purifica, così le parole della Chiesa dovrebbero guarire, purificare.
La Chiesa infatti non è chiamata ad annunciare una parola sua, ma quella di Gesù, che ci consegna una parola di vita, una parola cioè che è viva e “vivificante”, perché dà vita.
Annunciare il Vangelo, allora, non significa dimostrare una verità astratta, MA MOSTRARE COME DIO È PRESENTE NELLA STORIA DEGLI UOMINI, LIBERANDOLI DAL MALE.
Lo Spirito Santo ci invita a partire “da dentro”, da quell’impasto meraviglioso di santità e di peccato, di slanci e di fatiche, di eroismi e di mediocrità che sono le nostre comunità, che siamo ciascuno di noi.
Dal “dentro”, PERCHÉ LA PAROLA VIENE A DIRCI LA VERITÀ SULLA NOSTRA FEDE, a smuovere i macigni che impediscono di percorrere le strade della fraternità, a ritrovare i sentieri della speranza, a sbarrare i vicoli senza uscita della superficialità, a non impantanarsi nei tradizionalismi del “si è sempre fatto così”.
La Parola di Dio ci mette in discussione. SIAMO TUTTI INTERPELLATI A LIBERARCI DA QUELLE ESPERIENZE DI FEDE FALSE E VUOTE CHE CI ALLONTANANO DA QUEL DIO BELLISSIMO RIVELATO DA GESÙ.
Basta solo lasciarsi “stupire” dalla parola di Gesù.
E il versetto 32 subito precisa che si tratta di un insegnamento del tutto straordinario rispetto a quello dei maestri d’Israele, perché Gesù “parlava con autorità”.
Il significato di questa autorità è propriamente “la potenza”, nel senso che la sua PAROLA, essendo PAROLA DI DIO, è potente, e cioè opera quello che dice!
Si tratta di quella Parola di Dio che ha accompagnato tutta la storia del suo popolo, e che ora si manifesta in pienezza nella persona di Gesù, che ha in Lui la potenza dello Spirito santo, che lo rende forte contro satana.
I demoni sono coloro che conoscono alla perfezione il Cristo. Qui ne troviamo una conferma. Lo spirito maligno dice a Gesù” Io so chi tu sei: il Santo di Dio“. Il messia è venuto a sconfiggere le potenze del male. E, questo primo miracolo ne è la conferma.
Gesù è chiamato dal demone “Gesù di Nazareth” ma il significato preciso di ciò ci sfugge.
I demoni, che hanno combattuto contro di lui, conoscono la sua identità e lo chiamano “il santo di Dio“.
Dio significa il Padre e al Padre si può associare la fede, come al Figlio la speranza e allo Spirito la carità.
Esiste una rivelazione temporale della Trinità in cui le Persone si sono rivelate una dopo l’altra.
Ma qui le parole “Santo di Dio” sono spiegate e connesse bene perché qui Dio non può significare né il Verbo né lo Spirito né la Trinità, non ancora rivelati; e dunque solo il Padre e dunque la fede. E ciò è coerente con tutto ciò che è stato scritto.
L’insegnamento di Gesù che aveva suscitato l’ira degli abitanti di Nazareth, qui a Cafarnao suscita un’esplosione di entusiasmo.
L’esito, infatti, questa volta, è diametralmente opposto. La folla è stupita dell’insegnamento di Gesù, certo, ma questa volta in maniera positiva.
Non si ferma davanti al fatto che a parlare non sia un rabbino famoso venuto dalla capitale MA UN FALEGNAME DI NAZARETH.
Non si scandalizza dal fatto che chi parla è cresciuto fra i vicoli polverosi della propria città, come invece era accaduto nel suo paese d’origine.
Nessun pregiudizio, nessun limite, ma cuori aperti che sanno ascoltare e sanno stupirsi della novità: un insegnamento mai udito.
E questo insegnamento autorevole suscita la FEDE e caccia i demoni.
Quei demoni che abitano anche il cuore del credente e del devoto, che entra nella sinagoga a pregare, che partecipa alle funzioni… ma solo fisicamente e non con il cuore e la mente rivolta a Dio.
E Gesù stupisce per quello che dice, ma soprattutto per come lo dice, perché ha la capacità di rendere la sua parola credibile ed autorevole ai suoi ascoltatori.
Matteo, al capitolo 7,29, scrive “Egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi“.
Il demonio riconosce che Gesù è il Santo di Dio, perché, dovunque andava, Gesù rimuoveva e distruggeva tutto ciò che era immondo, impuro: il male, il peccato, le infermità, la morte.
Il riconoscere che Gesù è il Santo di Dio, da parte del demonio, è la dichiarazione di una coscienza lucida che sa, ma che non si relaziona col cuore.
Questo conoscere il bene e la verità con la mente, e volere il contrario, questa scissione tra mente e cuore, tra verità e bene, è la stessa rottura che il demonio ha prodotto nell’uomo.
Gli uomini devono essere liberati da questo male che impedisce loro di volere il bene.
“Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno?”. Perché Dio è venuto ad immischiarsi nei nostri affari? La vita dell’uomo, bene o male, trova sempre un suo equilibrio, SPESSO NEL MALE.
Ed ecco che Dio -PER AMORE- si immischia e sconvolge tale equilibrio: fa ciò con autorità, e ne ha il diritto.
Oggi si parla poco del demonio, anche e soprattutto in Chiesa.
Ma la cinematografia impazza e lo rappresenta nelle fiction, come se fosse una specie di drammatico eroe romantico.
Ma è una sua grande vittoria, fratelli e sorelle!
Era l’angelo più bello e più intelligente…e usa la bellezza. E noi siamo ancora legati al suo improbabile ed esilarante aspetto caprino, con tanto di fumo, zolfo, corna e zoccoli.
Non è una caricatura, il Maligno, esiste ed agisce, con astuzia e capacità: confonde il bene con il male, la luce con le tenebre, rende tutto plausibile, innocente, possibile, accattivante, desiderabile.
I demoni si possono nascondere anche in un luogo di culto. Se il culto che viene svolto è pieno di verità e di fervore, escono all’aperto perché i demoni non sopportano le chiese che sono ricolme di cristiani ferventi e puri di cuore.
L’adorazione fatta a Dio con spirito di amore dà enorme fastidio agli spiriti immondi, che non esitano a rivelarsi per disturbare il silenzio della preghiera.
Oggi Gesù entra nella sinagoga e, alla sua presenza ricolma di Spirito Santo, i demoni, che fino allora erano indisturbati da un’assemblea che onorava Dio solo con le labbra, MA NON con il cuore, cominciano a gridare “Gesù di Nazareth, sei venuto qui per rovinarci?”.
I demoni vengono solo smascherati da uomini di fede che, sotto l’azione della Spirito Santo, danno gloria a Dio con la parola e la vita.
Perché la PAROLA DI CRISTO può comandare persino ai demòni, ma non può comandare al cuore dell’uomo, né si può imporre.
L’uomo è, in ultima analisi, l’arbitro di sé stesso: se decide di aprire il cuore a Dio, questa parola può manifestarsi in pienezza nella sua vita.
ALTRIMENTI, DIO NON S’IMPONE E L’UOMO PERDE L’OPPORTUNITÀ PIÙ IMPORTANTE DELLA PROPRIA VITA: QUELLA DI VEDERE IL MANIFESTARSI DELLA FORZA DI DIO e DI VEDER FUGGIRE IL DEMONIO.
E, il Vangelo si pone ad una distanza intermedia fra il mondo che irride e nega l’esistenza del demonio e il clero e i cristiani che non ne parlano più.
È vero: l’avversario vuole allontanarci da Dio. Ma noi siamo liberi, abbiamo il libero arbitrio, siamo capaci di decidere, possiamo scegliere e, per discernere, abbiamo con noi la PAROLA DEL SIGNORE GESÙ.
Essa, ci dice il monumentale Salmo 118, è lampada che illumina ogni angolo nascosto, e, con autorevolezza, ci aiuta a capire come è meglio agire nelle nostre vite.
Se impariamo a meditare la Parola del Signore con costanza ed assiduità, sapendo che può illuminare le nostre scelte ed orientare i nostri passi verso la pienezza della luce, vedremo satana fuggire, perché nulla può contro la PAROLA DI DIO.
Questo brano del vangelo, come molti altri, ci insegna che, alla presenza del Signore il diavolo reagisce con violenza e con paura.
Grida la sua assoluta estraneità con Dio “Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno?”, e poi “Sei venuto a rovinarci?”
E dicendo ciò, riconoscono che il Figlio di Dio È LA FINE DELL’IMPERO DEL MALE.
E ancora “…IO So bene chi sei: il Santo di Dio”, perché i demoni sanno bene chi è Dio e come si manifesta.
Ma c’è sapere buono e sapere cattivo, perché è cattivo un sapere che ha il male come fine.
Gesù comanda allo spirito cattivo di uscire da quell’uomo: è appunto la liberazione di quell’uomo. Questa è l’opera del Signore Gesù: liberare dal Male.
Questa è l’opera divina che noi chiediamo al Padre nella preghiera che Gesù ci ha insegnato “…liberaci dal Male”.
Gesù infrange il potere del demonio con una sola parola: “Taci. Esci da lui”.
Nello scontro è Cristo che vince, ma non con la forza dialettica: Gesù non discute con il demonio.
Ma gli impone addirittura di “tacere e di andarsene”, non scende a patti con lui.
Può discutere con il peccatore pentito, mai con colui che compie il male con piacere.
L’invito di questo episodio è lottare, in nome del Vangelo, contro tutto ciò che opprime e possiede l’uomo.
Lo spirito immondo è immagine di tutto ciò che in noi rifiuta Dio e si oppone alla sua parola.
Fratelli e Sorelle, NON SI TRATTA DI “DIRE” IL VANGELO, MA DI “FARE” IL VANGELO; NON TANTO PROCLAMARE UNA NOTIZIA, MA DI DIVENTARE NOI STESSI, CON LA NOSTRA VITA, UNA BUONA NOTIZIA.
E mi piace la frase finale della pericope evangelica odierna. Essa ci dice che la fama di Gesù si spande ovunque PERCHÉ EGLI SODDISFA IL BISOGNO PROFONDO DI VERITÀ E DI AZIONE CHE HANNO GLI UOMINI.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!