30.06.2023 – VENERDI’ XII SETTIMANA P.A. A – MATTEO 8,1-4 “…LO VOGLIO!!! SII SANATO!”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 8,1-4

+ Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Parola del Signore

Mediti…AMO

Gesù scende dal monte dove ha appena pronunciato il “discorso della montagna”, e si avvicina a Lui un lebbroso.

Mi piace questo “scendere dal monte”, che forse vuole simboleggiare e sottolineare LA DISCESA DIVINA DEL SIGNORE NELLA NOSTRA POVERA STORIA.

E’ il discorso principale del vangelo di Matteo, il discorso della montagna.

Il riferimento al monte, per giudeo cristiani, era un chiaro riferimento a Mosè che salito sul monte riceve la legge dal Signore Dio.

QUINDI GESÙ È IL NUOVO MOSÈ CHE PORTA A COMPIMENTO QUESTA LEGGE CON IL SUO DISCORSO.

Discorso che inizia con le Beatitudini e finisce con la casa sulla roccia ma al centro ha il cuore di tutto il discorso che è la preghiera del Padre nostro.

Quindi il cuore della rivelazione di Gesù è già enunciato: DIO CI È PADRE E IN GESÙ SIAMO TUTTI FRATELLI.

QUINDI GESÙ SCENDE DAL MONTE PERCHÉ LE SUE OPERE SVELINO QUESTA REALTÀ.

E dice che “molta folla lo seguì”: sembra voler indicare più “l’umanità” che una “chiesa”. E’ dunque meravigliosa questa “molta folla” che lo segue.

Adoro sperare che sia proprio così, e cioè che, al di là di tutto, e malgrado tutto, tutta la folla dell’umanità lo segua per essere partecipe della salvezza che Egli è venuto a portare.

Fratelli e Sorelle, cerchiamo di ricordare questa folla, come presente a tutti i miracoli compiuti dal Signore in questi due capitoli nei quali Egli ci fa oggi entrare.

Uniamoci a questa folla, per essere presenti e protagonisti in tutti i miracoli di salvezza che Egli compirà.

E vediamo questo “lebbroso”, cioè un uomo malato, che porta nella sua malattia fisica anche una “malattia spirituale” che, secondo la Legge, lo esclude dal tempio e dalla vita di fede del Popolo di Dio.

Una malattia che porta con sé l’assoluto isolamento dagli altri.

Dunque una “malattia” assolutamente drammatica, che, posta qui, all’inizio del capitolo, sembra essere simbolo di tutto quello che incontreremo in seguito.

Questo incontro col lebbroso è un’immagine davvero bella, perché ci fa capire che la gente vede nelle parole di Cristo, non una condanna, ma una occasione di speranza per la rinascita fisica e spirituale.

I lebbrosi dovevano stare a distanza da chiunque. Invece questo lebbroso si accosta a Gesù, perché ha intuito ed ha capito che sarà accolto con amore e anche che sarà guarito dall’Amore di Dio, presente in Gesù di Nazareth.

Fratelli e Sorelle, SOLO L’AMORE È VITA, DIO PUÒ ESSERE SOLO AMORE.

SOLO L’AMORE RIDÀ VITA, E GESÙ AMA DAVVERO, CON QUESTO AMORE, CON TUTTO IL CUORE.

Certo, riconoscere questo amore è POSSIBILE SOLO PER GRAZIA. Ma la grazia può anche essere rifiutata.

Ma il lebbroso si fida di Gesù non gli dice “…se sei Dio e mi vuoi bene guariscimi”.

Ma lo riconosce Signore della propria vita e riconosce la sua potenza divina.

Infatti lo chiama “Signore”, cioè “Dio” e gli dice “…se vuoi”.

Ma, attenzione a ciò che dice esattamente quest’uomo. Egli certamente, come tutti i suoi contemporanei, pensa che le disgrazie della vita che gli sono cadute addosso, la lebbra, sono accadute perché è stato punito da Dio, per qualche colpa o incongruenza.

Perciò il lebbroso vive la propria malattia con enorme senso di colpa, e manifesta il suo urgente bisogno di purificazione, la sua impellente necessità di cambiamento.

Ecco perché non chiede di essere guarito, come ci si aspetterebbe, ma dice «…Signore, se vuoi, puoi purificarmi»

E Gesù lo accoglie e lo ascolta con compiacimento e fa in modo che quest’uomo sia purificato, tanto che dice “...lo voglio: sii purificato!” E così dicendo, “tese la mano e lo toccò”.

Nel seguito, come spesso accade. il traduttore ha fatto danni. Avrebbe fatto meglio a lasciare il testo originario, che diceva , in modo molto bello:

  • E subito la sua lebbra fu purificata”, dove essere purificati è molto di più che essere guariti!

Tutto questo non è solo un miracolo, ma ben di più: È L’ADEMPIMENTO DI TUTTA LA PROFEZIA SU ISRAELE.

E’ IL COMPIERSI, IN GESÙ, DELLA SALVEZZA DIVINA DI LIBERAZIONE DAL MALE E DALLA MORTE. .

Fratelli e Sorelle!

Dio desidera che il nostro cuore diventi puro, cioè che si liberi dalle tenebre e dalle ombre che ci provengono dal peccato o dall’inconscio o dal nostro passato.

Dio desidera ardentemente che superiamo ogni senso di colpa, ogni senso di fallimento e inadeguatezza per recuperare, infine, la nostra dignità.

Ma c’è un’altra prospettiva, che vorrei cogliere nei testi odierni per regalarvi una piccola perla.

Premetto che tutta la Sacra Scrittura parla DEL MISTERO DI CRISTO, DELLA SUA PASSIONE E RISURREZIONE.

Afferma la “Dei Verbum”, al n.16:

  • Dio ha sapientemente disposto che il Nuovo Testamento fosse nascosto nell’Antico e l’Antico diventasse chiaro nel Nuovo… I Libri dell’Antico Testamento, integralmente assunti nella predicazione evangelica, acquistano e manifestano il loro pieno significato nel Nuovo, che essi illuminano e spiegano“.

E, in questo contesto possiamo argomentare che la prima lettura di oggi parla della risurrezione.

Paolo nella lettera ai Romani spiega che Abramo, credendo all’annuncio della nascita di Isacco, credette senza saperlo nella risurrezione di Cristo, perché lui e Sara erano vecchi, “quasi morti“, eppure egli credette che Dio, da due esseri così avanzati in età, poteva suscitare un figlio, Isacco, che è profezia e promessa della risurrezione.

Anche il Vangelo, che la Liturgia ci regala, è un annuncio di risurrezione.

Gesù tocca un lebbroso e lo guarisce “…Gesù stese la mano e lo toccò… e subito la lebbra scomparve“.

Quel toccare il lebbroso, considerato peccatore, impuro, tanto da rendere impuro chi venisse inavvertitamente in contatto con lui, è simbolo della passione di Cristo.

Gesù, facendosi uomo, ha toccato veramente la lebbra del nostro peccato; si è presentato nella sua passione come “leprosum“, peccatore per noi e in cambio, con la sua morte e risurrezione, sorgente di vita, ci ha dato la guarigione.

E, ancora, alcuni particolari, davvero interessanti.

La lettura di oggi è anche UNA GRANDE LEZIONE DI UMILTÀ.

Il lebbroso si è avvicinato a Gesù:

  • si è inchinato

  • e ha chiesto.

Sono due meravigliosi atti di umiltà.

IN PRIMO LUOGO, IL LEBBROSO SI INCHINA.

Anche noi ci inchiniamo e genuflettiamo in chiesa. È un’espressione corporea che ci permette di impegnare tutta la nostra persona nel riconoscere la presenza di Dio ed esprimere il nostro profondo rispetto.

In secondo luogo, il modo in cui il lebbroso inizia la sua petizione con le parole “Signore, se vuoi…“, ESPRIMENDO UNA ULTERIORE UMILTÀ.

Il lebbroso non fa alcuna richiesta, né dà nulla per scontato. Chiede semplicemente con gentilezza e delicatezza.

E questo è il modo in cui anche noi siamo chiamati ad avvicinarci a Cristo: CON UMILTÀ E NON CON ARROGANZA.

Un atteggiamento che purtroppo, molto spesso, NON ABITA IL CUORE DELL’UOMO.

Vi scongiuro, Fratelli e Sorelle! Cerchiamo di avvicinarci fiduciosamente all’Eucaristia, cioè a Cristo, con la nostra lebbra, con la nostra morte, MA CON LA NOSTRA UMILTA’, perché Gesù ci vivifichi.

Ogni Celebrazione Eucaristica ci deve “rimettere in piedi“, grazie alla risurrezione di Gesù.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!