30.01.2023 LUNEDI’ 4 SETTIMANA P.A. A – MARCO 5,1-20 “Esci, spirito impuro, da quest’uomo.”
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 5,1-20
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro UN UOMO posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore
Mediti…AMO
Nei vangeli spesso troviamo due toponimi, sui quali credo occorra fare chiarezza: gerasèni e Gadarèni.
Sono i nomi degli abitanti di una regione in cui Cristo Gesù scacciò dei demoni da due uomini.
Matteo usò l’espressione “paese dei Gadarèni”, mentre Marco e Luca, nel riferire l’avvenimento, usarono l’espressione “paese dei gerasèni”. —Mt 8,28 e Mc 5,1 e Lc 8,26
Entrambi i paesi si trovavano ‘sull’altra riva’, cioè sulla riva Est, del Mar della Galilea. La designazione “paese dei Gadarèni” si riferiva forse ai dintorni della città di Gadàra (l’odierna Umm Qeis), circa 10 km a SudEst del Mar di Galilea.
Sulle monete di Gadàra spesso compare un’imbarcazione, a indicare che il suo territorio forse si estendeva fino al Mar di Galilea e poteva perciò includere almeno parte del “paese dei gerasèni”, a Est del lago.
Quelli che propendono per questa tesi identificano il “paese dei gerasèni” con la regione intorno a Kursi, villaggio presso la costa Est del Mar di Galilea e circa 19 km a Nord di Gadàra.
Altri invece ritengono che il “paese dei gerasèni” corrisponda alla vasta zona intorno alla città di Gerasa (Jarash) circa 55 km a SSE del Mar di Galilea e suppongono che si estendesse fino alla riva Est del lago e includesse il “paese dei Gadarèni”. Ovvero all’interno del territorio della Decapoli.
In ogni caso la descrizione di Matteo non è in contrasto con quelle di Marco e di Luca.
Siamo comunque in terra pagana, dove il potere di satana ha maggiore solidità.
Presso una non nominata città del paese dei Gadarèni, Nostro Signore Gesù Cristo s’imbatté in due indemoniati insolitamente violenti, che dimoravano fra le tombe, scavate nella roccia, o magari potevano anche essere grotte naturali usate a tale scopo.
Nello scacciare i demoni, Gesù permise loro di impossessarsi di una grossa mandria di porci che, in seguito a ciò, si lanciò da un precipizio e annegò nel Mar di Galilea. Questo fatto terribile turbò tanto gli abitanti del luogo che supplicarono Gesù di lasciar quel luogo.
Matteo menziona due uomini, mentre Marco (5,2) e Luca (8,27) su uno solo. Forse perché:
- il suo caso era quello più notevole.
- O forse il più violento
- O perché quell’unico uomo fosse stato più a lungo, di quelli menzionati dagli altri evangelisti, in potere dei demoni.
- Ma anche perché, solo l’unico uomo menzionato da Marco e da Luca, voleva seguire il Figlio di Dio. Gesù però non glielo permise, ordinandogli invece di rendere noto quello che Dio aveva fatto per lui.
Gesù di solito non voleva che si facesse pubblicità ai suoi miracoli né che la gente traesse delle conclusioni in base a notizie sensazionali, ma voleva piuttosto che si convincesse per valide ragioni che era effettivamente il Cristo.
Questo inoltre adempiva le parole profetiche pronunciate da Isaia:
- “2Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, 3non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.”. (Mt 12,15-21 e 42,1-3)
Tuttavia era appropriato fare un’eccezione nel caso dell’ex indemoniato.
Egli poteva dare testimonianza a persone con cui il Figlio di Dio poteva avere solo contatti limitati, specie dal momento che era stato invitato ad andarsene.
La presenza stessa dell’uomo sarebbe stata una testimonianza del potere di Gesù di liberare l’uomo dal maligno, e avrebbe confutato qualsiasi voce contraria avesse potuto circolare a motivo della perdita del branco di porci (Mc 5,1-20 e Lc 8,26-39).
Ma torniamo un attimo sul luogo che è teatro della vicenda, che simbolicamente ha un alto valore.
Il segno concreto della terra pagana è quel numeroso branco di porci al pascolo sul monte (che ha occupato quel luogo RISERVATO INVECE SOLO AL CULTO E ALLA PREGHIERA).
Il porco, biblicamente, è un animale immondo, aborrito dagli ebrei, e CHE PUÒ INCONTRARSI SOLO IN UNA TERRA IMMONDA E PAGANA.
Nell’indemoniato gerasèno, poi, prevale ormai, solo un istinto di morte: egli odia la vita degli altri e danneggia la propria, vive nei sepolcri…
Il demonio, che tiene schiavo quest’uomo, si chiama LEGIONE: ovvero è una coalizione di demoni, che, combattuti e vinti in terra d’Israele, avevano ripiegato in terra pagana.
Nella tempesta sul mare avevano tentato di fermare l’avanzata vittoriosa del Cristo:
- (Mc 4,35-41 “[…] Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?»”).
E Gesù, superata la linea di sbarramento, attacca l’impero di satana al cuore, nella sede dello stato maggiore.
Questo indemoniato viene considerato come “il rappresentante-tipo” del paganesimo, e ciò alla luce di Isaia 65,1-4:
- “Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava. Dissi: Eccomi, a gente che non invocava il mio nome. Ho teso la mano ogni giorno a un popolo ribelle; essi andavano per una strada non buona, seguendo i loro capricci, un popolo che mi provocava sempre, con sfacciataggine. Essi sacrificavano nei giardini, offrivano incenso sui mattoni, abitavano nei sepolcri, passavano la notte in nascondigli, mangiavano carne suina e cibi immondi nei loro piatti”.
E QUESTO indemoniato PAGANO HA UN NOME. Nel testo latino si chiama: LEGIONE. Ricordiamo che la legione romana era formata da 6.000 uomini. E inoltre, questa parola evoca la guerra, la presenza e la dominazione romana, personificata da quei “porci” di legionari (il verro [il porco] era uno dei simboli della potenza imperiale raffigurato sulle insegne dell’esercito romano). È la demonizzazione, anche a livello simbolico, dell’esercito romano.
IL verro è anche il simbolo che i romani posero sulla “vessillazione” della LEGIO DECIMA “FRETENSIS” di Publio Quintilio Varo (che riporto nell’immagine allegata a questa meditazione) che dominò la terra santa al tempo di Gesù, in modo spietato. Essa era famosa per la sua abilità nell’utilizzare macchine da guerra, presente all’uccisione di Gesù e sempre lei, nell’estate del 68 d.C. distrusse il monastero di Qumran.
La Legio X “Fretensis” venne lasciata quale guarnigione permanente a Gerusalemme, dove rimase fino al tempo di Erennio Etrusco, nel 250.
La scelta imperiale, fu particolarmente gravosa per il popolo sconfitto, in quanto la capitale assediata e sconfitta, sede del Tempio poi distrutto (insieme con la LEGIO 6’ “FERRATA” di Settimio Severo), venne presidiata da una legione-come ho già detto- il cui vessillo rappresentava un animale impuro per la religione ebraica.
Per Marco, che scrive il suo vangelo probabilmente a Roma, capitale dell’impero di satana, in piena persecuzione di Nerone, questo brano potrebbe voler dire ai cristiani: “…Cristo butterà a mare questa legione di porci indemoniati (i persecutori) e libererà la terra dal potere oppressivo dell’impero romano, che è una manifestazione del potere di satana”.
Il brano di porci che precipita in mare è certamente una scena sconvolgente per l'”uomo economico” di tutti i tempi. Il Signore sta liberando la terra dal male e dal maligno, e questa liberazione è motivo di gioia, MA QUESTA GIOIA HA ANCHE UN PREZZO SALATO: la perdita di duemila porci. E i gerasèni non se la sentono di pagare prezzi così alti.
Sarà anche un grande liberatore questo Gesù, ma presenta DEI COSTI, IN SACRIFICI, TROPPO ELEVATI.
Meglio allora sopportare rassegnati la schiavitù di satana e godere indisturbati la propria ricchezza e le proprie “porcherie”. E la loro stessa preghiera risuona, alle mie povere orecchie, assurda e sconcertante:
- “Si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio” (v.17).
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!