3′ SETTIMANA di AVVENTO Anno “C” – LUNEDI’ 13.12.2021 SANTA LUCIA, Vergine e Martire – Matteo 21,23-27 “Il battesimo di Giovanni da dove veniva?”
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Matteo 21,23-27
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore
Mediti…AMO
LA VITA E IL PENSIERO DEL SANTO
Lucia di Siracusa, conosciuta come santa Lucia (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304), è stata una martire cristiana di inizio IV secolo durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano.
È venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa che ne onorano la memoria il 13 dicembre.
È una delle sette vergini menzionate nel Canone romano e per tradizione è invocata come protettrice della vista a motivo dell’etimologia latina del suo nome (Lux, luce). Le sue spoglie mortali sono custodite nel Santuario di Lucia a Venezia.
Il luogo di culto principale è la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa.
Secondo l’agiografia tramandata da due antiche e distinte fonti quali una Passio del codice greco Papadoupolos e gli Atti dei Martiri entrambi risalenti alla fine del V secolo, Lucia era una giovane nata a Siracusa nel 283 d.C.
Di nobile famiglia cristiana, ma orfana di padre dall’età di cinque anni e promessa in sposa a un pagano, sin da tenera età aveva fatto segreto voto di verginità a Cristo. Sua madre, Eutychia, da anni ammalata di emorragie, spendeva ingenti somme per curarsi, ma nulla le giovava. Allora Lucia ed Eutychia si recarono pellegrine al sepolcro di sant’Agata, martire a Catania nel 251 d.C., pregandola di intercedere per la guarigione.
Giunte lì il 5 febbraio dell’anno 301, (dies natalis di Agata), Lucia si assopì durante la preghiera e vide in visione la santa catanese circondata da schiere angeliche dirle: “Lucia sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Constatata l’avvenuta guarigione di Eutychia, mentre facevano ritorno a Siracusa, Lucia esternò alla madre la sua ferma decisione di consacrare la sua verginità a Cristo, e di donare il suo patrimonio ai poveri.
Per i successivi tre anni, ella visse dunque a servizio di infermi, bisognosi e vedove della città.
Il pretendente, vedendo la desiderata Lucia privarsi di tutti gli averi ed essendo stato rifiutato da quest’ultima, volle vendicarsi denunciandola come cristiana. Erano infatti in vigore i decreti della persecuzione dei cristiani emanati dall’imperatore Diocleziano.
Al processo che sostenne dinanzi al prefetto Pascasio, le fu imposto di fare sacrifici agli dèi pagani, ma ella non arretrò nella fede, e proclamava con ispirazione divina i passi delle sacre Scritture.
Minacciata allora di essere condotta in un postribolo, Lucia rispose: “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”.
Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vide ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia mettere in difficoltà Pascasio.
Pascasio dunque ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma, come narra la tradizione, divenne miracolosamente pesante, tanto che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a smuoverla.
Accusata di stregoneria, Lucia allora fu cosparsa di olio, posta su legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono.
Fu infine messa in ginocchio e secondo le fonti latine le fu infisso un pugnale in gola (jugulatio), nell’anno 304, all’età di ventun’anni.
Morì solo dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Privo di ogni fondamento e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l’episodio in cui Lucia si sarebbe strappata – o le avrebbero cavato – gli occhi.
L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, più semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo dell’etimologia del suo nome dal latino Lux, luce.
ESAME DEL TESTO EVANGELICO
Come fanno nel testo odierno, anche noi spesso cerchiamo di “incastrare” Gesù, quando non siamo disposti a lasciarci sorprendere dalla possibilità dell’amore, rimandando, a data da destinarsi, il tempo della nostra conversione.
E invece di dire il nostro sì al disegno di Dio sulla nostra vita, noi gli poniamo domande volte soltanto a tenerlo lontano.
I dubbi che tante volte facciamo crescere nella nostra mente non sono reali e non sono nemmeno domande decisive per la nostra vita.
Sono già simili a delle scuse che accampiamo per evitare di dar credito a ciò che Dio ci indica, attraverso ciò che ci accade dinanzi.
Convertirsi al Dio di Gesù Cristo, allora, significare lasciare che Egli rinasca nei nostri cuori.
Ma significa anche entrare nella logica dello Spirito, una logica in continua evoluzione e assolutamente mai prevedibile.
Perché lo Spirito è come un vento che soffia dove vuole ci ricorda Gesù. Guai a volerlo incanalare, guai a volerlo stringere dentro logiche sane e sante, ma sempre e solo umane.
Il problema, per i capi dei sacerdoti, è che Gesù parla senza essere autorizzato da loro. Non fa parte della classe sacerdotale, non ha a che fare con uno dei rabbini dei farisei, non ha un ruolo particolare nell’organizzazione del tempio…
E allora gli chiedono… “a che titolo annunci?”
E Gesù spiazza tutti, usando come modello Giovanni il Battista, DA TUTTI CONSIDERATO COME UN GRANDE PROFETA, CHE MAI SI È LASCIATO INQUADRARE NELLA GERARCHIA SACERDOTALE.
Da questo possiamo ben comprendere come la natura umana ci porta sempre fuori strada, quando la facciamo prevalere sulla nostra vita spirituale.
Ma Gesù lo sa bene, e, nel brano del Vangelo odierno ci mostra questo aspetto della natura umana e ci insegna come comportarci.
Infatti alla domanda dei farisei “Con quale autorità fai queste cose?“, cioè fai opere di bene, Gesù risponde con un’altra domanda “Giovanni battezzava autorizzato da Dio o dagli uomini?”
Ed essi non vollero rispondere per paura di darsi la zappa sui piedi, e anche Gesù rispose loro per le rime.
Ed ecco allora l’insegnamento che NOI dobbiamo trarne: Gesù ci indica la via da seguire. Che è quella di non rispondere alle provocazioni, ma di lasciar perdere, e andare per la propria strada, perché sarà Dio a giudicare gli uni e gli altri.
Ma questo brano mi mette anche i brividi, perché mi fa capire quanto sia ingannevole e malvagia la Parola QUANDO VIENE MANIPOLATA IN MODO SBAGLIATO.
La PAROLA possiamo interrogarla, capirla, addomesticarla, tenerla in tasca, come possiamo fare anche con le persone, oppure possiamo lasciarci interrogare dalla PAROLA, lasciarci interpellare, E LASCIARCI CAMBIARE DA ESSA…
Non dobbiamo POSSEDERLA E FARNE USO PERSONALE, ADDOMESTICANDOLA AI NOSTRI COMODI.
La verità non è mai qualcosa che si ha in tasca.
E, quando uno ce l’ha in tasca, quella PAROLA non è più vera. E QUAND’ANCHE FOSSE VERA, NON SERVE PIU’ A NULLA, PERCHÉ CI STIAMO SERVENDO DELLA VERITA’ CHE ESSA CONTIENE, ADDOMESTICANDOLA.
Dobbiamo essere chiari sempre, con noi stessi: servirsi della verità equivale a dire e a mettere in atto, bugie.
Perché la verità la si serve, non se ne fa uso proprio. Sono due atteggiamenti opposti davanti alla verità e alle persone e a Dio.
E di essa ne fanno uso i sommi sacerdoti e gli anziani che rappresentano il potere che Gesù ha messo in questione. Un potere che è prepotente, arrogante e che tiene tutto in mano
Contro questo potere si erge un Gesù che è mite, umile e che si consegna nelle mani di tutti e serve tutti.
Da qui nasce la loro invidia, la loro intolleranza nei confronti di Gesù e il LORO USO DISTORTO DI UNA PAROLA CHE, IN LORO, NON È PIU’ AL SERVIZIO DELLA VERITA’, PERCHÉ’ VIVE A SERVIZIO E ALLA RICERCA DEL POTERE.
È come se dicessero:
- “Questo tuo potere da viene? È vero o falso, questo potere dell’umiltà, della mitezza? È da Dio, oppure è un’invenzione tua? Non ti sembra che con questo metti in questione il tempio, le idee di tutte le persone, metti in questione il mondo, il corretto ordine? Quindi è un’interrogazione forte: tu con questo metti in crisi tutte le istituzioni, tutte le nostre certezze. Come ti permetti questo? È la domanda fondamentale su Cristo”.
Ma Gesù, da buon maestro, risponde alla domanda con un’altra domanda.
E lo fa per vedere cosa dicono. Perché chi non è disposto a interrogarsi, è inutile che interroghi, perché se lo fa, lo fa solo per un atto di furbizia.
E in questo siamo abili, perché interrogando tutto crediamo che, alla fine, abbiamo in mano tutto.
Ma così ci dimentichiamo che l’uomo è la risposta che dà alla PAROLA CREATRICE che riceve.
Infatti la prima Parola che ho ricevuto È LA MIA VITA, che non mi sono dato da solo, e all’interno di questa io posso entrare in relazione SOLO SE ASCOLTO E RISPONDO, NEL NOME DI DIO, SECONDO LA SUA PAROLA E SECONDO LA SUA VOLONTA’.
Noi invece siamo abituati a non ascoltare, a non rispondere. E non comprendiamo che l’autorità, il potere di Gesù, e di conseguenza il potere di ogni testo biblico, lo comprendo solo se, specchiandomi in questa PAROLA, mi lascio interrogare da essa.
La PAROLA DI VERITA’ è qualcosa di più grande di noi, DI MISTERIOSO, DI MERAVIGLIOSO, che ci fa crescere, che ci toglie dal guscio, che ci mette in relazione, che ci rende modesti e ci fa cercare sempre e ci rende veri.
Infatti, la conversione consiste proprio:
- nella disponibilità a cambiare direzione al proprio cammino, alla propria ricerca, in aderenza a ciò che la PAROLA ci dice “…lampada ai miei passi è la tua PAROLA, o Signore, luce sul mio cammino”, salmo 118.
- e nel lasciarsi interrogare. Qui sta la grande dignità dell’uomo.
La contro-domanda di Gesù riduce al silenzio i suoi oppositori.
Essi sono stati svergognati, e Gesù esce dal dibattito con l’autorità che è IN LUI.
E la sua posizione, in ogni modo, in questa prima controversia è perfettamente in armonia con la linea che Gesù ha seguito fino a questo momento.
C’è abbastanza luce nelle sue parole nei suoi gesti per comprendere la sua vera identità messianica.
Ma questa identità resterà per sempre un enigma PER CHI È MAL DISPOSTO, PREVENUTO OD OPPORTUNISTA.
Per queste malnate persone, ogni risposta chiarificatrice è inutile.
PER LORO RESTA SOLO IL SILENZIO DI GESÙ, che diviene per essi una eterna condanna all’oscurità, all’incomprensione.
Fratelli e Sorelle, mai dobbiamo dimenticare che non c’è possibilità di RIVELAZIONE dove non c’è un minimo di apertura di FEDE.
E NON C’È INCONTRO SALVIFICO DOVE L’UOMO HA PAURA DI ESPORSI.
LA VERITÀ DELLA PAROLA DI DIO E L’AUTORITÀ DELLA SUA AZIONE non si lasciano controllare dall’esterno. DIVENTANO REALTÀ SALVIFICA SOLTANTO PER L’UOMO DISPOSTO A VIVERE IN PRIMA PERSONA LA PAROLA DI DIO E L’AMORE DI DIO, CON I FRATELLI che Egli mette sul nostro cammino.
Preghiamo con la Liturgia:
- «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Antifona “O”, dai vespri del 21 dicembre: Liturgia della ore – vol I, p. 352).
Il grande Vescovo e Martire Ignazio di Antiochia, nella sua Lettera agli Efesini 19, 1-2- “Inno alla Stella”, nel suo celebre “Inno della stella” riportato sotto, in uno squarcio poetico di grande effetto, vede brillare nel cielo un astro più luminoso di tutti gli altri: l’Uomo Nuovo, il Cristo Signore, Figlio di Dio e della Vergine Maria:
- «Un astro nel cielo brillò più di tutti gli astri. E la sua luce era indicibile, e la sua novità destò stupore. Tutte le altre stelle insieme col sole e la luna facevano coro intorno all’astro. Ma esso era superiore a tutte con la sua luce»
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!