“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 10,1-12
+ In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore
Mediti…AMO
La comunità langue per assenza di missionarietà, le chiese si svuotano non perché la gente è cambiata o perché il Vangelo non perfora i cuori, ma perché le nostre parole sono stanche e ripetitive, lontane dalla realtà che la gente vive quotidianamente.
Se ascoltassimo lo Spirito e diventassimo testimoni.
Gesù ci manda, ci spinge: ci invita a pregare per avere operai per la messe, a entrare nelle città, a condividere, a guarire, a proclamare.
Sin dagli inizi Gesù ha annunciato il Regno di Dio con la collaborazione degli uomini.
Luca, l’evangelista dei gentili, ci racconta che dopo aver inviato i dodici, come rappresentanti delle tribù di Israele, “il Signore designò altri settantadue e li inviò […] dove stava per recarsi”.
Dietro al numero 72 si cela forse l’allusione alle “famiglie dei figli di Noè”, a partire dalle quali, come racconta il libro della Genesi, “si dispersero le nazioni sulla terra dopo il diluvio” (Gn 10,32).
Questo invio missionario “in ogni città e luogo” starebbe a significare l’universalità dei destinatari della buona novella e anche quella di coloro che debbono annunciarla.
Non sappiamo chi erano i 72 discepoli, sicuramente molti erano amici di Gesù e ne godevano la fiducia, e lavorarono e diedero la vita per il loro Maestro, anche se i loro nomi non figurano nei vangeli.
Questa disponibilità discreta ed efficace, vissuta con “semplicità, senza farsi notare, né mettersi in mostra, però senza neppure nascondersi”, è la caratteristica propria dei comuni fedeli cristiani, che sanno di essere inviati in mezzo al mondo per trasformarlo, con la Fede e la testimonianza della loro vita.
La vita della Chiesa del nostro secolo è caratterizzata dall’apostolato dei laici, attuato in forme diverse.
In Croazia, fra i numerosi laici che si sono impegnati nell’apostolato, si segnala Ivan Merz (1896-1928), la cui causa di beatificazione è stata introdotta a Roma, apostolo della gioventù cattolica e promotore, fra i più importanti, del movimento liturgico in Croazia.
Merz diceva “La fede cattolica è la vocazione della mia vita… Perché amo la Chiesa cattolica e il Santo Padre? Perché in essa vedo l’immagine splendente di Gesù Cristo nostro Salvatore, con tutte le sue perfezioni, e nel Papa, dietro le sembianze umane, vedo il mio Dio e il mio Salvatore”.
Il sapere che Gesù ha realizzato il regno di Dio sulla terra, deve aiutarci a lavorare per la messe, portando la pace, e affidandoci a Lui… Lui verrà in nostro soccorso e ogni ostacolo sarà rimosso.
“Ebbene, perché avrebbero dovuto temere d’andare tra i lupi coloro con cui c’era l’Agnello che ha vinto il lupo?”… diceva Sant’Agostino.
Ma prima di partire per questa avventura, Gesù ordina alcune cose “…non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”…
Gesù con queste parole ci fa capire che per diventare dei bravi discepoli, dobbiamo prima di tutto liberarci dai bagagli inutili, dobbiamo spogliarci di tutto ciò che potrebbe appesantire e rallentare il cammino.
L’anima infatti arriva a Dio per la strada del nulla, ossia ponendo la fiducia in Lui solo; per questo deve rinunciare alle proprie sicurezze e avere come unico punto di appoggio Dio.
La messe è molta, gli operai sono pochi, il compito è arduo; si tratta infatti di andare fra gente bastonata, ferita, smarrita in questa società caotica, sempre in cerca di nuovi stimoli, sempre più violenta, sempre più senza Dio, ubriaca di beni che non saziano, di potere, di soldi, di sogni che continuamente deludono, di illusioni che si infrangono, di inquietudini che non trovano risposte…
L’equipaggiamento previsto per questa impresa, È LA FIDUCIA IN DIO E LA FORZA DEL SUO AMORE… uniche cose capaci di smuovere i cuori induriti.
Diceva bene Cornelio a Lapide “I cuori induriti, i quali non sono che fango, tanto più disseccano e s’induriscono, quanto più Dio cerca d’infiammarli del fuoco del Suo amore”.
Fratelli e Sorelle, ecco allora che la priorità va data alla Parola, che si riversa nei cuori dei nostri fratelli e sorelle, attraverso le nostre parole, all’Annuncio che passa attraverso i nostri discorsi, alla Luce che passa, nonostante tutto, attraverso le nostre opere.
Perciò ci rallegriamo perché i nostri nomi sono scritti nel cielo. Certo, questa è la gioia più grande che distribuiamo a piene mani: NOI siamo preziosi agli occhi di Dio.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!