3 AGOSTO 2024 sabato 17’ settimana P.A. B – MATTEO 14,1-12 “Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 14,1-12
+ In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore
Mediti…AMO
Fratelli e Sorelle, è l’Evangelista Matteo a raccontarci la triste fine del più grande fra i profeti del Signore.
Gesù stesso ne aveva intessuto le lodi, dichiarando che Giovanni Battista è stato il più grande uomo che sia mai vissuto sulla terra.
Eppure il Battista finisce i suoi giorni in una prigione al Macheronte, sacrificato alla gelosia rabbiosa di una primadonna che non accetta le sue critiche e che manipola l’appetito di un re fantoccio vittima delle sue proprie irrefrenabili pulsioni e dell’eccessiva immagine di se stesso.
E Giovanni viene ucciso, decapitato, senza ragione, senza processo, senza giustizia.
Erode lo ascoltava volentieri e lo temeva, dicono gli evangelisti, ma questo non è bastato per far diventare quello spiraglio di ascolto una vera conversione.
Anche noi a volte, come Erode, ascoltiamo volentieri le cose di Dio, ma tutto rimane in noi esattamente come prima.
Fratelli e Sorelle, la conversione si vede nei fatti, quando cambia visibilmente il nostro metro di giudizio e la nostra vita si adegua alle scoperte fatte nel campo dell’Amore che Dio ci svela.
Purtroppo così non accade per l’inetto Erode, solleticato dalla predicazione ma mai convertito, e troppo spesso non accade nemmeno per noi.
Gesù è il profeta contestato e la sua sorte viene prefigurata da quella del Battista.
Il motivo dell’arresto e dell’uccisione del Battista è ricordato nei vv. 3-4.
Un profeta non può essere catturato se non per il disturbo che arrecano le sue parole.
Elia era perseguitato da Acab e da Gezabele (1Re 19-21) perché aveva loro rimproverato l’uccisione di un innocente cittadino di Samaria e si erano appropriati del suo podere.
Erode aveva sottratto la moglie a suo fratello e aveva ripudiato la propria, commettendo un doppio delitto davanti al quale Giovanni non ha taciuto.
E questo “NEMINI LICET!”, “non ti è lecito!”, pronunziato dai profeti con un’autorità che è loro partecipata da Dio stesso, dà un’impostazione concreta alla sua azione missionaria.
Se l’annuncio non è in se’ AUTOREVOLE, non viene applicato ai fatti, non viene tradotto nelle situazioni concrete, è SOLO UN GRIDO INUTILE.
Se Elia, se il Battista e quindi Gesù, si fossero accontentati di puntare il dito contro il male e non contro i malfattori, come facciamo tutti noi, NON SAREBBERO FINITI IN PRIGIONE E AL PATIBOLO.
Il mondo NON SI SAREBBE PREOCCUPATO DELLE LORO ACCUSE, POICHE’ NON SAREBBERO STATI CREDIBILI!
Ma c’è un altro aspetto che merita di essere approfondito.
Ognuno di noi ha delle zone d’ombra nelle quali si ostina a custodire i suoi “fantasmi”, che, altro non sono, che quelle realtà che non vogliamo vedere in noi.
Ma non farci i conti, è distruttivo per noi, perché questi “fantasmi” condizionano la nostra vita con il loro potere di morte, e non ci lasciano più la libertà di vivere quello che siamo.
Questi “fantasmi” sono le nostre paure mai affrontate, ma sempre ricacciate nella parte più buia e profonda dell’inconscio della nostra esistenza.
Infatti, ogni volta che emerge la paura di qualcosa, noi non siamo disponibili ad affrontarla e la nascondiamo, reprimendola.
E pensiamo che questo sia l’atteggiamento migliore da tenere, credendo ERRONEAMENTE che, allontanando dalla nostra coscienza ciò che ci fa male e ci fa paura, questa situazione venga esorcizzata e sia risolta.
Ma in realtà non è così.
La Scrittura ci fa vedere infatti che Erode, impaurito da un bambino, che può rubargli il suo regno “di carta”, che si regge su di lui che è solo un satrapo dell’impero romano, che fa strage di tutti bambini, MA NON RIESCE AD UCCIDERE L’UNICO BAMBINO (GESU’) CHE GLI FACEVA PAURA.
Ma questo bimbo prima o poi torna più potente di prima.
Erode ODIA FEROCEMENTE questo bimbo.
Ma la sua voce (LUI È LA PAROLA DI DIO), si fa sentire ANCHE nel deserto, grazie a quella del grande profeta Giovanni, il Battista.
Anche questa è una voce che non lascia in pace questo nuovo Erode, che lo addita, che lo condanna, che gli grida quanto deve fare.
Scende in campo di nuovo la paura, per questo nuovo Erode, uno dei figli di Erode il Grande, che lo mette in condizione di agire nello stesso modo.
Cerca di rifuggire le sue paure e, più timoroso del padre, non uccide, ma arresta, fa incatenare, fa gettare in prigione Giovanni il Battista.
E lo fa per paura, perché non vuole affrontare quella realtà che gli fa paura.
Ma non basta e i suoi “fantasmi” e il suo incubo ritornano fuori dopo che una figlia danza e gli chiede la testa di colui che rappresenta la sua paura.
Erode non vorrebbe, teme il popolo, ma teme anche Erodìade e il suo giuramento fatto pubblicamente, e cede alla paura più grande, sperando che questo possa portargli sollievo nelle sue notti da incubo.
E fa decapitare il povero Battista.
Ma noi sappiamo bene che non risolve nulla, anzi, ancora una volta “il fantasma” torna.
E quando Erode sente parlare di Gesù e ha notizia della sua fama dice: Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui.
Ecco quindi che il “fantasma” ritorna più forte di prima.
La sua mancanza di libertà ritorna a galla, potente, tanto di farlo apparire come un re debole e stolto, amico dei potenti del tempo, ma burattino in mano d’altri.
Tanto che Erode ha talmente paura che pensa che tutti gli siano nemici: i bambini, il Battista, il Cristo, la stessa Erodìade che lo obbliga a a fare quello che lui non vorrebbe.
Si mostra potente cercando di accontentare tutti e si ritrova debole senza alcunché in mano, SE NON I SUOI FANTASMI.
CHE LA MORTE PER LA VERITÀ DEL BATTISTA E DEL CRISTO, SIANO UN COSTANTE RICHIAMO PER NOI, ALLA IMPORTANZA ED ESSENZIALITÀ DELLA VERITÀ NELLA NOSTRA VITA.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!