29 settembre 2024 domenica 26’ p.a  B – Marco 9,38-43.45.47-48 “Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo Marco 9,38-43.45.47-48

+ In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Parola del Signore

Mediti…AMO

Il brano di Vangelo di questa domenica segue immediatamente quello di domenica scorsa.

Comincia qui una piccola raccolta di insegnamenti di Gesù di diversa natura, il cui tema dominante sembra essere l’appartenenza alla comunità e la sollecitudine verso i membri più piccoli e più deboli.

Per questo motivo alcuni studiosi hanno denominato questo brano “piccolo catechismo della comunità”.

Incontriamo nel brano un uomo che scacciava i demoni, NEL NOME DI GESÙ.

Era normale che i taumaturghi compissero le loro azioni di guarigione invocando il nome di qualcuno che fosse ritenuto abbastanza potente da compiere il miracolo.

Per esempio alcuni taumaturghi giudei invocavano il re Salomone.

Solo il Signore Gesù, poiché era Dio, aveva in sé la potenza di compiere i miracoli e non aveva bisogno di invocare nessuno.

E anche più tardi anche i suoi discepoli, come è narrato negli Atti degli Apostoli, compiranno miracoli nel suo nome.

Ma il fatto che qualcuno compisse esorcismi invocando IL NOME DI GESÙ durante la sua vita terrena era sintomo che Egli era già stimato e considerato almeno un grande taumaturgo.

Purtroppo questo “esorcista straniero” però non faceva parte del gruppo dei discepoli di Gesù.

E, le parole di Giovanni sono molto eloquenti “…volevamo impedirglielo perché non ci seguiva”.

Il gruppo dei discepoli si sente ormai come una casta privilegiata, che ha diritto ad avere l’esclusiva su certe attività.

Questo atteggiamento può essere ascritto al carattere irruente dell’apostolo Giovanni (lui e il fratello Giacomo erano stati soprannominati da Gesù “Boanèrghes”, cioè figli del tuono -Mc 3,17 e Lc 9,54).

Ma sicuramente si tratta anche del riflesso di una difficoltà presente nella comunità dell’evangelista Marco.

E l’interrogativo posto dai discepoli “…abbiamo visto uno che scacciava i demoni… ma non era dei nostri”, descrive bene il rigido schematismo dentro cui, loro, come ognuno di noi, vorremmo imprigionare la libertà dello Spirito, che soffia sempre dove vuole, quando vuole e come vuole.

E ci dimentichiamo subito che non siamo noi cristiani i padroni della salvezza, e che la stessa ci è donata da Cristo.

Sia pure avendo responsabilità e modalità diverse in seno alla Chiesa, noi cristiani ABBIAMO SOLO IL COMPITO DI FAR INCONTRARE, TRA DI NOI E AGLI ALTRI, CON LA NOSTRA TESTIMONIANZA, LA NOSTRA PAROLA E LE NOSTRE OPERE, LA PERSONA DI CRISTO.

La consapevolezza della gratuità del dono di Cristo ci obbliga a valorizzare tutto ciò che, nel mondo, fa presagire e manifesta la sua presenza redentrice, perché Cristo, UNICO AD AVERE UNA RISPOSTA ESAURIENTE ALL’INQUIETUDINE PRESENTE NEL CUORE DELL’UOMO, PUÒ INVIARE LO SPIRITO SANTO A ILLUMINARE IL CUORE DI OGNI PERSONA.

Magari avessimo nel cuore, tutti, il desiderio più profondo di Mosè, quando ha esclamato “…magari fossero tutti profeti nel popolo di Dio e volesse il Signore dare loro il suo spirito!”.

Ma vorrei anche riflettere su un particolare.

Questo brano dell’Evangelo ci conduce a riflettere, per scoprire quello che abbiamo, e che non ci permette di andare verso Dio, ma peggio ancora, ci allontana di Lui.

Gesù stesso ci indica quale è il peccato nel quale ci fanno cadere le nostre cose (mani, piedi e gli occhi).

Parla di coloro che scandalizzano i piccoli che credono in Lui (Mc 9:42).

“Scandalizzare” è allontanare qualcuno dal Signore.

Gesù ci insegna che non c’è bisogno di far parte dei Dodici, o dei discepoli più intimi, PER STARE CON LUI «..chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,40), ricordando così lo splendore della libertà e della generosità di Dio.

Tutti coloro che si dedicano al bene, alla promozione dell’uomo e della sua spiritualità, qualunque sia la loro sigla o la loro bandiera, sono già al fianco di Gesù.

IL VERO DISCEPOLO ACCOGLIE IL BENE OVUNQUE ESSO NASCA O FIORISCA.

Ogni atto d’amore, anche il più quotidiano come offrire acqua all’assetato, fatto al discepolo è come se fosse rivolto a Gesù.

E oggi, senza tema di fraintendimenti, il Vangelo ci regala una sonora lezione: ci sono molti che sono più vicini al Regno di Dio di quanto si pensi, perché fanno miracoli nel nome di Gesù.

Come confessò S. Teresa di Gesù Bambino “Il Signore mi ricompenserà non con le opere mie (…). Ebbene, mi ricompenserà secondo le opere sue!

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!