“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 6,17-29
+ In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore
Mediti…AMO
La celebrazione odierna, che nella Chiesa latina ha origini antiche (in Francia nel sec. V e a Roma nel sec. VI), è legata alla dedicazione della chiesa costruita a Sebaste in Samaria, sul presunto sepolcro del precursore di Cristo.
Col nome di “Passio” o di “Decollatio” la festa compare già alla data del 29 agosto nei Sacramentari romani, e secondo il Martirologio Romano tale data corrisponderebbe al secondo ritrovamento della testa di Giovanni Battista, trasportata in quell’occasione nella chiesa di S. Silvestro a Campo Marzio, in Roma.
A parte questi riferimenti storici, abbiamo sul Battista i racconti degli evangelisti, in particolare di Luca, che ci parla della sua nascita, della vita nel deserto, della sua predicazione, e di Marco che ci riferisce sulla sua morte.
Dal Vangelo e dalla tradizione possiamo ricostruire la vita del Precursore, la cui parola infuocata parve davvero animata dallo spirito del profeta Elia.
Negli anni 27-28 d.C., il Battista, che conduceva vita austera secondo le regole del nazireato, iniziò la sua missione, invitando il popolo a preparare le vie del Signore, per accogliere il quale occorreva una sincera conversione, cioè un radicale cambiamento delle disposizioni dell’animo.
Rivolgendosi a tutte le classi sociali, destò entusiasmo tra il popolo e malumore tra i farisei, la cosiddetta aristocrazia dello spirito, dei quali rinfacciava l’ipocrisia.
Personaggio ormai popolare, negò risolutamente di essere il Messia atteso, affermando la superiorità di Gesù che egli additò ai suoi seguaci in occasione del battesimo presso la riva del Giordano.
La sua immagine pare dileguarsi in dissolvenza all’affermarsi “del più forte”, Gesù.
Tuttavia, “il più grande dei profeti” non cessò di far sentire la sua voce ove fosse necessario per raddrizzare “i tortuosi sentieri” del male.
Riprovò pubblicamente la peccaminosa condotta di Erode Antipa e della cognata Erodiade, ma la loro prevedibile suscettibilità gli costò la dura prigionia a Macheronte, sulla sponda orientale del Mar Morto.
Il Re Erode, in realtà altro non era che un impiegato dell’Impero Romano, perché chi comandava in Palestina, fin dal 63 prima di Cristo, era Cesare, l’imperatore di Roma.
Erode insisteva soprattutto su un’amministrazione efficiente che proporzionasse reddito all’Impero e a lui, perché la sua unica preoccupazione era la propria promozione e la sua sicurezza.
Per questo, reprimeva qualsiasi tipo di corruzione.
Gli piaceva essere chiamato benefattore del popolo, ma in realtà era un tiranno (Lc 22,25).
Flavio Giuseppe, uno scrittore di quell’epoca, ci racconta che il motivo della prigione di Giovanni Battista, era la paura che Erode aveva di una sommossa popolare.
La denuncia di Giovanni Battista contro la morale depravata di Erode (Mc 6,18), fu la goccia che fece straboccare il bicchiere, e Giovanni fu messo in carcere.
Sappiamo come andò a finire: in occasione di un festino svoltosi a Macheronte, la figlia di Erodiade, Salomè, avendo dato eccellenti prove di agilità nella danza, entusiasmò Erode, al quale, per istigazione della madre, domandò e da lui ottenne in premio la testa del Battista, mettendo così a tacere il battistrada del Messia, la voce più robusta dei banditori dell’imminente messaggio evangelico.
Ultimo profeta e primo apostolo, egli ha dato la sua vita per la sua missione, e per questo è venerato nella Chiesa come martire.
La morte di Giovanni il Battista – che lascia intravvedere sullo sfondo quella di Gesù – sembra contraddire ciò che leggiamo nella prima lettura, tratta da Geremia «… alzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata… Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
Questo invito al coraggio, accompagnato dalla promessa di salvezza, trovano alla fine della vita di san Giovanni un esito tragico e una morte meschina per il capriccio di un’adolescente istigata da una madre assassina.
E che dire di Erode, che si sente padrone del mondo: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò»?
Giovanni Battista, colmo dello Spirito di Dio, come Geremia, sa però distinguere tra il senso profondo delle parole del Signore e gli eventi che pesano sulla sua esistenza umana.
Preferisce non spaventarsi e parlare secondo verità, poichè sa per certo che, la salvezza promessa dal Signore non riguarda solo la sua povera vita terrena, e che coloro che lo uccideranno nulla possono contro la salvezza che gli viene dal suo Dio e che lo condurrà per sempre tra le braccia del Dio fonte della Misericordia.
La Colletta di questa celebrazione Eucaristica ci aiuta a valorizzare la testimonianza del Battista, martire per la verità e la giustizia.
In essa chiediamo a Dio – che lo ha dato a suo Figlio come precursore, nella nascita e nella morte – che conceda anche a noi di lottare con coraggio per testimoniare la sua Parola.
Fratelli e Sorelle, la figura di Giovanni Battista, come ho anticipato, è intimamente legata a quella di Cristo.
Già prima ancora della nascita sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta, sua madre, al saluto di Maria.
Sarà poi lui ad additare al mondo l’Agnello di Dio, come sarà lui il testimone della Voce dall’alto che lo proclama Figlio di Dio mentre lo battezza nelle acque del Giordano.
Con grande umiltà accetta e scandisce il suo ruolo che è quello di preparare la via al Cristo che viene.
Giovanni sa che egli deve diminuire e scomparire per fare spazio al Messia.
Riceverà, a sua volta, un grandissimo elogio da parte del Signore: «In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista».
La sua grandezza brillerà di luce piena quando la sua testimonianza alla verità assume le caratteristiche dell’eroismo.
Con la stessa franchezza con cui ha annunciato Cristo al mondo denuncia l’immoralità di un potente ben sapendo i rischi a cui si esponeva.
L’odio dei potenti, spesso condito con la più sfacciata immoralità, quasi sempre sfocia nella vendetta verso chi osa denunciare i loro misfatti.
È ormai perenne purtroppo la convinzione che certe voci scomode debbono tacere.
È accaduto al Cristo e dopo di lui ad una schiera innumerevoli di testimoni intrepidi e coraggiosi.
Il rimprovero anche il più meritato, o induce alla conversione o alimenta l’odio. Se poi si ha la triste vicenda di incappare in affari di donne e di sesso c’è da attendersi di tutto anche l’assurdo di turpi promesse che possono costare la vita degli altri.
È significativo infatti che la testa di Giovanni Battista entri in un intrigo di orge, in un banchetto che è esattamente il contrario di un convivio di amore.
La cecità e l’ottusità offuscano la ragione e obnùbilano le coscienze è in quello stato l’assurdo diventa ragione e diritto anche a costo della vita di un innocente.
Il vero vittorioso comunque è lui, Giovanni, che precede Cristo nel martirio e conduce così la sua intrepida testimonianza fino al martirio, fino al suo Calvario.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!