29.04.2023 SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA (1347-1380) – MATTEO 11,25-30 “Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo MATTEO 11,25-30

+ In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

Mediti…AMO

«Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia»: queste alcune delle parole che hanno reso questa santa, patrona d’Italia, celebre.

Nata nel 1347 Caterina non va a scuola, non ha maestri. I suoi avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre. E la spunta.

Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua “cella” di terziaria domenicana (o Mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero, di San Domenico).

Nell’Ordine delle Suore della Penitenza di San Domenico.

La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei.

Li chiameranno “Caterinati“. Certamente imparò a leggere e a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata.

Con questi scritti Caterina parla a papi e re, a donne di casa e a regine, e pure ai detenuti.

Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377.

Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni.

Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II e, nel 1939 Papa Pio XII la dichiarerà patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi.

Non è nostra intenzione indugiare nel porre in rilievo come nella vita e nell’attività esterna di Caterina le beatitudini evangeliche abbiano avuto un modello di superlativa verità e bellezza.

Tutti ricordano quanto sia stata libera nello spirito da ogni terrena cupidigia. Quanto abbia amato la verginità consacrata al celeste sposo, Cristo Gesù.

Quanto sia stata affamata di giustizia e colma di viscere di misericordia nel cercare di riportare la pace in seno alle famiglie e alle città, dilaniate da rivalità e da odi atroci.

O quanto si sia prodigata per riconciliare la repubblica di Firenze con il Sommo Pontefice Gregorio IX, fino ad esporre alla vendetta dei ribelli la propria vita.

Lei è davvero la vergine prudente del Vangelo, che è riuscita a tenere accesa, nonostante la lunga e faticosa attesa dello Sposo, la sua lampada.

Annegata nel sangue di Cristo, non ha avuto paura di contrapporsi ai nemici della Chiesa, ai potenti del suo tempo.

Assetata di Dio, trovava qualsiasi sacrificio leggero e mostrava una cura eroica e tenera verso i più poveri e sofferenti.

Nonostante siano passati secoli dalla sua esistenza, rimane anche per noi un punto ardente di riferimento.

C’insegna la forza e la perseveranza del quotidiano. E, insieme, ci addita i grandi spazi della verità e della giustizia.

Caterina da Siena offre nei suoi scritti uno dei più fulgidi modelli di quei carismi di esortazione, di parola di sapienza e di parola di scienza, che san Paolo mostrò operanti in alcuni fedeli presso le primitive comunità cristiane.

Ed invero, quanti raggi di sovrumana sapienza, quanti urgenti richiami all’imitazione di Cristo in tutti i misteri della sua vita e della sua Passione, quanti efficaci ammaestramenti per la pratica delle virtù, proprie dei vari stati di vita, sono sparsi nelle opere di questa Santa.

Le sue Lettere sono come altrettante scintille di un fuoco misterioso, acceso nel suo cuore ardente dall’Amore Infinito, ch’è lo Spirito Santo.

Caterina fu la mistica del Verbo Incarnato, e soprattutto di Cristo crocifisso; essa fu l’esaltatrice della virtù redentiva del Sangue adorabile del Figliolo di Dio, effuso sul legno della croce con larghezza di amore per la salvezza di tutte le umane generazioni.

Questo Sangue del Salvatore, la Santa lo vede fluire continuamente nel Sacrificio della Messa e nei Sacramenti, grazie al ministero dei sacri ministri, a purificazione e abbellimento dell’intero Corpo mistico di Cristo. Caterina perciò potremmo dirla la “mistica del Corpo mistico” di Cristo, cioè della Chiesa.

D’altra parte la Chiesa è per lei autentica madre, a cui è doveroso sottomettersi, prestare riverenza ed assistenza.

Quale non fu perciò l’ossequio e l’amore appassionato che la Santa nutrì per il Romano Pontefice.

Ella contempla in lui “il dolce Cristo in terra”, a cui si deve filiale affetto e obbedienza.

Il messaggio di una fede purissima, di un amore ardente, di una dedizione umile e generosa alla Chiesa cattolica, quale Corpo mistico e Sposa del Redentore divino: questo è il messaggio tipico di santa Caterina.

Ma entriamo nel testo evangelico, con il quale la Liturgia abbellisce stamattina, la nostra vita.

Matteo ci regala una preghiera di Gesù piuttosto rara. Si tratta di una lode esultante di gioia, rivolta al Padre.

I Padri della Chiesa antica l’hanno chiamata “giubilo”, ovvero un grido di esultanza sgorgato dal cuore di Gesù.

Il Vangelo ci insegna che il Figlio di Dio ben sapeva, per diretta conoscenza di causa, che quelli che avrebbero dovuto riconoscere il Messia con più facilità -ovvero gli scribi e i dottori della Legge (i dotti e i sapienti del suo tempo) – non erano riusciti nell’impresa.

Ma sono i piccoli, i poveri, i semplici (come i suoi discepoli) a capire chi è Gesù, e a seguirlo.

Molti sapienti nella storia hanno tentato di incontrare Dio o di conoscere Gesù, ma invano.

E questo perché non l’hanno cercato su quella strada maestra che porta a lui: LA STRADA DELL’UMILTÀ E DELLA PICCOLEZZA.

Dio si è rivelato e fatto riconoscere da quei “piccoli”, che nella storia della Chiesa abbiamo più volte visto trasformarsi ed ergersi come giganti, ricostruendo l’opportunità di tornare a Dio, di comprendere, interpretare più profondamente il Vangelo nel loro oggi.

Alcuni tra le innumerevoli schiere, IL POVERELLO DI ASSISI, o GABRIELE DELL’ADDOLORATA.

E Santa Caterina, una santa lontana nel tempo e nella nostra sensibilità, vissuta in un medioevo pieno di luce e di ombre, TANTO ANCORA PUO’ GRIDARE ALLA NOSTRA SCLEROCARDIA, richiamandoci all’essenzialità.

Questa Santa ci insegna che abbiamo bisogno di donne del genere, che la Chiesa ha bisogno di lasciare più spazio al carisma femminile della Parola di Dio, che ha bisogno di profetesse che richiamino la Chiesa e il mondo alle proprie origini, dicendo -ancora e ancora- CHE SOLO LA FEDE E LA PREGHIERA E IL SILENZIO POSSONO PLASMARE CARATTERI E SITUAZIONI.

La voce di Dio alla Santa Patrona d’Italia. Sono le parole rivolte a Santa Caterina dal Signore in una visione, e riferite dal suo confessore il beato Raimondo da Capua:

  • «Sai, figliola, chi sei tu e chi sono io? Se saprai queste due cose, sarai beata. Tu sei quella che non è; IO, invece, COLUI CHE SONO. Se avrai nell’anima tua tale cognizione, il nemico non potrà ingannarti e sfuggirai da tutte le sue insidie; non acconsentirai mai ad alcuna cosa contraria ai miei comandamenti, e acquisterai senza difficoltà ogni grazia, ogni verità e ogni lume».
  • “Ponetevi per obietto Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso. E non indugiate, né aspettate il tempo, perché il tempo non aspetta voi. Ponetevi per obietto Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso. E non indugiate, né aspettate il tempo, perché il tempo non aspetta voi.”

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!