29.03.2023 MERCOLEDI’ 5′ SETTIMANA QUARESIMA A – GIOVANNI 8,31-42 “Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 8,31-42

+In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Fratelli e Sorelle, il nostro Dio È UN DIO CHE SALVA, che ci libera dalla morte.

Nel vangelo di oggi, continua la riflessione sul capitolo 8 di Giovanni, in cui approfondisce IL MISTERO DI DIO, CHE ABITA LA PERSONA DI GESÙ.

Sembra una ripetizione, perché sempre ritorna a parlare apparentemente della stessa cosa.

In realtà, è la stessa cosa, ma ogni volta Giovanni scende ad un livello più profondo, tanto che, nel vangelo di oggi, AFFRONTA IL TEMA DELLA RELAZIONE DI GESÙ CON ABRAMO, IL PADRE DEL POPOLO DI DIO.

Giovanni cerca di aiutare le comunità a capire come Gesù si colloca all’interno dell’insieme della storia del Popolo di Dio, aiutandole a percepire la differenza che c’è tra Gesù ed i giudei, ed anche tra i giudei e gli altri: TUTTI NOI SIAMO FIGLI E FIGLIE DI ABRAMO.

E, in Gesù ci indica la via per giungere alla salvezza e alla libertà «…se rimanete NELLA MIA PAROLA, SIETE DAVVERO MIEI DISCEPOLI; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Certamente la fede autentica non si riduce a un’adesione momentanea al Cristo, ma esige perseveranza e fedeltà con Gesù, Parola vivente del Padre.

INFATTI, IL VERO DISCEPOLO DI CRISTO SI RICONOSCE DA QUESTA PERMANENZA CONTINUA E INTIMA IN GESÙ.

Deve essere un essenziale progetto di vita quello che ci impegna, come battezzati e credenti, a nutrirci costantemente di Dio per godere dei benefici della Redenzione e poter così essere davvero liberi.

L’errore infatti ci disorienta, ci spinge a compiere scelte sbagliate e di conseguenza restarne vittime fino a diventarne schiavi.

E quando siamo privi della protezione divina, allora non ci sentiamo amati e non siamo più nemmeno capaci di amare e cadiamo nella tentazione e nel peccato.

E questo ha le sue inevitabili conseguenze, ci dice il maestro di Nazareth «…in verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato […] Se invece sei battezzato in Cristo nel suo sangue, non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio“.

Ecco allora che quella Parola che oggi la Liturgia ci regala, ci sta indicando il percorso verso la santa Pasqua, verso la Redenzione, verso la libertà dei figli di Dio.

Ma cerchiamo di capire bene questa pericope del Vangelo Giovanneo:

  • Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.

I Giudei si vantavano di essere liberi perché figli di Abramo e, nel mondo greco solo i cittadini potevano essere considerati uomini liberi.

Nelle parole di Gesù la libertà è legata alle condizioni interiori.

L’UOMO È VERAMENTE LIBERO NELLA MISURA IN CUI ABITA LA CASA DELLA VERITÀ.

Si, la VERITA’. Questo vocabolo non fa riferimento ad una dottrina ma ad una persona, come appare subito dopo “…se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”.

La libertà giunge a noi attraverso Gesù, chi accoglie la sua Parola, chi fa della sua Parola la sua abituale dimora, entra in un orizzonte radicalmente nuovo: viene liberato dalle catene dell’egoismo, dall’ansietà, dalla paura della morte, dal peccato … tutte cose che ci rendono schiavi senza che ce ne accorgiamo.

L’amicizia con Cristo, diceva Benedetto XVI, “ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità”.

Ecco allora che essere libero o essere schiavo del peccato, è il dilemma che ogni uomo deve affrontare.

Essere libero, per l’uomo, significa appartenere completamente a Dio, significa fare IN OGNI CIRCOSTANZA la sua volontà, poiché egli desidera la nostra salvezza.

Essere libero compiendo il bene è fare piacere a Dio. Al contrario, essere schiavo significa andare per la propria strada, essere signori di sé stessi.

Impariamo a perseverare nell’insegnamento di Cristo, perché perseverare significa perdurare sempre, significa credere contro ogni logica umana.

Ciò significa avere il coraggio di dare fiducia a Gesù, rimanere sempre nella casa del Padre.

Abramo ha mostrato di avere del tutto fiducia in Dio. La patria, verso la quale per tutta la vita non ha smesso di incamminarsi, è Dio.

Se fossimo davvero figli di Abramo, le nostre vite prenderebbero un’altra piega.

Il Figlio di Dio è venuto sulla terra per cercare e per salvare ciò che era perduto. Se il Figlio vi libera, sarete davvero liberi.

Il tempo di Quaresima ha questo senso: con l’ascolto della parola divina e con le azioni dettate da una fede profonda noi vogliamo ottenere la liberazione operata per noi da Gesù Cristo.

Essere un discendente di Abramo non ha un significato carnale, ma spirituale: continuare lo spirito del patriarca, cioè avere una fede sempre più forte.

Nella fede Abramo ha obbedito all’appello di Dio e si è recato nella terra di cui doveva entrare in possesso.

Prima di arrivare alla terra promessa ha peregrinato molto, aspettando la costruzione, su solide fondamenta, della città il cui architetto e costruttore sarebbe stato Dio stesso. E noi siamo capaci di camminare fino alla città costruita da Dio?

Il nostro tempo è dominato dalla cultura del relativismo che offusca la verità delle cose, all’interno del quale la Chiesa non deve limitarsi a difendere, o a proporre un’astratta dottrina, incapace di dare salvezza.

Ma è chiamata ad annunciare e a testimoniare CHE SOLO NELL’INCARNAZIONE, NELLA PASSIONE, NELLA MORTE E NELLA RISURREZIONE DI CRISTO L’UOMO TROVA LA VERITÀ PIENA DI SÉ STESSO.

SOLO IN LUI, E SOLO GRAZIE A LUI, veniamo liberati dalla schiavitù del peccato e possiamo realizzare tutto il bene possibile, che manifesta e accresce la dignità della persona.

PER QUESTO LA VERA LIBERTÀ CONSISTE NEL CAMMINARE NELLA CARITÀ, come diceva Sant’Agostino in quella splendida formula, che purtroppo tante volte viene equivocata: “Ama e fa’ ciò che vuoi” (Commento alla prima lettera di Giovanni, VII, 8).

L’amore di cui il santo vescovo di IPPONA parla, non si misura con i gusti soggettivi, che chiudono l’uomo in sé stesso, MA CON LA TESTIMONIANZA OFFERTA DA GESÙ CHE È RIMASTO FEDELE ALLA MISSIONE RICEVUTA DAL PADRE. FINO ALLA CROCE.

E vorrei chiudere, regalandovi un ultimo testo tratto dalla presentazione del Catechismo della Chiesa cattolica:

  • “Verità e libertà sono aspirazioni di ogni cuore. Gesù ci dice che la libertà della persona umana, fondamento della realizzazione di sé, è legata alla verità, e questa è ultimamente la sua stessa persona. Gesù Cristo, infatti, è la parola di Dio, l’assoluta Verità. Essere suoi discepoli, camminare dietro a lui, significa aderire alla verità che è la sua persona, accogliere la sua grazia, aprirsi alla comunione con lui. In questa esperienza di ascolto e di comunione, ciascuno potrà riconoscere che la propria esistenza riceve luce decisiva e vita vera: in Cristo si compie quel disegno di verità sull’umanità e sulla storia che il Padre ha voluto rivelare e realizzare per la nostra salvezza.”

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!