28 ottobre 2024 lunedì Santi Simone il Cananeo e Giuda Taddeo – LUCA 6,12-19 “..ne scelse dodici”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).

Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”

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Dal Vangelo secondo LUCA 6,12-19

+ In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il primo era soprannominato “Cananeo” o “Zelota”, e l’altro, chiamato anche “Taddeo”, figlio di Giacomo.

Nei vangeli i loro nomi figurano agli ultimi posti degli elenchi degli apostoli e le notizie che ci vengono date su di loro sono molto scarne.

Di Simone sappiamo che era nato a Cana ed era soprannominato lo zelota, forse perché aveva militato nel gruppo eversivo degli zeloti, e che secondo la tradizione, subì un martirio particolarmente cruento, poiché il suo corpo fu fatto a pezzi con una sega. Per questo motivo è raffigurato con questo attrezzo ed è patrono dei boscaioli e taglialegna.

L’evangelista Luca presenta l’altro apostolo come Giuda di Giacomo, ma i biblisti sono oggi divisi sul significato di questa precisazione. Alcuni traducono con fratello, altri con figlio di Giacomo.

Matteo e Marco lo chiamano invece “Taddeo”, che non designa un personaggio diverso, essendo un soprannome aramaico che significa “magnanimo”.

Secondo Giovanni, nell’ultima cena proprio Giuda Taddeo chiede a Gesù «…Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?».

Gesù non gli risponde direttamente, ma va al cuore della chiamata e della sequela apostolica «…se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

L’unica via per la quale Dio giunge all’uomo, anzi prende dimora presso di lui è l’amore, per cui non è un caso che questa domanda venga da Giuda Taddeo, il suo cuore magnanimo aveva, probabilmente, intuito la risposta del Maestro.

Come Simone, egli è venerato come martire, anche se non conosciamo le circostanze della sua morte.

Questa festa degli Apostoli ci dà l’occasione di acquistare maggiore consapevolezza delle due imprescindibili dimensioni della Chiesa, che è corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo, e non può essere l’uno senza l’altro.

E un’illusione credere di poter ricevere lo Spirito Santo senza far parte del corpo di Cristo, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo e si riceve nel corpo di Cristo.

La Chiesa come corpo di Cristo ha anche un aspetto visibile: per questo Gesù scelse i Dodici e sceglie nel tempo i loro successori, a formare la struttura visibile del suo corpo, quasi continuazione dell’incarnazione.

Appartenendo al suo corpo, possiamo ricevere il suo Spirito ed essere intimamente uniti a lui in un solo corpo e in un solo Spirito.

La prima lettura, dalla lettera agli Efesini, esprime bene queste due dimensioni.

Ognuno ha ricevuto la Grazia “secondo la misura del dono di Cristo” e anche una seconda dimensione, invisibile “…in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito“.

Anche nella prima lettera ai Corinzi Paolo mette in evidenza lo stesso concetto “I vostri corpi sono membra di Cristo… Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo” (6,15.19).

Splendido l’effetto che sortisce la preghiera, ci mostra il brano odierno.

La preghiera abitua a riconoscere e ad amare la diversità, tanto da renderla una realtà su cui si fonda la vita della Chiesa a servizio di un’umanità che cammina, proprio perché abitata da un processo di differenziazione che arricchisce ed esalta il senso e la bellezza del vivere e del vivere insieme.

Nel brano, infatti, per Grazia di Dio, contempliamo il Signore Gesù che «se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio» (Lc 6,12).

La preghiera del Signore non è un’evasione, ma prepara la strada alla realizzazione del disegno di Dio sulla nostra umanità che, attraverso la scelta del gruppo degli apostoli, segna e orienta il cammino di tutti.

La fede è fondamentalmente ecclesiale. Credere in Dio significa entrare nel mistero di un’alleanza e prendere posto come membro del corpo di Cristo, membro del popolo santo redento dal suo sangue.

Fratelli e Sorelle, mai dobbiamo dimenticare che la diversità non è mai stata un problema per il Signore.

Anzi, per Lui, più siamo diversi e più abbiamo possibilità di aiuto nella crescita reciproca.

Ecco allopra che la comunità dei discepoli che formiamo oggi è chiamata a imparare dal Signore.

Infatti, solo chi ha imparato a contemplare Dio, potrà riconoscerlo nel volto dei fratelli, anche di quelli più umili, anche di quelli che sono vestiti di peccato.

Il Signore ci invita a salire sul monte per ricevere quella Parola che, fedelmente, andremo a donare ai fratelli.

Se non abbiamo accolto la Parola di Dio, agli altri daremo solo parole umane o nostre.

Condivideremo con loro esortazioni che nascono dal buon senso, suggerimenti che non hanno la forza di sanare il cuore senza veramente portare a Cristo.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica…

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!