28.11.2023 – MARTEDI’ XXXIV SETTIMANA P.A  A – LUCA 21,5-11 “Non sarà lasciata pietra su pietra”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 21,5-11

+ In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

L’anno liturgico ormai volge al declino e il nostro cammino riprenderà con il tempo di Avvento, inizio di un nuovo anno, durante il quale contempleremo il Cristo Signore, nel Vangelo di Marco.

Eccoci dunque in contemplazione delle realtà ultime, alle quali tende la nostra attesa: il Signore Gesù apparirà nella gloria come “il Veniente”.

È Gesù stesso che sul finire dei suoi giorni terreni prima della sua passione e morte, mentre si trova a Gerusalemme per la celebrazione della Pasqua, di fronte al tempio, stimolato da una domanda dei suoi discepoli delinea “il giorno del Signore” (quello “jom ’Adonaj”, ben noto al popolo ebraico, e non più a noi), QUALE GIORNO DELLA SUA VENUTA.

Era il tempo in cui IL TEMPIO DI GERUSALEMME, la cui ricostruzione da parte di Erode era iniziata circa cinquant’anni prima, appariva come una costruzione sontuosa, che impressionava chi giungeva a Gerusalemme.

Essa non era come le altre città capitali: era “la città del gran Re”, il Signore stesso, meta dei giudei residenti in Palestina o provenienti dalla diaspora (da Babilonia a Roma), la città sede (luogo, “maqom”) della Shekinah, della Presenza di Dio. Di essa le Scritture cantavano:

  • Sal 48,2-3 “Ascoltate, popoli tutti, porgete orecchio abitanti del mondo, voi nobili e gente del popolo, ricchi e poveri insieme.”;
  • Mt 5,33-35 “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è LA CITTÀ DEL GRAN RE”.

E, come ho detto poc’anzi, il tempio, nel suo splendore, ne era il segno per eccellenza, tanto che si diceva: “Chi non ha visto Gerusalemme, la splendente, non ha visto la bellezza. Chi non ha visto la dimora (il Santo), non ha visto la magnificenza”.

E, persino i discepoli di Gesù, nella valle del Cedron, di fronte a Gerusalemme, o sul monte degli Ulivi erano spinti all’ammirazione.

Ma torniamo al  testo.

LE PAROLE DI GESÙ, PRONUNCIATE DUEMILA ANNI, FA SEMBRANO DETTE OGGI.

Le stesse guerre, le stesse carestie, addirittura i fatti terrificanti dal cielo che ci richiamano subito la distruzione violenta e disastrosa delle Torri Gemelle, della città di Petra, i violenti attacchi suicidi degli integralisti islamici, in ogni parte di Europa, la guerra della Russia contro l’Ucraina, quella di Israele contro Hamàs.

Nihil sub sole novum”.

Ciò che è stato sarà, e ciò che si è fatto si rifarà. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole”, sentenziava l’antico sapiente di Israele, in Ecclesiaste 1,10, o altrimenti detto Qohelèt 1,9-10.

Da millenni si ripetono le stesse situazioni e gli stessi fatti. Nulla è veramente una novità.

IL MONDO SUBIRÀ, FINO ALLA FINE DELLA STORIA UMANA, VIOLENZE E GUERRE, CATASTROFI E TRAGEDIE CHE, PERÒ, NON INDICANO IN ALCUN MODO L’IMMINENTE ARRIVO DEL SIGNORE.

Non sappiamo quando tornerà ma siamo chiamati a tenerci pronti, puntando lo sguardo solo su di Lui sapendo che, alla fine, sarà SOLO LUI, ad avere l’ultima Parola.

Ma allora ha ancora senso sperare? Certo che si.

IL MESSAGGIO DI GESÙ, FA SEMPRE POSTO ALLA CERTEZZA CHE SIAMO PERENNEMENTE E GRANDEMENTE AMATI.

Infatti, dopo l’elenco agghiacciante delle sciagure, giunge la promessa di una infinita e dolcissima tenerezza, propria del più tenero Padre “…nemmeno un capello del vostro capo perirà”.

Però, questo non vale, per le belle pietre, che ornano il tempio, che non resteranno in quella posizione a lungo.

E IL TEMPIO, È IL FARO DI ISRAELE, IL MOTORE DELLA SPIRITUALITÀ E DELLA FEDE MA, ANCHE DI UNA RINATA E FIORENTE ECONOMIA LEGATA AI PELLEGRINAGGI. ISRAELE È GIUSTAMENTE ORGOGLIOSA DEL PROPRIO TEMPIO.

Pure troppo fiorente.

Ed è questa sicumera, che impedisce a Israele, di vedere le fosche nubi, cariche di sangue, che si stanno addensando sulla storia e che porteranno alla distruzione della città ad opera dei romani

Certo, direte voi, è una facile profezia, quella del Signore, perchè è ovvio che il nazionalismo crescente dell’epoca, rinvigorito dall’entusiasmo suscitato dalla ricostruzione del tempio, crescerà fino ad esplodere, SUSCITANDO L’INEVITABILE, FEROCE, RABBIOSA, VIOLENZA DELL’IMPERO.

Iniziata vent’anni prima della nascita di Cristo e finita trent’anni dopo la sua morte e resurrezione, la ricostruzione del tempio, durata ottant’anni, SARÀ GODUTA PER POCO PIÙ DI UN DECENNIO PRIMA DELLA DISTRUZIONE DEFINITIVA DEL LUOGO, AD OPERA DI ROMA.

“Sic transit gloria mundi!”

Gesù non voleva certamente negare la bellezza del tempio, né decretarne la distruzione, ma voleva avvertire i discepoli, che il tempio, sebbene fosse la casa di Dio, sebbene fosse una costruzione imponente, non avrenne dovuto essere oggetto di fede, né inteso come una garanzia, una sicurezza.

PURTROPPO, INFATTI, IL TEMPIO DI GERUSALEMME ERA DIVENTATO DESTINATARIO DELLA FEDE DA PARTE DI MOLTI CONTEMPORANEI DI GESÙ: NON AL DIO VIVENTE MA AL TEMPIO ANDAVA IL LORO SERVIZIO, E LA LORO FEDE-FIDUCIA NON ERA PIÙ INDIRIZZATA AL SIGNORE, MA ALLA SUA CASA, LÀ DOVE RISIEDEVA LA SUA PRESENZA…

Ma, Fratelli e Sorelle, nemmeno dobbiamo dimenticare che Gesù prevede guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie…: tutti segni che parlano di quella malattia profonda del mondo, che si chiama peccato, e che, ci invitano a guardare al di là di questo mondo.

Il mondo dove viviamo, non è ancora pienamente redento: LA REDENZIONE È PER ORA UN LIEVITO, UN SEME, PERÒ IL FUTURO RIVELERÀ LA FORZA DI QUESTO LIEVITO.

Il discepolo sa, come ricorda paolo di tarso ai Romani, che “…nulla potrà separarlo dall’amore di Cristo, né la persecuzione, né la prigione, né la morte” (Rm 8,35).

Anzi, Gesù gli assicura che nell’ora del processo gli saranno date parola e sapienza per resistere ai persecutori, che non potranno contraddirlo.

In ogni avversità, anche da parte di parenti, familiari e amici, il cristiano non deve temere nulla.

Deve solo continuare a confidare nel Signore Gesù, accogliendo la sua promessa “…con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.

Ecco la virtù cristiana per eccellenza, la perseveranza-pazienza: ovvero, la capacità di non disperare, di non lasciarsi abbattere nelle tribolazioni e nelle difficoltà, di rimanere e durare nel tempo, che diviene anche capacità di sup-portare gli altri, di sopportarli e di sostenerli, nel cammino di questa vita.

La vita cristiana, infatti, non è l’esperienza di un momento o di una stagione della vita, ma abbraccia l’intera esistenza, è“perseveranza fino alla fine” (Mt 10,22; 24,13), nell’amore, “fino alla fine”, sull’esempio di Gesù (Gv 13,1).

Ecco, allora,ché questa pagina evangelica non parla della fine del mondo, MA DEL NOSTRO “HIC ET NUNC”, QUI E ORA,: la nostra vita quotidiana è il tempo della difficile eppure beata e salvifica perseveranza (Gc 5,11 “Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione”).

Fratelli e Sorelle, i nostri occhi registrano tutte le contraddizioni dell’oggi, MA LA FEDE CI FA GIÀ RESPIRARE QUELLA PIENEZZA DI VITA CHE UN GIORNO RIVESTIRÀ OGNI COSA.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!