28.07.2023 – VENERDI’ XVI SETTIMANA P.A. A – MATTEO 13,18-23 “…ma è incostante…”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 13,18-23

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

Mediti…AMO

A partire dal cap.12 si delinea da un lato un’opposizione tra i capi religiosi d’Israele, gli scribi e i farisei, dall’altro, in seno alle folle che ascoltano Gesù e si meravigliano dalle sue azioni prodigiose, sta formandosi a poco a poco un gruppo di discepoli, dai lineamenti ancora incerti, ma seguono Gesù con perseveranza.

A dodici di questi discepoli Gesù ha fatto dono della sua autorità e dei suoi poteri; li ha inviati come messaggeri del regno, trasmettendo loro istruzioni esigenti e radicali (10,5-39).

Ora nel momento in cui si scatena la controversia con i suoi oppositori Gesù riconosce la sua vera parentela non nella linea della carne (madre, fratelli), ma in coloro che lo seguono, lo ascoltano e compiono la volontà del Padre (12,46-50).

Quest’ultimo rapporto ci offre la possibilità di immaginare che l’uditorio al quale Gesù rivolge le sue parabole è duplice: da un lato i discepoli ai quali è donato di conoscere i misteri del regno (13.119 e che sono nella possibilità di comprenderle (13,50) e dall’altro le folle che sembrano rimanere prive di questa comprensione profonda (13, 11.34-36).

Davanti alle grandi folle che si raccolgono per ascoltare Gesù viene esposta anzitutto la parabola del seminatore. Gesù parla di un seme che cade o no nella terra e dal luogo dove cade, dipende, o no, la sua possibile crescita.

È quanto accade nelle prime tre categorie di terreno:

  1. «lungo la strada» (il suolo indurito dal passaggio degli uomini e delle bestie),

  2. «terreno sassoso» (composto da roccia),

  3. «sui rovi» (è il terreno ricoperto da spine).

Invece quello che cade sulla «terra buona» dà frutti eccellenti anche se a diversi livelli. Il lettore è orientato a prestare attenzione più al rendimento del chicco che non sul gesto del seminatore.

MATTEO FOCALIZZA L’ATTENZIONE DELL’ASCOLTATORE SULLA TERRA BUONA E IL FRUTTO CHE QUESTA È CAPACE DI PRODURRE IN MANIERA ECCEZIONALE.

Inoltre il capitolo tredicesimo contiene il terzo lungo discorso di Gesù in Matteo, quello centrale del vangelo. Esso è incorniciato da un solenne incipit (vv.13,1-3a) e da una conclusione che per molti esperti rivelerebbe l’autoritratto di Matteo (vv.15,51-52), riporta sette parabole:

  1. il seminatore, 13,3b-9;

  2. la zizzania, 13,24-30;

  3. il grano di senape, 13,31-32;

  4. il lievito, 13,33;

  5. il tesoro, 13,44;

  6. la perla preziosa, 13,45-46;

  7. la rete, 13,47-50,

  8. che diventano otto, se si considera anche il detto sull’uomo-padrone di casa del v. 52.

La prima parabola, che leggiamo oggi, è quella che, in un certo senso, governa tutte le altre parabole. Ed è anche “la più importante” non solo delle parabole di Matteo, ma “di tutte le parabole evangeliche».

Le domande fondamentali che suscita sono due: chi è il seminatore? e qual è il suo comportamento?

In questa parabola, simbolicamente, Gesù sta descrivendo la sua stessa missione di annunciatore del Regno: ed è LUI, quel seminatore che esce per andare a gettare il seme, mentre parla del Regno.

E questo ci permette di sottolineare un aspetto altamente significativo del nostro racconto: le diverse tipologie di terreno che riceve il seme.

Proprio su questo si concentra la spiegazione che viene data ai discepoli (vv.18-19): «Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta LA PAROLA DEL REGNO e…».

Tutto verte quindi sull’ascoltare la parola del Regno (Mc 4,14 «la parola»; Lc 8,11 «la parola di Dio»).

MA SE E’ PUR VERO CHE IL SEME È SEMPRE LO STESSO, E’ ALTRETTANTO VERO CHE CAMBIA IL TERRENO DOVE QUESTO CADE, OVVERO IL MODO DI ASCOLTARE LA PAROLA.

Di conseguenza gli ascoltatori della parola si dividono in due gruppi:

  • A) quelli che non soddisfano le esigenze richieste;

  • B) quelli che invece le soddisfano.

Ma una corretta analisi della parabola, per meglio comprenderne il senso, ci obbliga a suddividere gli uomini della tipologia “A”, in tre tipi:

  1. gli uomini della strada, che falliscono perché non amano Dio con tutto il cuore,

  2. gli uomini dei terreni pietrosi, che falliscono perché non lo amano con tutta la loro anima

  3. gli uomini delle spine, che falliscono perché non lo amano con tutta la loro forza.

Non falliscono invece gli uomini della tipologia “B”, ovvero gli uomini del buon terreno, perché ascoltano, capiscono e fanno, cioè producono frutto, vivendo in accordo con ciò che hanno udito.

Questa spiegazione, di taglio biblico e morale, è davvero molto interessante, perché ci chiama ad interrogarci per vedere quale tipo di terreno siamo, quando ascoltiamo la parola del Regno. Perché rischiamo infatti, ogni volta che Dio ci parla, di chiudere gli orecchi o di non prestare la dovuta attenzione.

Teniamo sempre presente che IL TEMA DELL’ASCOLTO E DELLA MESSA IN PRATICA è caro a Matteo, ed è da questi trattato alla fine del discorso della montagna, quando dice «…chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia…» (Mt 7,24 e Lc 6,47-49).

Nella attuale FUORVIANTE E VUOTA società dei mass media, in modo analogo, abbondanti sono le possibilità di comunicare, MA ANCHE INESISTENTI SONO LE POSSIBILITÀ DI TESSERE RELAZIONI VERE.

Continuamente riceviamo segnali di tanti tipi, stimoli, ascoltiamo parole, ma rischiamo di perdere il senso reale del messaggio. I genitori e i figli si siedono a tavola e non si ascoltano più vicendevolmente, ma lasciano acceso lo smartphone, ormai elevato a idolo ed a unico protagonista delle nostre giornate. E lo smartphone, riempie, incontrastato, quel vuoto che spesso incombe nelle nostre famiglie, PERCHÉ IL DIALOGO GENITORI\FIGLI, NON ESISTE PIÙ.

E, QUEL SEME, MAGARI GETTATO NELLA FORMA DI UN DISAGIO CHE CHIEDE AIUTO, CADE SU UN TERRENO CHE NON È ORMAI PIÙ CAPACE DI ACCOGLIERLO. 

Ma attenzione, Fratelli e Sorelle a non demonizzare, per contro, questo prodotto tecnologico, che come tutte le cose, ha anche lati positivi.

I cellulari sono ormai parte del nostro vissuto e del vissuto dei nostri ragazzi, del loro modo di comunicare, del loro modo di guardare il mondo, di conoscere e dare senso a quello che vivono.

Serve allora non rimuovere questa dimensione, mA OCCORRE ENTRARCI DENTRO, E COGLIERE LE POTENZIALITÀ DI QUESTI STRUMENTI IN ORDINE AD UN VISSUTO DI FEDE.

Perché, dice il Papa, in sostanza, UNA FEDE CHE NON C’ENTRA NULLA CON IL TELEFONINO È UNA FEDE CHE TAGLIA FUORI UN ASPETTO CHE È ORMAI PARTE INTEGRANTE DELLA VITA DI UN ADOLESCENTE.

DUNQUE È UNA FEDE INCAPACE DI RIVOLGERSI ALLA GLOBALITÀ DELLA LORO ESPERIENZA DI VITA, E QUINDI E’ UNA FEDE MONCA.

A ben vedere sono tantissime le possibilità che gli smartphone possono offrire per favorire un vissuto di fede. Si pensi a tanti santi innamorati della Parola di Dio, che avrebbero fatto i salti di gioia se avessero potuto accedere in qualsiasi momento, con un tap, all’intero testo biblico: con i cellulari è possibile con svariate app dedicate e gratuite.

È possibile pregare la liturgia delle ore, trovare facilmente un commento al Vangelo del giorno o riascoltare una parola del papa.

Ma è possibile anche trovare stimoli e modalità per pregare e PREDICARE in una forma nuova.

Io stesso ho:

  • un blog di preghiera su Facebook (INFINITO E MISERICORDIA);

  • raggiungo quotidianamente diverse centinaia di persone su WATHSAPP, a cui invio ogni mattina prestissimo LE MEDITAZIONI, affinché possano iniziare la giornata meditando ed ascoltando la PAROLA DI DIO. Perché allego in file audio del Vangelo del giorno;

  • ho un sito di evangelizzazione quotidiana su GOOGLE (WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG), nel quale si condividono studi sulla Parola di Dio, Agiografia, Momenti di preghiera e Canto dei Vespri.

  • uso diverse piattaforme, tra cui JITSI.MEET, per INCONTRI SETTIMANALI DEL VANGELO, PER LA FORMAZIONE CATECHETICA DEGLI ADULTI e per lo STUDIO SETTIMANALE DELLA SCRITTURA

Ecco allora che, se VOLGIAMO OGNI COSA AL SERVIZIO DI DIO, abbiamo tantissime possibilità di esprimere con CONDIVIDERE con creatività, il NOSTRO VISSUTO DI FEDE (con immagini, video, musica, meditazioni, ascolto del Vangelo, ecc.) rAGGIUNGENDO, IN QUALCHE MODO, NEL QUOTIDIANO, ANCHE QUESTI NOSTRI GIOVANI FRATELLI.

Mi piace LA CAPACITA’ DI ESSERE AL PASSO DEI TEMPI DI PAPA FRANCESCO.

PARLANDO AGLI ADOLESCENTI AL GIUBILEO DEI RAGAZZI, nei suoi interventi ha utilizzato metafore quali “…la vostra felicità… non è un app” e “…se nella vostra vita non c’è Gesù è come se non ci fosse campo”.

Si coglie il desiderio del Papa di parlare ai ragazzi “nella loro lingua”, cioè attraverso il linguaggio che è loro proprio, ENTRANDO NEL MONDO IN CUI VIVONO, IL QUALE, CI PIACCIA O NO, TROVA NEL CELLULARE UN COMPONENTE IMPRESCINDIBILE.

Io credo quindi che la Chiesa debba saper guardare a questo nuovo mondo, che ci offre nuove forme di preghiera e di evangelizzazione, diverse da quelle alle quali siamo abituati, e che abbia la capacità e l’umiltà di riconoscere che, PER PROPORRE VISSUTI DI FEDE REALMENTE ATTUALI, DOBBIAMO IMPARARE E ABITARE I LINGUAGGI DI OGGI.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!