28.03.2023 MARTEDI’ 5′ SETTIMANA QUARESIMA A – GIOVANNI 8,21-30 “Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 8,21-30

+ In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

La settimana scorsa, la liturgia ci faceva a meditare il capitolo 5 del Vangelo di Giovanni.

Questa settimana ci pone dinanzi il capitolo 8 dello stesso Evangelo.

E voi sapete che, come il capitolo 5, anche il capitolo 8 contiene riflessioni profonde SUL MISTERO DI DIO CHE AVVOLGE LA PERSONA DI GESÙ.

Apparentemente sembrano dialoghi tra Gesù e i farisei (Gv 8,13), i quali vogliono sapere chi è questo Gesù che criticano, perché dà testimonianza di sé, senza nessuna prova o testimonianza che lo possa legittimare davanti alla gente (Gv 8,13).

E Gesù risponde dicendo che non parla per sé stesso, ma PER IL PADRE E IN NOME DEL PADRE (Gv 8,14-19).

In realtà, questi dialoghi sono anche espressione di come avveniva la trasmissione catechistica della fede nelle comunità del discepolo amato, intorno alla fine del primo secolo.

E rispecchiano quella lettura orante che i cristiani facevano delle PAROLE DI GESÙ, CONSIDERATE ESPRESSIONE DELLA PAROLA DI DIO.

Il metodo di domanda e risposta aiutava a trovare la risposta ai problemi che, verso quella fine del secolo, i giudei sollevavano ai cristiani.

Era un modo concreto di aiutare la comunità ad approfondire la sua fede in Gesù e nel suo messaggio.

Ma qui Giovanni, oggi, affronta anche un altro aspetto che riguarda la persona di Gesù.

Vediamo infatti che Gesù pronuncia una strana sentenza, in contraddizione con tutto il Vangelo, se tolta dal suo contesto:

  • “…dove vado io, voi non potete venire”.

In altri termini ci viene detto che non possiamo seguire Cristo se rimaniamo nel peccato, CIOÈ SE RIFIUTIAMO DIO E COLUI CHE EGLI HA MANDATO, GESÙ CRISTO.

Per Giovanni l’Evangelista, IL RIFIUTO DI CRISTO È IL PECCATO PIÙ GRANDE.

Infatti, come Mosè nei confronti del suo popolo, Cristo parla in nome di Dio.

Mosè nel tempo in cui era il pastore del popolo di Israele, aveva ascoltato le seguenti parole “Io-Sono mi ha mandato a voi… Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi” (Es 3,14-15).

E agli Ebrei bastava sentir pronunziare il nome di Dio perché avessero fiducia in Mosè, per fuggire dalla schiavitù e partire verso la terra promessa.

Perché questo nome celava in sé la potenza e il dinamismo dell’Esodo e grazie a questo nome, si è compiuta la Pasqua ebraica, nella quale non è mancata né la manna né l’acqua.

E ci furono anche le quaglie e il serpente di rame a salvare dalla morte.

Evocando questo nome, che è il suo nome, Gesù ricorda tutta la strada percorsa dalla schiavitù alla libertà, perché ciascuno di noi deve intraprendere questo cammino dalla morte alla vita.

E, per vivere questa Pasqua, bisogna credere in Gesù e alla SUA PAROLA, avendo nel nostro cuore la certezza che egli è il Messia.

Solo allora si rischiara il mistero pasquale, e impariamo a seguirlo sulla Via del calvario, nella passione, nella morte sulla croce e nella risurrezione.

Ma tutto questo è incomprensibile ai farisei, per la durezza del proprio cuore.

Infatti essi cercheranno Gesù, ma non lo incontreranno, perché lo cercheranno con criteri sbagliati.

Infatti vivono nel peccato e muoiono nel peccato, perché non hanno ben compreso che vivere nel peccato, significa vivere lontano da Dio.

Da quel Dio che si sono fatto “a loro immagine”, mentre Egli è un Dio assolutamente diverso da come se lo immaginano.

E questo è il motivo per il quale non sono capaci di riconoscere la presenza di Dio in Gesù.

Inoltre essi orientano tutto secondo i criteri di questo mondo. Ecco perché Gesù, avendolo compreso, dice loro “…Voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo!”

Vuol dir loro che tutto ciò che orienta Gesù in ogni cosa che dice e fa È IN RELAZIONE AL MONDO DI LASSÙ, CIOÈ DIO PADRE, E LA MISSIONE CHE HA RICEVUTO VIENE DAL PADRE SUO E NOSTRO.

Giovanni ci invita a dire “Dio è Gesù!” Per questo, Gesù dice “Se infatti non credete che IO SONO, morirete nei vostri peccati”.

E, come sapete, “IO SONO”, è l’affermazione con cui Dio si presenta a Mosè nel momento di liberare la sua gente dall’oppressione dall’Egitto (Es 3,13-14). E Gesù è la prova definitiva del fatto che Dio è con noi. Egli è l’Emanuele.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!