“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 7,21-29
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. Parola del Signore
Mediti…AMO
La pericope del vangelo di oggi ci insegna che non basta parlare e cantare, bisogna vivere e praticare (Mt 7,21-23).
Questo ci permetterà di capire che, solo così, la comunità costruita sul fondamento della nuova Legge del Discorso della Montagna, rimarrà in piedi nel momento della tormenta (Mt 7,24-27).
Purtroppo ci sono persone che parlano continuamente di Dio, MA CHE NON FANNO LA VOLONTÀ DI DIO; usano il nome di Gesù, MA NON TRADUCONO IN VITA IL LORO RAPPORTO CON IL SIGNORE (Mt 7,21).
Ci sono persone che vivono nell’illusione di lavorare per il Signore, MA NEL GIORNO DELL’INCONTRO DEFINITIVO CON LUI, SCOPRIRANNO, TRAGICAMENTE, CHE NON L’HANNO MAI CONOSCIUTO (Mt 7,22-23).
E anche per mezzo della parabola odierna, costituita dalla casa costruita sulla roccia (Mt 7,24-25) e dalla casa costruita sulla spiaggia (Mt 7,26-27), vengono illustrate queste contraddizioni.
E, per mezzo di essa, Matteo denuncia e, nello stesso tempo, cerca di correggere la separazione tra fede e vita, tra parlare e fare, tra insegnare e praticare.
L’ evangelista Matteo si trova, infatti, di fronte a una comunità, quella di Corinto, ricca di entusiasmo e di fede.
Purtroppo i cristiani di Corinto fanno profezie, esorcismi, miracoli nel Nome del Signore, ma questo non basta.
Essi non hanno compreso che la buona notizia del Vangelo DEVE PASSARE ATTRAVERSO LA NOSTRA VITA DI OGNI GIORNO, perchè il Maestro vuole una risposta concreta al suo insegnamento.
E chi vuol seguire Gesù deve farlo in modo radicale, totalizzante, all’interno di un cammino che si esprime in piccoli passi quotidiani, ma che porta al compimento della volontà del Padre, unico e supremo desiderio del Figlio e di tutti coloro che lo vogliono seguire.
Mai dobbiamo dimenticare, Fratelli e Sorelle, che una fede che non fiorisce in una vita concreta non giova a nulla: perché è morta in se’.
L’importante non è parlare in modo bello di Dio o saper spiegare bene la Bibbia agli altri, BENSÌ SIAMO CHIAMATI A FARE LA VOLONTÀ DEL PADRE PER POTER ESSERE UNA RIVELAZIONE DEL SUO VOLTO E DELLA SUA PRESENZA NEL MONDO.
La stessa raccomandazione la fece Gesù a quella donna che elogiò Maria, sua madre, ed alla quale il Signore rispose “…beati invece sono coloro che ascoltano la Parola e la mettono in pratica” (Lc 11,28).
Abbiamo bisogno di parole credibili, pronunciate da persone che vivono ciò che dicono.
La folla è ammirata da Gesù perché, contrariamente agli uomini religiosi del suo tempo, FA CIÒ CHE DICE.
ECCO PERCHÉ LA SUA PAROLA È AUTOREVOLE, È ASCOLTATA E ACCOLTA.
E questo vale anche per noi e per tutti quei cristiani che cammineranno sulle strade del tempo e della storia della salvezza: non basta professarsi cristiani.
Per esserlo davvero, non basta dirsi credenti per vivere da discepoli, MA OCCORRE CHE CRISTO VIVA IN NOI, E CHE SI VEDA… «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20)
zō dè oukéti egō, zē dè en emoì christòs
vivo però non più io, vive però in me Cristo
Ovvero «…vivo, ma non è più il mio ego a guidare la mia vita, ora sono un nuovo essere abitato da Cristo».
E se Cristo vive in me, né tempeste, né affanni, né preoccupazioni, e nemmeno il mio peccato possono far crollare ciò che è costruito a partire dalla Parola di Dio.
E QUESTO è l’ammonimento che il Signore ci rivolge: corriamo il rischio di parlare tanto di lui, di pregarlo, di impegnarci senza che davvero la sua presenza abiti le nostre quotidianità.
Ci accorgiamo se siamo davvero credenti, se il vangelo ha scavato la nostra vita quando questa ci mette davanti a delle tempeste inattese e devastanti.
Quando la malattia o il fallimento bussano alla nostra porta, allora ci rendiamo conto se la Fede ha inciso o meno nella nostra speranza, se ha nutrito la nostra consapevolezza, se ha cambiato le nostre scelte.
E allora, Fratelli e Sorelle, ogni giorno meditiamo la Parola, ancora e ancora, perché affondi nel terreno delle nostre convinzioni e vi ponga fondamenta ben salde per la nostra vita, per le tante cose che costruiamo e che restano in piedi solo se poggiano su Dio…
La Parola del Signore si indirizza a quelli che pretendono di avere la fede, a cui dice, senza mezzi termini, CHE SE NON LA METTONO IN PRATICA NON ENTRERANNO NEL REGNO DEI CIELI.
Coloro che credono di guadagnare il cielo a forza di citazioni o di preghiere, senza convinzione interiore e senza conformare la loro vita a Cristo, si sbagliano di grosso.
La fede non salva solo a parole, perché LA FEDE SENZA LE OPERE È MORTA”, ci ricorda san Giacomo.
Io sono “credente” ma non “praticante”, dichiarano troppi cristiani.
A questi dovremmo rispondere “…Fratelli miei…la vostra fede è inutile ed a nulla vi gioverà se non cambiate atteggiamento”.
Il sole splende, ed è bello, ovvio. Ma se vi ostinate a tenere gli occhi chiusi, o se non aprite le porte e le finestre ai suoi raggi, restate nel buio, cosa che non impedisce al sole di splendere.
Anche il fuoco arde, ma se restate lontani, continuerete ad aver freddo ed a nulla vi gioverà.
A che cosa serve dunque dire che il sole e il fuoco esistono?
Ecco allora che, credere in Gesù Cristo o vivere di Gesù Cristo, FA LA DIFFERENZA.
VISTO Da lontano un fiore artificiale può ingannare, ma se ci avviciniamo, vediamo subito che gli manca una grazia fondamentale, una morbidezza, un candore, E IL BUON PROFUMO.
E LA GRAZIA DI GESÙ CRISTO È PROPRIO QUESTO BUON PROFUMO, CHE TESTIMONIA ATTRAVERSO DI NOI, LA SUA INCARNAZIONE.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!