«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 21,1-4
+ In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Parola del Signore
Mediti…AMO
Gesù è ormai a Gerusalemme e ritorna nel Tempio, dopo averlo purificato dai vari commerci che lo avevano fatto diventare un covo di ladri (Lc 19,46).
E scopre che tra i pellegrini che frequentano il Tempio per depositare le loro offerte, i ricchi danno “parte del loro superfluo”.
Cosicché le loro offerte non sono vere elemosine, perché queste provengono da ciò che uno possiede (Tb 4,7 “…dei tuoi beni fa’ elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio”), non dal superfluo che non gli conferisce alcun valore.
Questo tipo di elemosina, dunque, non comportava un sacrificio ma era piuttosto un segno di ostentazione.
NON SOLO. MA COSÌ SI COMPORTANO ANCHE DA LADRI, PERCHÉ S’IMPADRONISCONO DI UNA GLORIA UMANA CHE NON APPARTIENE LORO.
Non praticano l’elemosina come il Maestro aveva insegnato “…quando fai l’elemosina, non suonare la tromba […], non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto” (Mt 6,2-4).
Eppure tra quella gente apparve una “vedova povera”, NON PER CHIEDERE L’ELEMOSINA, COME SAREBBE STATO NORMALE, MA PER GETTARE NEL TESORO DUE MONETINE, CHE ERA TUTTO QUELLO CHE AVEVA PER VIVERE.
Non c’è dubbio che il tesoro del Tempio si arricchiva assai più con le somme importanti dei ricchi, mentre le due monetine della vedova sembravano insignificanti e superflue.
Però quella elemosina andò a buon fine, perché in una colletta “…se c’è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede” (2Cor 8,12).
Fratelli e Sorelle, non dimentichiamo che il mondo si impoverisce SEMPRE DI PIU’, mentre solo pochissime persone vivono nel lusso crescente e sconsiderato, e l’egoismo è ormai il modello imperante proposto alle giovani generazioni.
E Gesù, oggi, propone come modello di discepolato, il gesto insignificante della vedova che getta nel tesoro del tempio alcune insignificanti monetive (come valore economico), rispetto alle grandi elargizioni che i notabili di Gerusalemme offrono con gesti di grande pubblicità, incapaci di fare carità senza manifestarlo al mondo.
E IL SIGNORE NE È AFFASCINATO!
Infatti il testo ci racconta che lo sguardo del Maestro è “distratto” nella preghiera dal gesto di questa poverissima donna, che fa la sua offerta al tempio.
Certamente questa povera vedova, NON ERA ORGOGLIOSA DELLA SUA OFFERTA, e cercava piuttosto di nascondersi, per non farsi vedere, mentre la gettava nel tesoro del tempio: che cos’erano i suoi due spiccioli confrontati con le offerte dei ricchi?
E Gesù rovescia la situazione “…in verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti“.
E questo, Fratelli e Sorelle, avviene perchè IL SIGNORE NON VEDE QUELLO CHE APPARE, VEDE IL CUORE E SA DOVE SI TROVA LA VERA GENEROSITÀ.
Questo deve incoraggiarci quando siamo nella stessa situazione, ad essere umili, se abbiamo la possibilità di dare molto; non dobbiamo insuperbirci, perché tutto ci è stato dato da Dio.
In secondo luogo, maggiormente, dobbiamo essere umili quando possiamo dare poco, quando ci sentiamo poveri, in tutti i sensi: poveri di forza fisica, poveri di capacità in confronto agli altri.
Perchè è in questi casi, che è difficile essere generosi, perché ci si scoraggia e si è tentati di non fare neppure quel poco: perchè crediamo erroneamente che non valga nulla ciò che facciamo
Mentre oggi il Signore ci dice che vale INFINITAMENTE AGLI OCCHI DI DIO.
Che vale più di quello che fanno gli altri con tanta energia e tante capacità.
Se con le nostre poche possibilità facciamo tutto quello che possiamo, METTIAMO DIO IN CONDIZIONE DI GIORE, PERCHÈ A LUI QUESTE OFFERTE PIACCIONO MOLTO.
Ma torniamo al testo.
Dopo il contributo sonante dei ricchi, la vedova getta silenziosamente due spiccioli: ovvero tutto ciò che le rimaneva per vivere.
E questa poverissima, ma dignitosissima, povera, anonima donna, senza saperlo, HA DATO UN CONTRIBUTO ESSENZIALE ALL’EDIFICAZIONE DELLA COSCIENZA RELIGIOSA DELL’UMANITÀ, con un semplice ma memorabile gesto di generosità.
Naturalmente non poteva non giungere, puntuale, la voce di Gesù che riconosceva nell’atteggiamento di povertà evangelica, a Lui tanto caro, LA VERITÀ PREZIOSA DEL DONO TOTALE E GRATUITO, CHE FA QUESTA POVERA DONNA.
E questo è l’unica cosa che Dio vuole da noi: IL DONO TOTALE DI NOI STESSI.
Dare tutto quindi, con la certezza che il buon Dio non ci lascerà a mani vuote.
Non c’è dubbio che il tesoro del Tempio si arricchiva assai più con le somme importanti dei ricchi, mentre le due monetine della vedova sembravano insignificanti e superflue.
Però quella elemosina andò a buon fine, perché in una colletta “…se c’è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede” (2 Cor 8,12).
Mi viene in mente, a questo punto, la storia della vedova di Serepta che, grazie alla condivisione dell’unica porzione di cibo che le rimaneva, ha poi beneficiato della ricompensa del Signore.
Diceva bene SANTA TERESA D’AVILA “…chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta”.
Ha detto Papa Francesco:
- “Il Signore sottolinea la persona della vedova. Mi piace vedere qui, in questa donna una immagine della Chiesa. Innanzitutto la «Chiesa povera, perché la Chiesa non deve avere altre ricchezze che il suo Sposo»; poi la «Chiesa umile, come lo erano le vedove di quel tempo, perché in quel tempo non c’era la pensione, non c’erano gli aiuti sociali, niente». In un certo senso la Chiesa «è un po’ vedova, perché aspetta il suo Sposo che tornerà». Certo, «ha il suo Sposo nell’Eucaristia, nella parola di Dio, nei poveri: ma aspetta che torni».
E cosa spinge il Papa a «vedere in questa donna la figura della Chiesa»? Il fatto che «non era importante: il nome di questa vedova non appariva nei giornali, nessuno la conosceva, non aveva lauree… niente. Niente. Non brillava di luce propria». E la «grande virtù della Chiesa» dev’essere appunto quella «di non brillare di luce propria», ma di riflettere «la luce che viene dal suo Sposo». Tanto più che «nei secoli, quando la Chiesa ha voluto avere luce propria, ha sbagliato». Lo dicevano anche «i primi Padri», la Chiesa è «un mistero come quello della luna. La chiamavano MYSTERIUM LUNAE: la luna non ha luce propria; sempre la riceve dal sole».
Certo, ha specificato il Papa, «è vero che alcune volte il Signore può chiedere alla sua Chiesa di avere, di prendersi un po’ di luce propria», come quando chiese «alla vedova Giuditta di deporre le vesti di vedova e indossare le vesti di festa per fare una missione». Ma, ha ribadito, «sempre rimane l’atteggiamento della Chiesa verso il suo Sposo, verso il Signore». La Chiesa «riceve la luce da là, dal Signore» e «tutti i servizi che noi facciamo» in essa servono a «ricevere quella luce». Quando un servizio manca di questa luce «non va bene», perché «fa che la Chiesa diventi o ricca, o potente, o che cerchi il potere, o che sbagli strada, come è accaduto tante volte, nella storia, e come accade nelle nostre vite quando noi vogliamo avere un’altra luce, che non è proprio quella del Signore: una luce propria».”
Mi piace concludere con una citazione di Sant’Anselmo di Aosta:
- “Ama Dio più di te stesso e già comincerai ad avere su questa terra quanto vuoi avere perfettamente in cielo”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!