27.03.2023 LUNEDÌ 5′ SETTIMANA QUARESIMA A – GIOVANNI 8,1-11 “: Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 8,1-11

+ In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Nel vangelo di oggi, mediteremo sull’incontro di Gesù con la donna che doveva essere lapidata.

Vediamo infatti che Gesù insegna sul monte degli Ulivi e, in seguito, nel tempio.

E continua a radunare attorno a sé persone diverse, alcune che lo ascoltano volentieri e attentamente, altre che, invece, tentavano a loro modo di raggirare la legge e l’autorità. E oggi, gli uni e gli altri, ricevono una bella lezione.

Gli scribi tendono una trappola a Gesù conducendo da lui una donna sorpresa in adulterio, ma Cristo ribadisce il valore e l’immutabilità delle leggi e delle esigenze divine.

L’evento è mosso SOLO dall’intenzione di mettere alla prova Gesù, che è il bersaglio da colpire e a cui tendere un tranello.

La questione sembrerebbe, in realtà, puramente teorica: alcuni studiosi affermano che la lapidazione per l’adulterio non era più pratica comune a quei tempi.

Eppure, a servizio di questo intento, diventa strumento una donna senza nome né storia: di lei non sappiamo nulla se non la sua azione sbagliata, che la identifica.

Quanto è comune, nella nostra esperienza, che la storia personale non conti nulla; e quanto si fa presto a rendere il peccato dell’uomo un’etichetta della sua intera vita (un ladro, un omicida, un tossicodipendente).

In questo caso la donna, oltre ad essere guardata solo nell’ombra della sua azione sbagliata, è anche “usata”, diventa solo un pretesto per un inganno.

Qualunque risposta sarebbe stata scivolosa per Gesù, sia punire sia giustificare, ed è solo per questo che la questione gli viene posta.

Ma Gesù ci mostra allo stesso tempo all’uomo che cammina nelle strade della storia, come ci si deve comportare col peccatore, di cui rispetta la dignità umana.

Non perde occasione per ricordarci che Dio è sempre vicino a noi e, anche se abbiamo peccato, siamo suoi, gli apparteniamo e troviamo ampia accoglienza nel suo cuore. C’è sempre un posto per noi nel cuore di Dio.

Vero è che per la sua predicazione e per il suo modo di agire Gesù certamente dava fastidio alle autorità religiose.

E Gesù, davanti ai farisei, difende simultaneamente la verità e la misericordia con una risposta meravigliosa.

Se si limitasse a perdonare la donna, i farisei l’accuserebbero di andare contro la legge (Gesù non può giustificare un comportamento obiettivamente peccaminoso); se la condannasse, sarebbe andata contro la misericordia che aveva mostrato in altre occasioni.

I farisei credono di averlo incastrato. MA NON SI PUÒ METTERE IN DIFFICOLTÀ DIO.

E Gesù risponde “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei“.

La frase ha l’effetto di un ACCECANTE RAGGIO DI SOLE NEL CIELO PIU’ BUIO.

Quale uomo infatti oserebbe dire di essere senza peccato?

Se qualcuno lo facesse, la propria coscienza lo accuserebbe, e pure gli altri l’accuserebbero di essere bugiardo.

Tutti sappiamo bene che a causa della fragilità umana, ogni volta che l’uomo entra nell’intimo del suo animo SCOPRE SEMPRE LA PROPRIA MISERIA.

Premesso questo, rifletto sul come sarà uscita da quell’esperienza quella donna, e che sensazione di gioia, di pace, di liberazione interiore, abbia pervaso il suo povero cuore.

Perché noi sappiamo bene che quando il nemico, colui che ci accusa davanti al tribunale di Dio, è messo in fuga dall’amore di Cristo, l’anima sperimenta una gioia indicibile.

Ed è assolutamente bello pensare che anche oggi Cristo dice ad ognuno di noi “…neanche io ti condanno”, perciò, “…non condannare te stesso, non ti deprimere, non ti abbattere. Abbi piena fiducia in me, rialzati, e percorri con amore la parte della tua vita che hai ancora davanti”.

Neanche io ti condanno“. E queste parole bastano a farci cambiare vita, perché se Dio non mi condanna, se Dio mi salva, se Dio non mi abbandona, se Dio sta sempre al mio fianco: cosa posso temere?

Gridava a buon diritto Paolo di Tarso “…se Dio sta con noi, chi sarà contro noi?“.

Potrò avere le malattie più dolorose e umilianti; potrò subire fallimenti di ogni tipo, le umiliazioni più profonde… ma sono certo che Cristo continuerà a dirmi “…neanche io ti condanno, va’ e non peccare più“.

Ecco le premesse del Vangelo di oggi: il male è male, il peccato è peccato, ma l’uomo è chiamato costantemente alla santità.

Deve continuamente operare in sé il passaggio dall’uomo vecchio, cioè dal peccatore, all’uomo nuovo, rigenerato dall’acqua e dallo Spirito.

Non c’è nessuno al mondo che sia senza peccato, e dobbiamo tutti impegnarci in modo solidale sulla via del ritorno a Dio.

Chi di noi è senza peccato, scagli per primo la pietra.

Molte pietre vengono scagliate e non perché sono in molti ad essere senza peccato.

Quante persone invece, incontrando la misericordia di Cristo, si allontanano per non peccare più?

Impariamo ad ascoltare attentamente Cristo, senza nasconderci dietro le leggi ed a osservare il Cristo nei gesti misteriosi che compie.

Tra i quali quello di scrivere per terra e la sua risposta, che rivelano qualcosa di nuovo, qualcosa di troppo grande per rientrare nelle categorie degli interlocutori.

In questo gesto notiamo Gesù che scrive e riscrive, simbolicamente puntando il dito per terra e non contro la donna.

Dio in Gesù sta scrivendo una parola nuova, che non è di condanna ma di nuova creazione.

Qui l’allusione potrebbe essere al dito di Dio con il quale egli scrisse i dieci comandamenti, le dieci parole di vita sulle tavole di pietra (Es 31,18; Dt 9,10).

Gesù è davvero il racconto, la narrazione, la penna, la matita di Dio che scrive nel nostro cuore indurito e stanco. E quando Dio scrive, scrive con l’indelebile e ci dice che l’insegnamento da seguire è l’amore.

E facciamo bene attenzione a notare che non c’è, in questo episodio, nessun accenno a sminuire o relativizzare il peccato e il male che da esso ne deriva.

C’è, invece, la verità liberante che il peccato non è l’ultima parola su di noi e che ogni giorno si può iniziare di nuovo a fare spazio a Dio.

Che la vita non finisce con il male, ma può sempre ricominciare, che è realmente eterna.

La Pasqua che ci accingiamo a vivere è proprio il passaggio, l’uscita dalla vita vecchia, con la nostra piccola idea di un Dio che premia e castiga, verso una vita nuova in cui siamo figli di un Dio che ama, un Dio paziente, di un Dio che gioisce quando ci rialziamo.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!