27.02.2024 – MARTEDI’ 2’ SETTIMANA QUARESIMA B – MATTEO 23,1-12 “Dicono e non fanno”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo MATTEO 23,1-12
+ In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore
Mediti…AMO
Sin dall’inizio della Quaresima Gesù ci incita a fare l’elemosina, a pregare e a digiunare non “…per essere ammirati dagli uomini”, ma solamente per il Padre celeste.
Purtroppo, grazie alla fragilità umana, il nostro “io” cerca sempre di essere approvato, e ama tutto ciò che lo mette in mostra, si compiace delle lusinghe.
E allora preghiamo il Signore del Tempo e della Storia, perchè ci insegni a far morire questo nostro “io”, affinché il nostro cuore possa finalmente risuscitare con Gesù.
Guardiamo Maria, umile “serva del Signore”, nella quale si è incarnata, in tutta la sua logica d’amore, questa regola misteriosa “…chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.
Maria era immacolata, eppure Dio poteva immediatamente “vedere la sua umiltà”.
Noi, invece, che siamo peccatori, abbiamo bisogno di essere “abbassati”, e per questo l’umiliazione è un’ottima scuola.
Chiediamo allora allo Spirito Santo di farci amare le umiliazioni.
E soprattutto smettiamo di affligerci per i nostri difetti, perchè essi possono contribuire ad umiliarci. Limitiamoci a rimpiangere solamente il peccato che è in noi.
Fratelli e Sorelle, non scegliamo le umiliazioni, non cerchiamole, ma chiediamo a Dio di darci quelle di cui abbiamo bisogno, e sforziamoci di viverle nella gioia.
L’UMILIAZIONE È UNA GRAZIA, ESSA CI “ABBASSA”, MA, SE NOI L’ACCETTIAMO, ESSA CI IMMERGE NELLA MISERICORDIA DEL CUORE DI GESÙ, CHE CI “INNALZA” CON LUI SINO AL PADRE.
Ma cerchiamo di ragionare sul testo che il vangelo di Matteo ci regala.
Gli esegeti ci dicono che Matteo è colui che è più attento alla religione ebraica, da cui proviene.
In effetti in brani come quello di oggi, non troviamo la stessa durezza degli altri evangelisti.
Matteo ammira molto i farisei e chiede al discepolo di osservare le loro parole, annotando però, con dolore, che le loro azioni non corrispondono a quanto essi proclamano.
Non sono brutte persone gli scrivi e i farisei, anzi, sono persone devote e preparate, che osservano con scrupolo la Legge di Dio e la mettono pratica.
Purtroppo sanno di essere i migliori, e prendono distanza dal popolo, che è necessariamente impuro, perché nemmeno conosce i precetti della Torah.
Anzi, più sono inflessibili e rigidi con gli altri, più si sentono fedeli e giusti «…diffida dell’uomo rigido, è un traditore» (dice nel RE LEAR, William Shakespeare).
Ragion per cui amano essere riconosciuti come santi. E, così facendo, mettono in secondo piano l’essenziale, sminuiscono ciò che conta davvero.
E QUI STA IL LORO PECCATO.
DAVVERO TROPPO SIMILE AL NOSTRO, CHE FACCIAMO ALTRETTANTO, OGNI VOLTA CHE CI RICONOSCIAMO SUPERIORI DEGLI ALTRI, E QUANDO NON VIVIAMO CIÒ CHE PROCLAMIAMO.
Gesù stesso riconosce l’autorità degli scribi e dei farisei, che occupano la cattedra di Mosè ed insegnano la Legge di Dio, ma loro stessi non osservano ciò che insegnano.
Questa è la radice della critica “…dicono, ma non fanno“.
E anche noi -io per primo- crediamo nel DIO IN MEZZO A NOI, in COLUI CHE È IL VIVENTE, E CI COMPORTIAMO COME UOMINI E DONNE SENZA SPERANZA, SENZA FUTURO, SENZA COMPASSIONE.
Presunzione, invidia, orgoglio, egoismo, rancore, ingiustizia hanno spesso la radice in questo fossilizzarsi delle posizioni e delle constatazioni: noi siamo quelli che abbiamo ricevuto meno ma abbiamo dato di più, perché le costatazioni così ego-centrate non portano altro che a evidenze negative, che sottolineano quello che non abbiamo avuto, quello che vi è mancato o peggio, ci è stato tolto, negato.
E la nostra tentazione, oggi, è quella di alzare la mano, di puntare il dito contro qualcuno, perché tutti abbiamo qualcuno di cui non vogliamo più fidarci, perché tutti ci portiamo dentro ferite più o meno recenti, di inganni subiti, di parole mancate, di promesse tradite, di giuramenti violati, di amori nati per essere eterni e svaniti in fretta.
Paolo di tarso ci indica la via del credente che vuole essere credibile, a cui non bastano parole, programmi o precetti, ma che è abitato da uno stile di vita, una capacità e una volontà di relazione sana usando parole non solo sincere ma anche guarite, parole che non fanno male, mai; perché la verità non ferisce, la verità guarisce.
Un cristiano che sa usare sempre le stesse parole di Gesù, che sempre abbracciano questa nostra umanità fragile e la guariscono, quelle di un Gesù che si china con amore su ognuno di noi, e cura la nostra fragilità, ma rifiuta ogni ipocrisia.
Stiamo bene attenti, quindi, a non cadere nel rischio sempre presente fra gli uomini di religione, del mettere l’apparenza prima della sostanza.
NON DOBBIAMO MAI CONFONDERE L’ESSENZIALE DEL VANGELO CON LE CONSUETUDINI E LE ABITUDINI CHE PROVENGONO DALLE TRADIZIONI UMANE, PERCHÈ IL VANGELO DEVE BRUCIARE LE LABBRA DI TUTTI QUELLI CHE DICONO E NON FANNO.
Quando penso alla mia vita, alla mia storia di MISERO DIACONO, sento che il Signore ha avuto per me tanta cura e tanta attenzione.
Non mi ha mai fatto sentire indegno, ma mi ha dato la GRAZIA di farmi comprendere che SENZA DI LUI sono debole, fragile, malato, da curare e, TANTE VOLTE MI HA GUARITO L’ANIMA E HA RIACCESO IN ME IL DESIDERIO DI UNA VITA PIENA DELLA SUA PAROLA.
E mi ha mostrato, nella mia vita, spazi di misericordia, che non immaginavo di possedere, e possibilità di compiere qualcosa nel Suo Nome, nonostante la mia conclamata miseria.
Fratelli e Sorelle, il Signore non si scaglia mai contro la debolezza dei piccoli, ma contro l’ipocrisia dei pii e dei potenti, contro quelli che credono nel rigore della legge, nella punizione esemplare per chi sbaglia, contro quelli a cui le leggi non bastano mai, contro quelli che rivendicano durezza nel punire chi sbaglia, ma che assolvono sempre se stessi.
Gesù non rimprovera la fatica di chi -COME ME- non riesce a vivere in pienezza il sogno evangelico, ma l’ipocrisia di chi neppure si avvia verso l’ideale, di chi neppure si mette in cammino e, tuttavia vuole apparire giusto.
Mai dobbiamo dimenticare che noi non siamo chiamati ad essere un popolo di immacolati, ma siamo chiamati ad essere un popolo di incamminati.
Che sanno essere forti nel rialzare il debole, sapienti e saggi, nel saper illuminare e sostenere chi è tribolato e smarrito.
IL PIÙ GRANDE È SOLO COLUI CHE SERVE, TUTTO IL RESTO È INUTILE E A VOLTE, PERFINO NOCIVO.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!