“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 4,35-41
+ In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore
Mediti…AMO
A conclusione della parabola del seminatore, Gesù aveva paragonato il Regno di Dio a un granello di senape che, gettato nell’orto della casa, fa un albero così grande che gli uccelli del cielo ci vengono a fare il nido (Mc 4, 30-32).
Cosa voleva dire Gesù?
Voleva dire che il Regno di Dio non è più riservato a un popolo, a una nazione, a una religione, ma è aperto a tutta l’umanità, che può trovarvi rifugio, accoglienza, e può trovarvi, in definitiva, la sua casa.
Questo è il significato di ‘fare il nido’
Scrive l’evangelista che “il medesimo giorno”, quindi dopo che Gesù ha paragonato il Regno di Dio a questo albero dove tutti possono trovare rifugio.
Ma, “viene la sera” – cinque volte c’è questa espressione ‘venuta la sera’ nel vangelo di Marco.
Ed è sempre in senso negativo questo evento temporale, che indica contrarietà, opposizione o, come in questo caso, incomprensione verso Gesù e il suo messaggio.
Alla luce di ciò, il brano ci dice che tutti siamo chiamati, da Gesù, a passare obbligatoriamente all’altra riva, dall’altra parte, quella pagana, quella che fa paura, quella che è guardata con sospetto dai puri di Israele.
Una terra perduta, una terra maledetta, una terra che spaventa.
Ma ricordiamoci, fratelli e sorelle, che per chi crede, non c’è da temere nulla, perché tutto concorre al bene, se si ama Dio; anche le tempeste della vita (Rm 8,28).
Soltanto, la paura spesso ha il sopravvento, e quando questo accade, ci scopriamo tutti uomini di poca fede.
E il Signore ci chiede di andare là dove non vorremmo, di andare per incontrare gli altri che non la pensano come noi, di osare, di evangelizzare, anche se per farlo dobbiamo attraversare il mare in tempesta.
La barca scossa dal vento e dalle onde è un’immagine della Chiesa che solca il mare tempestoso di questo mondo prima di raggiungere “l’altra riva”, scossa dalle difficoltà che giungono da tutte le parti.
E anche nella tempesta più cupa, quando davvero sentiamo l’acqua che entra nello scafo e ci raggiunge le caviglie, anche quando abbiamo l’impressione che il fatto di essere dei credenti non cambi nulla, e anche quando Dio sembra un astro lontano, la cui flebile luce non arriva a scaldare le nostre vite, ricordiamoci che il divino timoniere è IL SIGNORE DEL TEMPO E DELLA STORIA, PER CUI, NULLA CI POTRA’ ACCADERE.
Uomini di poca fede, gli apostoli e noi, uomini piccoli e ancora da crescere, noi.
Ci spaventa il fatto che sembra che Gesù dorma, che sia stanco.
Se rileggiamo i versetti precedenti il nostro passo, vediamo che il Maestro ha continuato a insegnare, stando seduto su una barca, raccontando parabole e spiegandone il significato, ma ad un certo punto si addormenta.
I Discepoli del Signore comunque vivono una piena comunione: sono in barca con Cristo, che riconoscono Maestro, obbediscono al suo comando di attraversare il lago, e ne rispettano il sonno.
Anche se Dio, e può sembrare strano, nella Bibbia si dice che dorma «Svegliati, perché dormi, Signore? Destati, non ci respingere per sempre» (Sal 44,24), sono le parole del salmista, quando si trova nella sofferenza e nella prova.
Anche Isaia grida al Signore «Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi, come tra le generazioni passate» (Is 51,9).
Com’è possibile che Dio dorma?
Gesù dorme nella barca ma allo stesso tempo si mostra padrone e signore degli elementi materiali; e questi gli obbediscono.
Egli si manifesta a noi come Dio fatto uomo.
E, i discepoli, che non hanno potuto fare nulla contro gli elementi della natura, infuriati, contemplano, ammirati, come un uomo li domini.
Gesù col miracolo risponde alle fortissime parole dei discepoli «…Signore, non t’importa che moriamo?»
E il Maestro grida al mare e li salva.
Suggestivo il commento di S. Atanasio «Svegliarono LA PAROLA, che era sulla barca con loro, e immediatamente il mare si placò…» (Lettera 19.6).
Con la Parola è stato creato il mondo (Dio “disse” «le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto»; Gen 1,9), e ora Gesù è capace di ricomporre l’equilibrio tra il mare e la terra.
Gesù ripete il miracolo narrato nel salmo 74,13 «Tu con potenza hai diviso il mare, hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque».
E qui vale la pena di fare un piccola considerazione sulla fede degli Apostoli e sulla nostra.
“Gesù si destò, minacciò il vento e disse al mare: «taci, calmati!»”.
Questa è un’espressione che indica la condizione divina, quella che ancora di Gesù non hanno capito.
Fratelli e Sorelle, cerchiamo di notare che, l’hanno appena chiamato ‘Maestro’, e poco dopo, quasi alla fine del versetto, si chiederanno ‘…ma chi è costui?’
Certamente la tempesta sul mare è stata bloccata.
Ma, al contempo, come vi ho appena fatto rilevare, si è scatenata una tempesta nel cuore «…Chi è costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?»
Pur sul binario della giusta soluzione (si noterà che la paura è sostituita dal «timore», tipico atteggiamento davanti alle grandi opere di Dio), LA CONCLUSIONE SULLA IDENTITÀ DI GESÙ RIMANE APERTA PER UNA RISPOSTA CHE NON PROVIENE DAL MIRACOLO IN SE STESSO, MA DA UN SUPPLEMENTO DI VERITÀ CHE DOVREMO TROVARE ALTROVE.
E io credo che questa ricerca, ci porti all’appuntamento CON LA CROCE DI CRISTO (Mc 15,39 “….Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!»”).
Fratelli e Sorelle, il miracolo che viene raccontato non è fine a se stesso, quindi, ma è tutto finalizzato alla fede in Gesù.
A stimolarla, mostrando alla fine che LA FEDE È DEGNA DI MIRACOLO E, ALLO STESSO TEMPO, È CAPACE DI PRODURLO.
Ma a sua volta questo nesso tra fede e miracolo è posto da Gesù nel quadro del grande evento del Regno di Dio, cioè del progetto salvifico di Dio che libera dal male (il mare come tale, tanto più se tempestoso, nel mondo biblico ne è simbolo impressionante, eppure Dio lo domina pienamente.
Vi voglio ricordare cio che accadde in:
- Esodo 14: il passaggio del Mar Rosso,
- Il passaggio del Giordano in Giosuè 11-17 “11Ecco l’arca dell’alleanza del Signore di tutta la terra passa dinanzi a voi nel Giordano. 12 Ora sceglietevi dodici uomini dalle tribù di Israele, un uomo per ogni tribù. 13 Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l’arca di Dio, Signore di tutta la terra, si poseranno sulle acque del Giordano, le acque del Giordano si divideranno; le acque che scendono dalla parte superiore si fermeranno come un solo argine». 14 Quando il popolo si mosse dalle sue tende per attraversare il Giordano, i sacerdoti che portavano l’arca dell’alleanza camminavano davanti al popolo. 15 Appena i portatori dell’arca furono arrivati al Giordano e i piedi dei sacerdoti che portavano l’arca si immersero al limite delle acque – il Giordano infatti durante tutti i giorni della mietitura è gonfio fin sopra tutte le sponde – 16 si fermarono le acque che fluivano dall’alto e stettero come un solo argine a grande distanza, in Adama, la città che è presso Zartan, mentre quelle che scorrevano verso il mare dell’Araba, il Mar Morto, se ne staccarono completamente e il popolo passò di fronte a Gerico. 17 I sacerdoti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore si fermarono immobili all’asciutto in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la gente non ebbe finito di attraversare il Giordano.”;
- Giona, 1-16 – vi riporto un solo versetto indicativo “11Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più”;
- Sal 73,13 “Tu con potenza hai diviso il mare, hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.”;
- Sal 106,28 “Nell’angoscia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angustie”.
Gesù è dunque al centro del racconto. Ed è descritto come uno che ha l’autorità attribuita a Dio nell’AT su tutto ciò che è malefico per l’uomo: è questo che va ricavato come intenzione primaria del brano.
Il mistero di Gesù motiva la fede in Lui e diventa ragione intima per cercarne l’identità.
Ecco perchè «…chi è mai costui?» si chiedono giustamente i discepoli.
La Chiesa, ricordiamoci Fratelli e Sorelle, noi che poniamo in Gesù tutta la nostra fede e la nostra fiducia, che SOLO GUIDATI DA LUI avanziamo con sicurezza fra le tempeste di questo mondo verso “l’altra riva”, dove raggiungeremo la pace e la tranquillità di Dio.
Scriveva Sant’Agostino:
- “Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda. Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane. Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona. Se la morte ti spaventa e temi il mistero e l’ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia. Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde; è con noi, quando ci crediamo soli; ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!