27.01.2022 GIOVEDI’ 3 SETT. T.O. – Marco 4,21-25 “La lampada viene per essere messa sul candelabro.”
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla] «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Parola del Signore
Mediti…AMO
Bella questa immagine della lampada che arde. Per usare un paragone adatto anche a chi non crede, mi rimanda al grande bacile che è posto davanti alla tomba dell’“IGNOTO MILITI” all’ALTARE DELLA PATRIA, la cui fiamma brucia da più di un secolo ormai, giorno e notte, per ricordare il sacrificio di milioni di morti, richiesti come tributo dalla follia delle guerre umane.
Essa è posta in altro, perché sovrasti Piazza Venezia e sia visibile a tutti, specialmente al buio e far riflettere le nostre menti e i nostri cuori.
Ecco, allora siamo invitati a testimoniare la nostra FEDE, essendo LUCE come una fiamma che viene posta in alto, e non viene nascosta sotto lo sgabello.
Ricordando sempre che possiamo illuminare solo se noi siamo stati illuminati da quella fiamma, eternamente ardente, che è Cristo!
E per farlo siamo chiamati a usare misericordia e amore verso quelle persone che ci stanno accanto.
Perché Gesù ci ha detto che con la misura con cui misuriamo saremo misurati.
Ed è una pessima testimonianza quella in cui ci diciamo cristiani ma viviamo con durezza, privi di comprensione, e manifestando sempre e solo insofferenza e rabbia!
Sarebbe meglio tacere e smettere di essere cristiani piuttosto che infangare il vangelo con la nostra inesistente coerenza… piuttosto che fare i pii devoti con la testa abbassata e le mani giunte, a vuoto…
Per essere una fiamma che illumina nel modo giusto la vita degli altri, dobbiamo far sì che in noi la fiamma della PAROLA DI DIO bruci e rischiari ogni nostra tenebra.
Il mondo si dibatte nelle tenebre, TRAVOLTO DALLA CRESCENTE PRIMITIVA VIOLENZA DELLE PAROLE E DEI PENSIERI. Ma noi cristiani possiamo illuminarlo con L’UNICA PAROLA CHE SALVA LA VITA, NOSTRA E ALTRUI, LA PAROLA DI DIO.
Ma per farlo dobbiamo ricordarci che abbiamo nascosto la lampada DELLA PAROLA, dentro le chiese, spesso vuote e anonime, fredde e inaccoglienti.
E allora siamo chiamati a riportarla in alto, ben visibile, in modo che possa illuminare chi lo desidera.
LA LUCE DELLA FEDE RISPLENDE A PARTIRE DALLA NOSTRA FEDE.
Se la fede, in qualche modo, ha acceso in noi una speranza, un modo nuovo di vedere le cose, allora la nostra vita cambia e chi ci sta accanto se ne accorge che qualcosa in noi è cambiato.
Senza diventare degli arroganti, facendo uso della logica di questo mondo, SIAMO CHIAMATI A LASCIAR BRILLARE LA LUCE DELLA FEDE NELLA NOSTRA VITA, A PORLA IN ALTO, PERCHÉ FACCIA LUCE SULLE NOSTRE SCELTE.
Il monumentale salmo 118, al versetto 105 ci soccorre “…lampada ai miei passi è la tua Parola Signore, luce sul mio cammino…”
La lampada è quindi la Parola di Dio, la quale non è solo parola ma “…il concetto ebraico “dabar”, abitualmente tradotto con il termine “parola”, significa tanto parola che atto. Dio dice ciò che fa e fa ciò che dice”.
Camminare nella fede cristiana, trovare la strada verso la Patria celeste, significa quindi NUTRIRSI DELLA PAROLA DI DIO, CHE È INSEPARABILE DAL PANE DI VITA ETERNA.
E questa PAROLA DI DIO, gli Apostoli la hanno accolta come PAROLA DI SALVEZZA e l’hanno tramandata ai loro successori come un prezioso gioiello custodito nel sicuro scrigno della Chiesa: SENZA LA CHIESA QUESTA PERLA RISCHIA DI PERDERSI O DI FRANTUMARSI.
E questa Parola, seminata nei nostri cuori, germoglia e porta frutti di luce e di tenerezza, di ascolto, di perdono e di testimonianza gioiosa.
Essa ci indica la direzione da seguire, se dopo averla ascoltata la meditiamo chiedendo l’aiuto dello Spirito Santo, che, così ci parla, ci rivela la verità, affinché l’animo possa cogliere il vero bene e lo persegua.
E lo Spirito, che ha guidato il popolo eletto ispirando gli autori delle Sacre Scritture, aprirà il nostro cuore all’intelligenza di quanto è in esse contenuto.
Ed è sempre lo stesso Spirito che è attivamente presente nella Celebrazione eucaristica, quando il sacerdote, pronunciando “in persona Christi” le parole della consacrazione, converte il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo, perché siano nutrimento spirituale dei fedeli.
Per avanzare nel pellegrinaggio terreno verso la Patria celeste, abbiamo tutti bisogno di NUTRIRCI DELLA PAROLA E DEL PANE DI VITA ETERNA, CHE SONO INSEPARABILI TRA LORO!
La Lettera agli Ebrei, parla della Parola di Dio come di un’arma indispensabile per la lotta spirituale “…la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.
San Girolamo, il grande traduttore della Bibbia ci ricorda che “…l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo” (PL 24,17; Dei Verbum, 25).
E questa PAROLA, per essere efficacie, necessita di un cuore docile che diventa tale se è pronto all’ascolto, alla meditazione della Parola stessa. E questo cuore può essere tale solo se si alimenta giornalmente, con il “cibo” giusto: la Bibbia, che dobbiamo avere sempre a portata di mano.
Da povero Diacono, nelle mie benedizioni pasquali, spesso ho chiesto se avevano in casa una Bibbia. Con grande orgoglio del proprietario di casa, se la aveva, mi venivano mostrate delle bellissime versioni che spesso erano poste sul livello più alto della libreria, in un punto inarrivabile. Una volta, ricordo con tristezza, il proprietario vi ha soffiato sopra, prima di darmela e si è alzata una nuvola di polvere.
Questo per dire che non basta averla, ma occorre “viverla” … “consumarla” … usurarne le pagine per il continuo sfogliare, meditarla, pregarla, contemplarla.
Se facciamo ciò, significa che stiamo compiendo un buon percorso spirituale. Perché come ci ricorda l’Apostolo Giacomo nel capitolo 1, versetti 22-25 della sua Lettera:
- “…se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la Parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla”.
Fratelli e sorelle, solo chi ascolta LA PAROLA DI DIO e vi costruisce sopra la sua vita è un uomo saggio, che piace a Dio. Infatti Matteo al capitolo 7,24, ci ricorda:
- “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica – dice Gesù – è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Essa non cederà alle intemperie”.
Certo, Fratelli e Sorelle, è vero anche che ci sono momenti nella storia in cui la luce di Cristo sembra essere nascosta (Auschwitz, Fosse Ardeatine, guerre fratricide che hanno insanguinato il pianeta) ed altre in cui brilla di più.
Il nostro contributo, certo, è indispensabile.
Ma MAI DOBBIAMO DIMENTICARE CHE NEL FARLA BRILLARE PIU’ O MENO, Dio ha il suo piano di amore e di salvezza.
Ed anche qui dimentichiamo che, noi uomini non badiamo a questo e andiamo avanti con i nostri progetti come se tutto dipendesse da noi.
Invece, la “lampada” arde con una forza eterna dalla croce fino ad oggi, brilla nella vita perseguitata e sacrificata di tanti cristiani che testimoniano nel nascondimento dei riflettori del mondo.
E Dio, che ama e ci ama intensamente, non permette che i nostri peccati rovinino il suo progetto di vita eterna e di felicità.
“RICORDATI, CRISTIANO DELLA TUA DIGNITÀ!”, diceva il grande indimenticabile Papa Leone Magno.
E allora, Fratelli e Sorelle, illuminiamo questa PAROLA ETERNA rendendogli gloria e lode con una vita veramente cristiana. Ricordandoci sempre che essa ci aiuta a mantenere il nostro cuore ATTENTO ALLA PRESENZA GIOIOSA DEL CRISTO, di cui essa è, come ci ricorda l’Apostolo Pietro nella sua seconda Lettera al capitolo 1,19:
- “…lampada che brilla in luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori”.”
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!