26 settembre 2024 giovedì 25’ settimana p.a. B – LUCA 9,7-9 “Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?”

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e
prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce
del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa
leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente
nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO
PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 9,7-9

+ In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa
pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È
risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giov

anni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque
costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore

Mediti…AMO
A volte si confondono i tre Re “Erode”, che vissero in quell’epoca, e peggio ancora, i tre appaiono nel
Nuovo Testamento con lo stesso nome:
a) Erode, chiamato “il Grande”, che governò su tutta la Palestina dal 37 a. Cristo. Lui appare alla
nascita di Gesù (Mt 2,1). Uccise i neonati di Betlemme (Mt 2,16).
b) Erode, chiamato “Antipas”, che governò sulla Galilea dal 4 al 39 dopo Cristo. Appare nella morte di
Gesù (Lc 23,7). Uccise Giovanni Battista (Mc 6,14-29).
c) Erode, chiamato “Agrippa”, che governò su tutta la Palestina dal 41 al 44 dopo Cristo. Appare negli
Atti degli Apostoli (At 12,1.20) e uccise l’apostolo Giacomo (At 12,2).

Quando Gesù aveva più o meno quattro anni, il re Erode “il Grande” morì [colui che aveva fatto
uccidere i neonati di Betlemme (Mt 2,16)].
Il suo territorio fu diviso tra i figli, tra i quali, Archelao, che ricevette il governo sulla Giudea, era
meno intelligente di suo padre, MA PIÙ VIOLENTO.
Quando assunse il potere, furono massacrate circa 3000 persone sulla pizza del Tempio.
Il vangelo di Matteo dice che Maria e Giuseppe, quando seppero che questo Archelao aveva assunto il
governo della Giudea, ebbero paura di ritornare per quel cammino e si ritirarono a Nazareth, in Galilea
(Mt 2,22), governata da un altro figlio di Erode, chiamato “Erode Antipa” (Lc 3,1).
Questo Antipa durò oltre 40 anni. Durante i trenta e tre anni di Gesù non ci furono cambiamenti nel
governo della Galilea.
Erode “il Grande”, il padre di “Erode Antipa”, aveva costruito la città di Cesarea Marittima, inaugurata
nell’anno 15 prima di Cristo.
Era il nuovo porto di sbocco dei prodotti della regione e doveva competere con il grande porto di Tiro,
nel Nord e, così, aiutare a svolgere il commercio nella Samaria e nella Galilea.
Per questo, fin dai tempi di Erode “il Grande”, la produzione agricola in Galilea iniziava ad orientarsi
non più a partire dai bisogni delle famiglie, come succedeva prima, ma partendo dalle esigenze del
mercato.
Questo processo di mutazione nell’economia continuò durante tutto il governo di “Erode Antipa”, oltre
quarant’anni, e trovò in lui un organizzatore efficiente.
Tutti questi governatori erano ‘servi del potere’ di Roma, che comandava in Palestina, dal 63 prima di
Cristo.
Il Re Erode ha sentito parlare vagamente di Cristo, della sua dottrina nuova, delle sue opere, dei segni e
prodigi che compie, ma tutto ciò ha generato in lui solo una divertita curiosità.
Non è sorretto dalla fede e di conseguenza riduce tutto a dimensioni e ragionamenti umani ed è quindi
incapace di comprendere la chiamata divina.
Ma vorrebbe solo essere testimone di uno di quei miracoli dei quali tanto si parla e diventa figura di tutti
coloro che vorrebbero “vedere” Cristo, fidandosi della sola intelligenza, ignari che è impossibile all’uomo
entrare nelle verità divine, senza il sostegno della FEDE e della GRAZIA.
Erode, tetrarca della Galilea, venne a sapere quanto accadeva e non sapeva che cosa pensare…e nel suo
animo sorgevano pensieri contraddittori sull’identità e sulla missione di Cristo, la cui presenza, nella sua
vita, lo destabilizza e lo devìa mentalmente, perché non capisce e vorrebbe conoscere la verità, che sa
vicina, ma non riesce ad afferrarla.

Se si trattasse di Giovanni Battista, mandato a morte da lui, che ora è risorto, Erode non potrebbe
evitare la propria condanna.

Se si trattasse, invece, di Elia, la posizione di Erode non sarebbe comunque migliore: Elia fu
profeta di Dio, le sue parole devono essere considerate parole di Dio.

Se, infine, si trattasse di un altro degli antichi profeti tornato nella persona di Gesù, ancora una
volta Erode si troverebbe in una situazione delicata, perché, in ogni modo, dovrebbe rendere conto
delle sue azioni nel nome della verità.
L’interesse di Erode nei confronti di Cristo è risvegliato e guidato dalla curiosità, ma anche dal timore
che si scopra la sua responsabilità nell’assassinio di Giovanni Battista.
“E cercava di vederlo”….è interessante questa nota che il narratore offre al lettore.
Erode vuole vedere, qualcuno ha scritto che egli è curioso ma noi sappiamo bene che egli ha paura.
Ricordate il padre cosa chiede ai Magi? Ditemi dove sta perché venga anch’io ad adorarlo.
Quanta falsità in queste parole, Erode padre e adesso Erode figlio, sono accomunati dallo stesso falso
desiderio di ricerca e di voler vedere Gesù, perché in realtà non vogliono vedere, non voglio cercare,
perché la menzogna si è impadronita del loro cuore.
Per Erode, Gesù è semplicemente un concorrente pericoloso per il suo potere, da eliminare.
Il contrasto con l’atteggiamento di una ricerca autentica del volto di Gesù è di nuovo evidente se posto a
confronto con quello dei discepoli.
Anch’essi si chiedono chi sia Gesù, quell’uomo capace di far tacere il mare.
Ma la loro è una domanda aperta, disponibile all’accoglienza della verità, perché vissuta nel dialogo con lui
e in un cammino di conoscenza e di vita comune.
Erode incontrerà effettivamente Gesù, al momento del processo, ma Gesù – dice Luca – alle domande del
tetrarca «non rispose nulla» (Lc 23,9).
La domanda dei discepoli, invece, viene raccolta, anzi, è Gesù stesso a porla loro esplicitamente, cercando
risposta nella loro fede «Ma voi chi dite che io sia?»
I discepoli sono resi capaci di rispondere con la loro fede a Gesù «Pietro prendendo la parola rispose: Il
Cristo di Dio» (Lc 9,20-21).
Erode dunque non vive una ricerca autentica: vuole vedere Gesù, ma non è disposto ad ascoltare la parola
con cuore “buono e bello”, e così ascolta ma non vede e non intende.
I due verbi dell’esperienza di fede, ascoltare Gesù per vedere Gesù, compaiono ma restano incompiuti e
Luca non ci lascia ignota la fine a cui conduce questo percorso, narrando crudamente la sua morte (At
12,21-23).
Non basta ascoltare e vedere Gesù: è necessario aprire il cuore, uscire dalla chiusura in se stessi,
dall’attaccamento alle proprie convinzioni per lasciarsi interrogare da Gesù e trovare nella fede in Lui la
risposta alla ricerca di senso e di verità.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!