26 ottobre 2024 sabato 29’ settimana p.a. B –LUCA 13,1-9 “Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.”

 “«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 13,1-9

+ In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo di oggi è l’inizio del capitolo 13, in cui Luca ci parla della predicazione di Gesù alla folla mentre è in viaggio verso Gerusalemme.

In questo brano si fa riferimento alla città santa, a Pilato e al tema della morte, e sembra un anticipo della passione che si compirà a Gerusalemme.

Il brano è formato da due parti che, pur avendo caratteristiche diverse, convergono sullo stesso argomento, la conversione.

Nella prima parte Gesù commenta un fatto di cronaca da poco avvenuto, ma poi continua con una parabola.

Ma vediamo per bene. Gesù stava parlando alla folla della necessità di valutare le cose e giudicare ciò che è più giusto fare.

Questo lo diceva per esortarli a riconoscere che IL TEMPO DELLA SALVEZZA, CON LUI, È ORMAI GIUNTO, ovvero il KAIRÒS, il momento decisivo della salvezza.

E, In quello stesso tempo si presentarono a lui alcuni, a portargli la notizia di un fatto molto grave: Pilato aveva fatto uccidere molti pellegrini provenienti dalla Galilea.

Il fatto si situa durante il tempo pasquale, unico periodo in cui anche i laici potevano prendere parte ai sacrifici nel tempio.

Essi potevano essere stati assaliti mentre salivano la collina del tempio, oppure, se la menzione del sangue viene presa alla lettera, furono uccisi durante il sacrificio.

MA, IN QUESTO CASO, ALLA STRAGE BISOGNAVA AGGIUNGERE ANCHE IL SACRILEGIO.

Le fonti storiche dell’epoca di Pilato non ci parlano di un fatto del genere, però la cosa è verosimile, poiché conosciamo la crudeltà con cui agivano i romani nelle terre da loro conquistate.

Ma perché questi “alcuni”, che si presentarono a Gesù, di cui non viene precisata l’identità, hanno riferito questa notizia a Gesù?

Poteva essere un’informazione interessata, puntando sul fatto che anche Gesù era galileo, magari per suscitare in Lui una reazione ostile a Pilato, in modo da denunciarlo alle autorità.

Oppure se questi “alcuni” fossero stati dei farisei, ciò poteva implicare una domanda teologica sulla giustizia divina: visto che le disgrazie (nella mentalità del tempo) venivano lette come una punizione, come capire la morte di questi pellegrini, proprio nell’istante in cui stavano mostrando la loro devozione a Dio?

Ma il Signore, nella sua divina sapienza, come è suo solito fare, esce dalla casistica e approfitta della notizia, mettendola a servizio del suo annuncio, per affermare una grande verità: LE TRAGEDIE DELLA VITA NON SONO PUNIZIONE DI DIO, MA INVITO PRESSANTE A RISPONDERE ALLA CHIAMATA DI DIO.

Siamo liberi di accettare o rifiutare la chiamata del Signore, ed anche, purtroppo tragicamente liberi di rifiutare la felicità.

LA LIBERTÀ È L’ALTRA FACCIA DELL’AMORE; NON SI PUÒ COSTRINGERE L’ALTRO A RIAMARCI, NON LO SI PUO’ RICATTARE, CONVINCERE, NON CI SI PUO’ DISPERARE, SE NON ACCADE.

La libertà che si mette in gioco è assoluta, limpida, cristallina, ed è senza scampo.

E in essa ci giochiamo, tra le altre cose, la pienezza di vita con Dio.

Mi spiego: se Dio esiste e mi ama, come il Signore ci ha rivelato, non può che –DRAMMATICAMENTE- lasciarmi libero di accettare o di rifiutare questo amore inaudito.

Libero di passare la vita alla porta della fede, SENZA ENTRARE, rimanendo fermo dall’alto del mio pregiudizio o della mia superiorità intellettuale a giudicare il “fenomeno religioso”.

Drammaticamente liberi di adattare IL VOLTO DI DIO, a quello di un Dio più comodo, che mi costruisco “a mia immagine e somiglianza”

Ottusamente libero di relegare la fede in un angolo della mia vita, così che non disturbi eccessivamente le mie scelte, che ritengo più pratiche e più adatte a me.

Ma facciamo bene attenzione, Fratelli e Sorelle, se davvero, per me, la priorità è di Dio, se la stragrande parte del lavoro lo fa Lui, se sua è l’iniziativa di venirmi incontro, ALLORA, PER ME, ENTRA IN GIOCO LA LIBERTÀ DELLA RISPOSTA, DELL’ADESIONE.

Tutti ascoltiamo la stessa Parola, tutti leggiamo lo stesso Vangelo, e, allo stesso modo tutti, chi più chi meno, abbiamo la possibilità di fermarci ad ascoltare nel più profondo del nostro cuore, la voce che, SUSSURRANDO, ci parla di Dio.

Nel testo, Cristo vuole che il massacro dei Galilei e l’incidente della torre di Siloe commuovano veramente il cuore degli uomini che gli parlano, facendo loro capire che non sono morti, a seguito di una punizione inferta da Dio, per i loro grandi peccati.

Il problema dell’uomo e il rischio per l’uomo è sempre lo stesso… trovare una spiegazione semplicistica per la sofferenza.

Gesù soffre a non essere capito.

Eppure è come quel vignaiolo, che fa l’impossibile per salvare il fico sterile, poiché sa che, attraverso di Lui, deve essere salvato ciò che è perduto.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!