SAN GREGORIO MAGNO- VENERDI’ XXII^ SETTIMANA T.O. – Lc.5,33-39 Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Lc.5,33-39

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice “Il vecchio è gradevole!”». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Gregorio (Roma 540 – 12 marzo 604), già prefetto di Roma, divenne monaco e abate del monastero di sant’Andrea sul Celio.

Eletto Papa, ricevette l’ordinazione episcopale il 3 settembre 590. Nonostante la malferma salute, esplicò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nella tutela delle popolazioni angariate dai barbari, nell’azione missionaria.

Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano.

Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletica e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo.

Ma veniamo al testo evangelico.

È difficile convertirsi, quando siamo convinti di essere nel giusto e di avere bisogno, al massimo, di piccoli aggiustamenti, perché ci riteniamo custodi della vera ortodossia.

E nulla cambia. Le abitudini dei farisei le facciamo nostre e facciamo diventare DEPOSITO DELLA FEDE anche il modo di posizionare la tovaglia sull’altare. e facciamo danni…quelli veri.

Ma Dio lo sa e fa in modo che il Vangelo di Cristo distrugga queste insane abitudini e questi atteggiamenti discutibili.

Il nuovo vino che esso contiene, spaccherà gli otri della nostra arroganza e della nostra saccenza, senza Dio. E farà perdere quel vino vecchio che tanto ci piace, perché è il risultato della vendemmia della nostra vita insieme ad un Dio che spesso ci siamo costruiti a nostra misura.

E spesso, appellandoci a principi assoluti e alla Tradizione continuiamo a reiterare le tradizioni che, in realtà, sono nostre piccole abitudini portate avanti con pigrizia, invece che convertirci sul serio.

Ugualmente a noi, anche fanno i contemporanei di Gesù, che prima hanno pesantemente criticato Giovanni il Battista e ora rimpiangono la sua ascesi e la sua severità.

Gesù invita tutti a guardare oltre. La sua presenza è pari ad una festa di nozze, chi mai potrebbe pensare di mettersi a dieta in quel giorno?

Ciò che Gesù chiede ai farisei e a noi è un radicale cambiamento di mentalità: un’esperienza di fede da vivere come esperienza gioiosa nell’incontro con lo Sposo che è Dio!

Inutile continuare a mettere dei tacconi, delle toppe, alla vecchia idea di Dio. Sarebbe più salvifico ed intelligente prepararsi ad indossare l’abito degli invitati alle nozze!

È di questo abito NUOVO che parla “in primis” il Vangelo di oggi. Però parla anche di vestito vecchio, di vino nuovo e di otri vecchi.

C’è un vestito nuovo che ci viene PROPOSTO da Cristo e c’è un vino nuovo che ci viene OFFERTO da Cristo.

E ne sorge subito una domanda: Perché rispetto a questa novità noi stiamo ancora indossando il vestito vecchio e stiamo ancora conservando il vino di prima?

Perché NON ABBIAMO CAPITO LA NOVITÀ BELLISSIMA PRESENTATACI DA CRISTO NEL VANGELO: EGLI È IL NOSTRO SPOSO.

E il nostro Sposo, ovvero Colui che ci ama e vuole impegnarsi con noi, per un legame di amore eterno è venuto a realizzare questa meravigliosa avventura di amore, che inizia con una grandissima festa con la quale partecipiamo al banchetto nuziale imbandito per noi dal Padre stesso.

Quale novità e quale gioia più grandi di queste il Signore ci può consegnare? Ma per accogliere e comprendere questo suo linguaggio occorre che anche noi iniziamo a parlare con le sue stesse parole.

Ora che Dio, in Cristo, ha fatto irruzione nella storia, il nostro linguaggio di prima non è adatto alla novità del Vangelo.

Ora siamo chiamati a sposare il Signore, ad amarlo e a stare con lui per tutta la vita, in una confidenza e con un’intimità che neanche lontanamente potevamo immaginarci prima: L’INTIMITÀ DI UNA COPPIA DI SPOSI.

Possiamo allora continuare a vestirci strappato del passato? O lo possiamo rattoppare con un pezzo di stoffa nuova? Certo che no! Siamo chiamati ad indossare l’abito nuovo che ci ha donato lo sposo.

Oppure possiamo pensare di continuare a bere il vino vecchio e a conservare il vino nuovo, offertoci da Cristo, nelle vecchie botti di prima?

No, perché il nuovo vino esige una nuova botte, una nuova cantina, un nuovo palato, un rinnovato amore, una conversione di vita non più rinunciabile.

CON CRISTO LE COSE DI PRIMA SONO PASSATE, ORA VE NE SONO DI NUOVE, E NOI NON POSSIAMO CONTINUARE A INSEGUIRE LE VECCHIE MANIERE DI IMPOSTARE LA VITA, MA DOBBIAMO ADEGUARCI ALLA NOVITÀ DELL’AMORE.

Lo Sposo è con noi!

Questa verità non è da poco, è una GRAZIA di eccezionale valore, una GRAZIA che deve essere accolta pienamente con un cuore libero, pieno di gioia, fortificato e irrobustito dalla novità di vita propostaci da Dio stesso.

La conversione diventa allora un’esigenza indispensabile per accogliere Cristo SE NON SI VUOLE CORRERE IL RISCHIO DI CONTINUARE A ESSERE OTRI VECCHI, O DI NON RIUSCIRE A GUSTARE IL SAPORE E LA BONTÀ DEL VINO NUOVO, O DI RESTARE ANCORATI ALL’ANTICA, STANTIA, BEVANDA DI SEMPRE.

La conversione del cuore può partire solo dalla consapevolezza dell’accoglimento della proposta di amore e di comunione sponsale di Cristo.

E nasce dalla considerazione che Dio si propone a noi con la gioia e l’amore di uno Sposo, che è in mezzo a noi, in cerca di noi, nel tempo della nostra vita terrena, per unirci a Lui con un legame indissolubile, che si mantiene tale anche nella dimora della vita eterna, ove siamo attesi con la dignità, la gioia e l’amore di essere finalmente divenuti familiari di Cristo.

Gesù che è lo Sposo dei suoi amati discepoli, ed essi non possono digiunare quando Lui è con loro. Ma quando Egli non sarà tolto loro, allora digiuneranno.

Facendo l’esempio del pezzo di vestito vecchio sul nuovo e quello degli otri vecchi e nuovi, Gesù vuole dire che il passato è importante ma con la Sua venuta sulla terra bisogna adattarsi al nuovo, CIOÈ ALLA SUA PAROLA CHE VIENE DA DIO E SANCISCE UNA NUOVA ALLEANZA CHE RISPETTA QUELLA ANTICA.

MA LA NUOVA ALLEANZA, si chiama così perché PORTA NOVITÀ ANCORA PIÙ IMPORTANTI.

Ma anche il digiuno è importante. Perché la gioia legata alla presenza dello sposo rende impossibile digiunare.

È SOLO QUANDO LO SPOSO SARÀ PORTATO VIA E GLI INVITATI PRIVATI DELLA SUA PRESENZA, CHE AVRÀ SENSO DIGIUNARE.

L’impulso principale che chiama tutti i veri credenti, a una vita di digiuno è principalmente connesso al fatto che Gesù Cristo non è fisicamente sulla terra con noi oggi.

Ma ci ha lasciato con LA SUA PAROLA che non viene meno ma che soddisfa sempre ciò che ha detto.

LA SUA PAROLA NON RITORNA VUOTA, se prima non ha realizzato ciò che il Signore si aspettava.

In questo brano ha detto “… ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno”.

Gesù è stato preso quasi duemila anni fa, e i veri credenti sapevano che era ora di digiunare; lo fecero gli apostoli, perché lo sposo fu preso.

Ora lo sposo tornerà improvvisamente, potrebbe essere al mattino, a mezzogiorno, alla sera o a mezzanotte (Matteo 25,1-13 e Luca 12,37-40).

Questo è effettivamente il momento di digiunare, perché lo sposo è stato preso e sta per tornare. E siccome il digiuno fa parte di quella fedeltà, allora coloro che credono digiuneranno.Allora digiuneranno“, ha molto contenuto.

I credenti dovranno testimoniare ai perduti CHE, PER LORO CRISTO È MORTO. Ma per far questo occorre essere un vero esempio di credente, nelle parole, nei pensieri e nei fatti.

E questo è spesso difficile da ottenere se non ci si umilia nel digiuno e non si sottometti il corpo, all’obbedienza della parola di Dio.

Il diavolo, nel cammino dei secoli, continua a fare tutto ciò che è in suo potere per distrarre e ingannare il vero credente su ciò che un fedele dovrebbe fare.

Sulla terra, piangiamo, piangiamo, soffriamo, digiuniamo, pentiamo, testimoniamo e cose simili; ma quando il Signore verrà a portare via la sua sposa, sarà la fine del pianto e persino del digiuno.

QUESTO È IL MOMENTO DI DIGIUNARE, perché Gesù ha detto “…Allora digiuneranno”.

Ora è quando il Signore ha detto, allora digiuneranno. Perché digiunare quando verrà a prendere la sua sposa, la porta sarà chiusa e qualsiasi digiuno non avrà alcun senso per il Signore. È in vita che il credente digiuna per il Signore.

ABBIAMO VISTO CHE C’È DUNQUE UNA INCOMPATIBILITÀ TOTALE, TRA DIGIUNO E PRESENZA DELLO SPOSO, ALLO STESSO MODO CHE TRA UNA TOPPA SU UN VESTITO NUOVO POSTA SU UN ABITO VECCHIO, OPPURE COME QUELLA CHE ESISTE TRA IL VINO NUOVO E GLI OTRI VECCHI.

Le parabole di Gesù svelano anche il rischio in cui possiamo incorrere davanti al suo messaggio: cercare un compromesso, ABERRANTE, tra il nostro “vecchio” modo di vivere e il “nuovo” stile di vita proposto dal Signore.

Ma, se facciamo così, il risultato è quello di perdere sia il “nuovo” che il “vecchio”.

Chiediamo al Signore la grazia di rinunciare al “vino vecchio” delle nostre abitudini, dei nostri pensieri, delle nostre sicurezze – anche se ci sarà difficile, perché ha in sé qualcosa di piacevole che ci impedisce di rinunciare ad esso – per accogliere il “vino nuovo” che egli vuole donarci.

Ogni età ha il suo momento di decisione. Il Signore ha parlato a ogni epoca della chiesa e tutti hanno avuto il loro momento di decisione.

Ora… oggi è il nostro momento di decisione e il digiuno è uno dei fattori che entreranno in gioco al momento del ritorno del Signore.

COME RECITA IL LIBRO DEL QOELET, L’UOMO SAGGIO DEVE SAPER RICONOSCERE I MOMENTI IN CUI OCCORRE GIOIRE, DAI MOMENTI IN CUI INVECE È BENE DIGIUNARE.

Diceva Sant’Agostino Vescovo di Ippona nel celebre Discorso 210,5:

<<Teniamo dunque “i fianchi cinti e le lucerne accese”, e siamo come quei “servi in attesa del ritorno del loro padrone dalle nozze” (Lc 12,35).

Non diciamoci vicendevolmente “Mangiamo e beviamo perché domani moriremo” (1Cor 15,32). Ma proprio perché è incerto il giorno della morte e penosa la vita, digiuniamo e preghiamo ancor più: domani infatti moriremo.

Ancora un poco – disse Gesù – e non mi vedrete un poco ancora e mi vedrete” (Gv 16,16). Questo è il momento di cui ci disse “voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà” (v. 20); cioè: questa vita è piena di tentazioni e noi siamo pellegrini lungi da lui.

Ma vi vedrò di nuovo – aggiunse – e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (v. 22).

Godiamo anche ora in questa speranza, nonostante tutto – poiché è fedelissimo chi ce lo ha promesso – nell’attesa di quella sovrabbondante gioia, quando “saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2), e “nessuno ci potrà togliere la nostra gioia”.

La donna quando partorisce – dice il Signore – è nel dolore perché è giunta la sua ora; ma quando ha partorito si fa grande festa perché è venuto al mondo un uomo” (Gv 16,21).

Questa sarà la gioia che nessuno potrà toglierci e di cui saremo ricolmati quando passeremo, dal modo di concepire la fede nella vita presente, alla luce eterna. Ora dunque digiuniamo e preghiamo, perché è il tempo del parto.>>

LA NOVITÀ CHE GESÙ HA PORTATO, LA BUONA NOTIZIA, È CHE DIO TI AMA INDIPENDENTEMENTE DAL TUO COMPORTAMENTO, CHE L’AMORE DI DIO NON LO DEVI MERITARE, MA SOLTANTO ACCOGLIERLO.

Questo è il vino nuovo, che indica un rapporto completamente nuovo con Dio: NON DEVI FAR PIÙ NIENTE PER ESSERE GRADITO A DIO. LA PRIMA COSA CHE DEVI FARE E’ ACCOGLIERE L’AMORE DI DIO E, CON LUI E INSIEME A LUI, PORTARLO AI FRATELLI CHE IL SIGNORE TI METTE SUL CAMMINO.

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!