25 settembre 2024 mercoledì 25’ settimana p.a. B – LUCA 9,1-6 “…non prendete nulla per il viaggio”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 9,1-6

+ In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

Mediti…AMO

Fratelli e Sorelle, il Vangelo di oggi ci racconta che Gesù è attento ANCHE ALLO STILE DELL’ANNUNCIO: che deve contenere una condivisione totale, un’essenzialità disarmante.

Come a dire: non contate sui mezzi, non fate troppo affidamento sulla tecnica usata.

È certamente un monito alle nostre comunità, per ricordarci che ci vuole SOLO il Vangelo, PERCHE’ E’ DELLA PAROLA DI DIO CHE PARLIAMO E PER EFFETTO DELLA QUALE VIVIAMO.

E NON delle strutture e della organizzazione che ci diamo, o delle “strategie di marketing” che scegliamo, perché il Regno lo annunzia e lo crea solo la PAROLA DEL SIGNORE.

Mai dobbiamo dimenticare che abbiamo un Maestro e la Sua Parola eterna e viva, da annunciare, non un prodotto da vendere.

TUTTO IL RESTO “E’ NOIA”, DICEVA UN VECCHIO CANTAUTORE.

Mai dobbiamo dimenticare che la forza ci deriva solo dal Signore.

Come anche il potere di far fuggire quella parte oscura e tenebrosa della realtà e di guarire le nostre fragilità, ci proviene dal Signore.

Ricordiamocelo quando organizziamo la nostra pastorale, quando immaginiamo delle strategie di evangelizzazione, quando costruiamo percorsi di Chiesa, CREDENDO CHE E’ QUESTO CHE IL SIGNORE VUOLE.

La forza ci deriva dal Signore, perciò ogni azione pastorale, ogni scelta va pensata, fecondata e accompagnata dalla preghiera, per attingere la forza.

Occorre invece poca apparenza, ma mettere molta sostanza: PERCHÉ È LA CONCRETEZZA DELL’AMORE CHE ANNUNCIA LA PAROLA.

È solo con la concretezza dell’AMORE, che noi discepoli del Signore, continuiamo, ancor oggi, l’evangelizzazione del mondo, NEL NOME DEL SIGNORE, ognuno secondo il proprio carisma, restando fedeli, con creatività e amore infinito, al Vangelo, che non accarezza lo Spirito, ma lo riempie.

Lasciamo che la Parola ci raggiunga dove siamo.

Dimentichiamo quella deleteria visione moderna, infondata e assurda, di una Chiesa da vedere come “holding del sacro”, ma CHE INVECE, DEVE ESSERE LUOGO DELLA GIOIA E DELL’ANNUNCIO, DOVE LA POTENZA DI DIO SI MANIFESTA PIENAMENTE, SOPRATTUTTO NELLA NOSTRA DEBOLEZZA.

DONIAMO CON GIOIA, LA NOSTRA ADESIONE, LA NOSTRA VITA, LA NOSTRA GIOIA, LA NOSTRA VOCE, LA NOSTRA ENFASI, IL NOSTRO AMORE, PER FAR CONOSCERE E AMARE QUEL “FALEGNAME DI NAZARETH” che, senza media e senza tecnologia alcuna, ha scavato un solco che nessuno mai più ricoprirà nella storia… per ricordarci che LA PAROLA DI DIO –COMUNQUE- VIVE ANCHE DI VITA PROPRIA.

Ma c’è una frase del vangelo che mi interessa sottolineare… «…allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque, annunciando la buona notizia e operando guarigioni».

E questo ci dice, tra le righe, che nessuno deve restare privo dell’annuncio della Parola di Dio.

Obbligo che, fino alla fine dei secoli, ricade ancora oggi nelle comunità cristiane.

Anche a noi è dato il mandato di essere TESTIMONI ED APOSTOLI DI GESU’ CRISTO, PAROLA ETERNA E INCARNATA DI DIO.

E questa missione richiede che ci spogliamo del nostro protagonismo, PER ESSERE IN TUTTO SERVI DELLA SUA PAROLA.

Quando un cristiano non si sente responsabile dell’annuncio del Vangelo è come quella pianta il cui seme è caduto sulla strada o tra le spine e non arriva a portare frutto.

Ciascuno è chiamato ad essere testimone con la sua vita, semplice e fedele, con i suoi doni, con la sua carità e la sua misericordia.

Nessuno è così povero da non avere nulla da donare.

Nessun discepolo è lasciato senza lo Spirito Santo, al momento di rendere ragione della speranza che ha ricevuto in dono.

Gesù dice ai Dodici «…non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche»… e lo fa per ricordarci che la ricchezza e la forza degli apostoli, come lo deve essere anche per noi, È, E RIMANE, SOLO L’“EVANGHELION”… LA BUONA NOTIZIA.

La necessità di andare per il mondo senza portare nulla, insieme a noi, deriva dalla necessità di dare spazio nel nostro bagaglio di viaggio solo ed esclusivamente alla Parola da consegnare, all’amore da testimoniare, alla volontà da realizzare, alla missione da sviluppare.

E’ una povertà fisica, che deriva, ed esprime, una più importante povertà spirituale, che diventa di importanza vitale per la riuscita della nostra missione.

Le opere che ci vengono affidate, con il mandato ricevuto, sono opere che noi riusciamo a portare avanti, non per nostro merito, ma solo se crediamo veramente nell’aiuto dello Spirito Santo, il quale ci viene DONATO, proprio per renderci capaci di compiere l’opera di diffusione dell’amore di Dio, con Parola ed Opere.

Infatti, lo Spirito Santo può esercitare la sua azione nella nostra vita, solo se gli permettiamo di agire dentro di noi, ossia se lo accogliamo con una fiducia tale, da consegnargli tutta la nostra vita, e tutti i nostri impegni.

La povertà spirituale è dunque una condizione interiore indispensabile, perché senza di essa, lo Spirito Santo non può essere accolto, e non può operare i prodigi e i poteri, che sono necessari per esercitare la nostra attività di inviati.

Senza l’azione dello Spirito Santo i nostri poteri vengono meno e la nostra missione fallisce ancor prima di nascere.

Perchè la presenza dello Spirito Santo, in noi, è garanzia non solo del raggiungimento degli obiettivi, attraverso l’esercizio dei poteri da Lui conferitici, ma anche di reperimento di tutti quei beni materiali e spirituali che sono indispensabili all’espletamento della missione.

Dunque il distacco dai beni materiali e da tutte quelle realtà spirituali connesse all’io e al mondo, è condizione che favorisce l’ottimale raggiungimento della missione, grazie appunto alla libertà d’azione, concessa da tale distacco, allo Spirito Santo.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!