25 maggio 2024 SABATO 7^ SETTIMANA TEMPO P.A – MARCO 10,13-16 “Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 10,13-16

+ In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo dell’altro ieri indicava i consigli di Gesù sulla relazione degli adulti con i piccoli e gli esclusi (Mc 9,41-50).

Il vangelo di ieri indicava i consigli sulla relazione tra uomo e donna, marito e moglie (Mc 10,1-12).

Il vangelo di oggi indica i consigli sulla relazione tra genitori e figli.

Per i piccoli e gli esclusi Gesù chiedeva la massima accoglienza.

Nella relazione uomo-donna, chiedeva la massima uguaglianza.

Ora, con i figli e le loro madri, il Signore chiede la massima tenerezza.

Sembra tutto così ovvio e semplice, ma non lo è affatto.

Infatti, a causa della nostra superbia ed arroganza, limitiamo agli altri l’accesso a Dio, soprattutto a donne, bambini e uomini che “non sono come noi”.

Crediamo infatti, fermamente, che Dio è una cosa da adulti.

Cerchiamo di non scherzare.

Soprattutto i bambini, che fanno chiasso durante le celebrazioni e non si accorgono di essere inopportuni, debbono stare lontani dal Signore “…tanto non capiscono ed avranno tempo, quando cresceranno”.

Soprattutto debbono capire che non possono ancora stare davanti Dio, perché Dio rientra fra le cose importanti della vita, fra quelle che richiedono un volto appropriato, o quanto meno, una seriosità apparente.

Gesù, invece, ama i bambini, non li respinge e invita gli apostoli a fare altrettanto, e a noi discepoli chiede di accoglierli e, addirittura, di imitarli.

Non nel senso di diventare infantili, o di avere una fede ingenua, ma nel senso di imitarne sia lo stupore, che la dipendenza.

Lo stupore di chi scopre sempre cose nuove. E questo è certamente un atteggiamento che manca alla nostra vita “da adulti”.

Le madri sanno che possono portare gioia e bene ai loro figli e, nonostante non sappiano che Cristo è il Figlio del Dio vivente, come le sante donne dell’Antico Testamento, Sara, Rebecca, Lia e Rachele, presentano i loro bambini al Profeta, che porta la benedizione dei padri Abramo, Isacco e Giacobbe, perché egli la trasmetta ai loro bambini.

Purtroppo i discepoli sgridano sia i bambini che le madri, perché non sono ancora pronti per la nuova via aperta loro da Cristo: ridiventare bambini per accogliere il regno di Dio.

Essi hanno questo atteggiamento verso i bambini, forse perché, secondo le norme rituali dell’epoca, i bambini piccoli con le loro mamme, vivevano quasi costantemente dell’impurità legale.

Toccarli voleva dire diventare impuri.

Se loro toccavano Gesù, lui diventava impuro.

Ma Gesù non si scomoda con queste norme rituali della purezza legale, anzi, corregge i discepoli ed accoglie le madri con i bambini.

Li tocca, li abbraccia dicendo “…lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il Regno di Dio“.

E aggiunge “…in verità vi dico: chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino non entrerà in esso.”

Purtoppo i discepoli non hanno compreso che nessuno è escluso dal regno di Dio, e in particolare non ne sono esclusi i bambini, poiché il regno appartiene a loro e a quelli che assomigliano a loro.

Gesù ci chiede di identificarci con essi, come fa Lui e ci mette in guardia, ricordandoci che:

  • chi riceve un bambino “riceve me” (Mc 9,37).
  • Ed ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).

Ognuno di noi è chiamato a fare come i bambini: cioè ad andare da Gesù perché ci tocchi e ci dia la sua benedizione e perché riconosca in noi l’esistenza di un cuore semplice e incorrotto, come quello che hanno i bambini.

Solo allora il regno di Dio ci apparterrà definitivamente.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

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Sia Lodato Gesù, il Cristo!