25.10.2023 – MERCOLEDI’ XXIX SETTIMANA P.A  A – LUCA 12,39-48 “…sappiate bene questo”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 12,39-48

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

La pagina di Vangelo che la Chiesa propone quest’oggi, è la continuazione del discorso di Gesù, relativa al tenersi pronti PER LA SUA SECONDA VENUTA.

In particolare, utilizzando il paragone del padrone di casa e del ladro, ancora una volta l’invito è quello di vigilare, cercando di non lasciarsi vincere da facili seduzioni, che potrebbero allontanare dai sentimenti del cuore di Cristo.

E che ci porterebbero ad assecondare ed inseguire la cupidigia, il potere, il successo e tutto ciò che punta a creare distanze TRA NOI E GLI ALTRI, pur di farci emergere come protagonisti.

La Parola di Dio quest’oggi ci richiama, quindi, ad un atteggiamento di attesa e di operosità, sull’esempio di Cristo, che ha realizzato la volontà del Padre, facendosi servo di tutti.

L’invito alla vigilanza, che il testo ci rivolge (12, 35-38) non è accompagnato da altre indicazioni.

E la domanda di Pietro fa da ponte tra la prima e la seconda parte di questo insegnamento.

Gesù presenta il responsabile della comunità con l’immagine di un amministratore che si preoccupa di “…dare la razione di cibo a tempo debito”, cioè di distribuire a tutti il pane di Dio secondo i tempi e le modalità che Dio stesso ha stabilito.

Egli è dunque chiamato a servire i fratelli, ha la responsabilità di non far mancare il pane sulla mensa.

Ma, attenzione, con la lettura di questo frammento del Vangelo, possiamo osservare che, OGNI PERSONA, è un amministratore.

E allora scopriamo che queste potenzialità, e la vita stessa, SONO UN DONO DI DIO, visto che noi non abbiamo fatto nulla per meritarle.

Sono un regalo personale, unico e intrasferibile ed è ciò che ci conferisce la nostra personalità.

Sono i “talenti” di cui ci parlò Gesù stesso (Mt 25,15), le qualità che dobbiamo far crescere nel trascorso della nostra esistenza.

  • «Nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40), dice Gesù nel primo paragrafo.

La nostra speranza è nella vita del Signore Gesù alla fine dei tempi, però ora qui, anche Gesù si fa presente nella nostra vita, nella semplicità e nella complessità di ogni momento.

È oggi che con la forza del Signore possiamo vivere nel suo Regno.

E la stessa, accorata esortazione, la possiamo trovare in un documento dei primi decenni del cristianesimo “…giorno e notte richiamerai alla tua memoria il giudizio finale” (Lettera di Barnaba, 19.10).

Anche il grande Vescovo, Sant’ Agostino ce lo ricorda con le parole del salmo 32,12:

«Beata la nazione il cui Dio è il Signore», affinché possiamo esserne consapevoli, formando parte di questa nazione.

«Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40).

Questa esortazione rappresenta un richiamo alla fedeltà, che mai è subordinata all’egoismo.

Abbiamo la responsabilità di saper “corrispondere” ai beni che abbiamo ricevuto insieme alla nostra vita, «conoscendo la volontà del padrone» (Lc 12,47), è ciò che chiamiamo la nostra “coscienza”, ed è ciò che ci fa degnamente responsabili delle nostre azioni.

La risposta generosa da parte nostra verso l’umanità, verso ogni essere vivente è una cosa doverosa e piena d’amore.

Ed è ciò che, già qui ed ora, rende presente il Regno di Dio.

E, alla luce del Regno, scopriamo anche di dover essere come i servi: che della nostra vita non possiamo disporre in modo spesso, autolesivo, ma che c’è un “Padrone”, che in realtà è un Padre a cui rendere conto.

Un Padre che viene di notte.

E saremo beati se resteremo svegli, se saremo forti costantemente, scongiurando ogni giorno, faticosamente, di far nostra la tentazione di cedere.

È un percorso assolutamente “Altro”, dal nostro “naturale” sentire, quello che il Signore nostro Gesù Cristo, oggi ci mostra.

Ecco allora che dobbiamo ricordarci che il Signore ritornerà.

Siamo chiamati A NON BANALIZZARE questo ritorno.

E meditare sempre su questa CERTEZZA, è la chiave per essere dei buoni amministratori, ognuno nella misura che gli è propria.

Questo messaggio, che siamo chiamati a testimoniare con vigore, deve essere una spinta perché tutti si interroghino su quanto abbiano ricevuto e se quello che danno è almeno proporzionale.

Guardare ciò che si sta facendo e il proprio percorso, prendere sul serio l’uso che facciamo dei doni che quotidianamente riceviamo, ci renderà degli amministratori saggi.

L’idea che a Dio si dovrà rendere conto di tutto, fa tremare i modernisti, che prontamente rimuovono dalla mente questo incontro CHE NECESSARIAMENTE AVVERRÀ, ma la loro paura nasce dal mancato pentimento delle loro colpe, SIA PER LA PERDITA DELLA FEDE SIA PER L’INCAPACITÀ DI CHIEDERE PERDONO A GESÙ E RICOMINCIARE UNA NUOVA VITA.

I cristiani autentici non tremano, perchè si pentono dei loro peccati, frequentano il Sacramento della Riconciliazione e della Penitenza, e si rialzano dopo una caduta.

Non temono Dio come se fosse un oppressore, perché sanno bene che Lui è Padre e pretende l’osservanza della sua Legge, e pertanto la manifesta e rende accessibile a tutti.

E, quanti la rifiutano, e scelgono liberamente di non seguirlo, sanno di risultare colpevoli nel Giudizio Finale, davanti a Lui.

L’avviso di Gesù oggi serve a preparare tutti e non solo i credenti: a Dio si dovrà rendere conto di ogni opera.

Certo, i non credenti non si pongono il problema dell’aldilà o del Giudizio, per questo sono disponibili anche a vendere l’anima al diavolo per avere in cambio qualcosa.

Non credono nell’esistenza dell’anima, però vendono l’anima e fanno ogni patto col diavolo…

Ci sono poi quelli che fingono, illudendosi così di non dover dare conto delle loro opere, in una sorta di ingenua insensatezza, dimenticando, o facendo finta, che tutti gli esseri umani dovranno presentarsi al cospetto di Dio

E solo i buoni non temeranno nulla, perché avranno avuto il pentimento degli errori commessi.

Gesù oggi ci dice che “…a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”.

È una buona occasione per fermarci e riflettere sui doni ricevuti da Gesù, delle Grazie inaspettate o richieste che hanno permesso determinate guarigioni o il superamento di prove dolorose.

Quanto è stato affidato ad ognuno di noi?

TUTTO L’AMORE DI DIO È STATO MESSO NELLE NOSTRE MANI.

Alla luce di ciò, il Vangelo ci invita alla responsabilità, visto che a tutti noi è stato dato molto.

La voce di Papa Benedetto XVI, nel Messaggio per la Quaresima del 2012:

  • “La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell’altro, desiderando che anch’egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità”.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!