25.08.2023 -VENERDI’ XX SETTIMANA P.A. A – MATTEO 22,34-40 “….amerai….”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 22,34-40

+ In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

Mediti…AMO

Continuano le controversie tra Gesù e i suoi oppositori, che a turno tentano di coglierlo in contraddizione con la fede di Israele, con l’insegnamento della tradizione, deposito da essi custodito gelosamente.

I sadducei, cioè i sacerdoti ( Mt 22,23); i farisei (Mt 22,15), che sono un movimento laicale estremamente legato alla Torah, alla Legge; gli erodiani, ovvero partigiani di Erode (ibid.); gli interpreti delle Scritture.

Tutti vanno DA GESÙ, MENTRE EGLI SI TROVA NEL TEMPIO, PER PORGLI DOMANDE, PER “FARGLI L’ESAME” E PER POTERLO COGLIERLE IN FALLO NELLE SUE PAROLE.

TUTTI VOGLIONO CHE LA SUA VOCE TACCIA, CHE LE SUE PAROLE NON SIANO ASCOLTATE, CHE I SUOI GESTI SIANO PUNITI, E PER QUESTO SONO DISPOSTI A CONDANNARLO E A PROCURARGLI LA MORTE.

Oggi assistiamo a un evento straordinario… farisei e sadducèi, che erano rivali, scoprono di avere qualcosa che li unisce… il desiderio di trovare una falla nell’insegnamento del caro Gesù.

Alla domanda di uno di loro che gli chiede quale fosse il più grande comandamento, Gesù, con tanta serenità e sicurezza, afferma: AL PRIMO POSTO DIO, POI I NOSTRI FRATELLI E ALLA FINE NOI.

L’amore di Dio e l’amore del prossimo infatti, devono andare a “braccetto”.

Dio si sente veramente amato quando noi amiamo i nostri fratelli come noi stessi.

E se amiamo d’avvero Lui, automaticamente non possiamo fare a meno di amare il nostro prossimo.

Ma, per amare il prossimo dobbiamo amare anche la nostra persona, perché, se siamo misericordiosi con noi stessi, lo saremo anche con il prossimo.

Accettiamo allora i nostri limiti e le nostre mancanze senza tormentarci troppo, perché la perfezione appartiene solo a Lui… al limite dovremmo chiedere con la preghiera di aiutarci a essere più umili e meno fiscali… e “…se qualche volta cadete, non dovete così avvilirvi da lasciare d’andare innanzi. Da quella caduta il Signore saprà cavare del bene” (diceva SANTA TERESA D’AVILA).

Ma torniamo al testo odierno. Ora tocca ai perushìm, ai puri, i farisei, che mandano a interrogare Gesù nientemeno che un dottore della Legge, uno che ha studiato.

Non uno qualsiasi, come questo strano falegname che si è improvvisato profeta, senza titoli di studio né mandati ufficiali, che non appartiene a nessuno dei movimenti dell’epoca.

La domanda è una di quelle classiche, che servivano a sondare la preparazione dell’interrogato: degli oltre seicento precetti qual è il principale?

Domanda ingannevole, perchè per un fariseo erano tutti ugualmente importanti e chi non li rispettava era dannato.

Diversa la posizione dei rabbini più illuminati, contemporanei di Gesù, che rispondevano, a grandi linee, quanto risposto dal Maestro, ovvero che due sono i comandi: amare Dio e amare il prossimo. 

La domanda è pertinente, perché nel giudaismo rabbinico la Legge aveva assunto un posto centrale all’interno della rivelazione scritta: e così i primi cinque libri biblici erano i più studiati e meditati, con un primato su tutti gli altri, quelli dei profeti e dei sapienti.

In questo studio della Torah i rabbini avevano individuato, oltre alle dieci parole date da Dio a Mosè (Es 20,2-17 e Dt 5,6-22), anche 613 precetti, come spiega un testo della tradizione ebraica:

Il grande rabbino ebreo, RABBI SIMLAJ, disse:

Sul monte Sinai a Mosè sono stati enunciati 613 comandamenti: 365 negativi, corrispondenti al numero dei giorni dell’anno solare, e 248 positivi, corrispondenti al numero degli organi del corpo umano…

Poi venne David, che ridusse questi comandamenti a 11, come sta scritto [nel Sal 15] …

Poi venne Isaia che li ridusse a 6, come sta scritto [in Is 33,15-16] … Poi venne Michea che li ridusse a 3, come sta scritto: ‘Che cosa ti chiede il Signore, se di non praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio?’ (Mi 6,8) …

Poi venne ancora Isaia e li ridusse a 2, come sta scritto: ‘Così dice il Signore: Osservate il diritto e praticate la giustizia’ (Is 56,1) … Infine venne Abacuc e ridusse i comandamenti a uno solo, come sta scritto: ‘Il giusto vivrà per la sua fede’ (Ab 2,4 e Rm 1,17 e Gal 3,11)” (Talmud babilonese, Makkot 24a).

Questa la risposta rabbinica alla questione su come semplificare i precetti della Legge, su quale comandamento meritasse il primato.

Gesù non si pone all’interno di questa casistica, ma va al fondamento della vita del credente. Innanzitutto cita lo Shema‘ Jisra’el, il comandamento che il credente ebreo ripeteva e ripete tre volte al giorno: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.

Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua vita e con tutta la tua mente” (Dt 6,4-5). Poi chiosa: “Questo è il grande e primo comandamento”.

Ma subito va oltre, accostando al comandamento dell’amore per Dio quello dell’amore per il prossimo, dato senza paralleli nella letteratura giudaica antica: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lv 19,18).

Risalendo alla volontà del Legislatore, Gesù discerne che amore di Dio e del prossimo sono in una relazione inscindibile tra loro: la Legge e i Profeti sono riassunti e dipendono dall’amore di Dio e del prossimo, non l’uno senza l’altro.

Infatti Gesù risponde citando lo Shemà Isra’El, che invita ad amare Dio con assoluta totalità (Dt 6,4-5).

Ma aggiunge che c’è un secondo comandamento ed è simile al primo (22,39), l’altra faccia della stessa medaglia.

Non è dunque possibile dissociarli.

Questo intreccio va letto e coniugato da entrambi i lati: l’amore di Dio è autentico solo quando si esprime nell’amore del prossimo.

Infatti, solo chi ama Dio con totalità di cuore e di mente è reso capace di amare il prossimo con disinteresse, superando ogni egoistico attaccamento di sé.

Si potrebbe dire che amare il prossimo è la via ordinaria per amare Dio.

Ma ogni impegno umano è velleitario se non trova in Gesù Cristo la sua forza, noi sappiamo infatti che solo la comunione con Dio e la grazia che viene da Lui ci permettono di amare il prossimo.

L’amore di Dio – scriveva SANT’AGOSTINOè il primo come comandamento, ma l’amore del prossimo è primo come attuazione pratica”. Viene prima l’amore di Dio e poi quello del prossimo. Ma il santo vescovo aggiunge: “Siccome però Dio tu non lo vedi ancora, amando il prossimo ti acquisti il merito di vederlo; amando il prossimo purifichi l’occhio per poter vedere Dio (…) Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al Signore, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l’abbiamo sempre con noi. Ama, dunque, il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere” (Trattati su Giovanni, 17, 7-9).

Fratelli e Sorelle, carissimi, vorrei concludere questa mia povera e lunga riflessione, ancora con una citazione di SANTA TERESA D’AVILA: “

  • È tanta l’importanza dell’amore vicendevole che non dovreste mai dimenticarvene. L’andare osservando certe piccolezze – che alle volte non sono neppure imperfezioni, ma che la nostra ignoranza ci fa vedere assai gravi – nuoce alla pace dell’anima e inquieta le sorelle. Sarebbe una perfezione che costa assai caro!”

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!