«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 20,28
+ In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore
Mediti…AMO
Fratelli e Sorelle, in questa afosa estate, ancora un santo ci accompagna nel cammino della vita: Giacomo il maggiore, che, insieme a Pietro, faceva parte del ristrettissimo gruppo degli intimi del Signore Gesù.
Giacomo, fratello dell’apostolo Giovanni, è detto “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo.
La sua vita cambia radicalmente quando accoglie l’invito di Gesù a diventare “pescatore di uomini”.
Andando oltre – si legge nel Vangelo secondo Matteo – Gesù “vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono”.
Insieme a suo fratello Giovanni e a Pietro, Giacomo di Betsaida è stato fra coloro che hanno avuto la gioia e la fortuna di essere presente nei momenti più intensi e determinanti della vita pubblica di Gesù, come:
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alla Trasfigurazione,
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alla guarigione della figlia di Giairo
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o alla preghiera del Getsemani.
Nato a Betsaida, sul lago di Tiberiade, era figlio di Zebedèo e di Salòme (Mc 15,40 e Mt 27,56) e fratello di Giovanni l’evangelista, col quale fu chiamato fra i primi discepoli di Gesù e fu pronto a seguirlo (Mc 1,19s e Mt 4,21s e Lc 5,10).
È sempre messo fra i primi tre Apostoli (Mc 3,17 e Mt 10,2 e Lc 6,14 e Atti 1,13).
Di carattere pronto e impetuoso, come il fratello, assieme a lui viene soprannominato da Gesù “Boànerghes” (figli del tuono) (Mc 3,17 e Lc 9,52-56).
E’ tra i prediletti discepoli di Gesù, assieme al fratello, a Pietro e ad Andrea.
Con Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor (Mt 17,1-8 e Mc 9,2-8 e Lc 9,28-36), della risurrezione della figlia di Giairo (Mc 5,37-43 e Lc 8,51-56).
Assiste all’improvvisa guarigione della suocera di Pietro (Mc 1,29-31) e con gli altri 3 apostoli interroga Gesù sui segni dei tempi premonitori della fine (Mc 13,1-8).
Infine con Pietro e Giovanni è chiamato da Gesù a vegliare nel Getsemani alla vigilia della Passione (Mc 14,33ss e Mt 27,37s).
Con zelo intempestivo, aveva chiesto di far scendere il fuoco sui Samaritani che non accoglievano Gesù, meritando un rimprovero (Lc 9,51-56).
Ambiziosamente mirò ai primi posti nel regno, protestandosi pronto a tutto; e suscitò la reazione degli altri apostoli e il richiamo di Gesù a un altro primato: quello del servizio e del martirio (Mc 10,35-45; Mt 20,20-28).
E Giacomo berrà quel calice: è il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. “Il re Erode (Agrippa I) cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni” (Atti 12,1-2.
Eppure ciò che ci resta è quel titolo, boanerghes, cioè “figli del tuono“, attribuito a lui e a suo fratello, epiteto, probabilmente, di un carattere sicuramente impetuoso e affatto conciliante.
E ci rimane anche l’episodio inserito nella liturgia odierna, che ne rivela l’ambizione e la fragilità quando chiede, lui o sua madre, secondo le versioni, di sedere alla destra di Cristo nel Regno di Dio.
Alla destra di Gesù, invece, non ci sarà nessuno dei discepoli, MA UN MALFATTORE CROCIFISSO INSIEME A LUI…
Giacomo è testimone della gloria di Gesù, dell’evento della Trasfigurazione:
“Gesù – scrive l’evangelista Matteo – prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato davanti a loro; la sua faccia risplendette come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce”.
L’apostolo è anche testimone dell’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani: “Presi con sé Pietro, Giacomo e Giovanni – si ricorda nel Vangelo di Marco – cominciò a sentire paura e angoscia”.
Giacomo ha dovuto sudare per crescere, per convertire il proprio cuore, per diventare discepolo secondo le intenzioni del Signore Gesù.
Ma lo ha fatto.
E noi lo ricordiamo come il primo fra gli apostoli ad essere stato ucciso da Erode, subito dopo la resurrezione.
Se anche non era presente al fianco del Signore sulla croce, lo è stato nella testimonianza che gli ha reso nella morte.
Gesù stesso gli preannunciato il suo martirio “…potete bere – scrive Matteo – il calice che io sto per bere?”.
Giacomo e Giovanni gli rispondono “...lo possiamo”.
Una tradizione risalente almeno a Isidoro di Siviglia narra che Giacomo andò in Spagna per diffondere il Vangelo.
Ai tempi di Giacomo si svolgeva un intenso commercio di minerali come lo stagno, l’oro, il ferro ed il rame dalla Galizia alle coste della Palestina.
Nei viaggi di ritorno venivano portati oggetti ornamentali, lastre di marmo, spezie ed altri prodotti comperati ad Alessandria ed in altri porti ancora più orientali, di grande importanza commerciale.
Si pensa che l’Apostolo abbia realizzato il viaggio dalla Palestina alla Spagna in una di queste navi, sbarcando nelle coste dell’Andalusia, terra in cui cominciò la sua predicazione.
Proseguì la sua missione evangelizzatrice a Coimbra e a Braga, passando, secondo la tradizione, attraverso Iria Flavia nel Finis Terrae ispanico, dove proseguì la predicazione.
Nel Breviario degli Apostoli (fine del VI secolo) viene attribuita per la prima volta a San Giacomo l’evangelizzazione della “Hispania” e delle regioni occidentali, si sottolinea il suo ruolo di strumento straordinario per la diffusione della tradizione apostolica, così come si parla della sua sepoltura in Arca Marmárica.
Successivamente, già nella seconda metà del VII secolo, un erudito monaco inglese chiamato il Venerabile Beda, cita di nuovo questo avvenimento nella sua opera, ed indica con sorprendente esattezza il luogo della Galizia dove si troverebbe il corpo dell’Apostolo.
Il ritorno in Terra Santa, si svolse lungo la via romana di Lugo, attraverso la Penisola, passando per Astorga e Zaragoza, ove, sconfortato, Giacomo riceve la consolazione ed il conforto della Vergine, che gli appare (secondo la tradizione il 2 gennaio del 40), secondo la tradizione, sulle rive del fiume Ebro, in cima ad una colonna romana di quarzo, e gli chiede di costruire una chiesa in quel luogo.
Questo avvenimento servì per spiegare la fondazione della Chiesa di Nuestra Señora del Pilar a Zaragoza, oggi basilica ed importante santuario mariano del cattolicesimo spagnolo.
Da questa terra, attraverso l’Ebro, San Giacomo probabilmente si diresse a Valencia, per imbarcarsi poi in un porto della provincia di Murcia o in Andalusia e far ritorno in Palestina tra il 42 ed il 44 d.C..
Oramai in Palestina, Giacomo, assieme al gruppo dei “Dodici”, entra a far parte delle colonne portanti della Chiesa Primitiva di Gerusalemme, ricoprendo un ruolo di grande importanza all’interno della comunità cristiana della Città Santa.
In un clima di grande inquietudine religiosa, dove di giorno in giorno aumentava il desiderio di sradicare l’incipiente cristianesimo, sappiamo che fu proibito agli apostoli di predicare. Giacomo tuttavia, disprezzando tale divieto, annunciava il suo messaggio evangelizzatore a tutto il popolo, entrando nelle sinagoghe e discutendo la parola dei profeti.
La sua gran capacità comunicativa, la sua dialettica e la sua attraente personalità, fecero di lui uno degli apostoli più seguiti nella sua missione evangelizzatrice.
Erode Agrippa I, re della Giudea, per placare le proteste delle autorità religiose, per compiacere i giudei ed assestare un duro colpo alla comunità cristiana, lo sceglie in quanto figura assai rappresentativa e lo condanna a morte per decapitazione.
In questo modo diventa il PRIMO MARTIRE DEL COLLEGIO APOSTOLICO. Questa del martirio di San Giacomo il Maggiore è l’ultima notizia tratta dal Nuovo Testamento.
Secondo la tradizione, lo scriba Josias, incaricato di condurre Giacomo al supplizio, è testimone del miracolo della guarigione di un paralitico che invoca il santo. Josias, turbato e pentito, si converte al cristianesimo e supplica il perdono dell’Apostolo: questi chiede come ultima grazia un recipiente pieno d’acqua e lo battezza. Ambedue verranno decapitati nell’anno 44.
La sua morte è descritta negli Atti degli Apostoli:
“In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni”.
Dopo la decapitazione, secondo la Legenda Aurea del frate domenicano Jacopo da Varagine, il suo corpo, scompare, e, secondo la tradizione, nell’831, dopo un prodigioso fenomeno luminoso in prossimità del monte Liberon, viene scoperto un sepolcro con la scritta “…Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e di Salome”.
Il luogo viene denominato campus stellae (“campo della stella”), nome da cui deriverà poi quello della città di Santiago di Compostela.
Viene traslato in Spagna, a Santiago di Compostela, meta di pellegrinaggio ancora oggi.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!