25.03.2024 LUNEDI’ SETTIMANA SANTA– Giovanni 12,1-11 “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11

+ Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Fratelli e Sorelle, siamo entrati nella Settimana Santa, la settimana della “pasqua del Signore”, ovvero del suo passaggio “da questo mondo al Padre” (Gv 13,1).

E la liturgia di oggi pone dinanzi a noi l’inizio del capitolo 12 del vangelo di Giovanni, che fa da legame tra il LIBRO DEI SEGNI (capitoli 1-11) ed il LIBRO DELLA GLORIFICAZIONE (capitoli 13-21).

Alla fine del “Libro dei Segni” appare con chiarezza la tensione tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca (Gv 10,19-21.39) ed il pericolo che correva Gesù.

Diverse volte avevano cercato di ucciderlo (Gv 10,31; 11,8.53; 12,10), tanto che, Gesù si vide obbligato a condurre una vita clandestina, perché poteva essere catturato in qualsiasi momento (Gv 10,40; 11,54).

Certamente, ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme.

In Giovanni, tutto quello che succede durante questi “ultimi” giorni ha un valore simbolico e oltrepassa le apparenze.

I protagonisti stessi diventano dei simboli: all’inizio della settimana della Passione, Gesù è l’ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania.

L’amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della “vita” e della “morte” quando si tratta di Gesù.

Marta compie i suoi doveri di padrona di casa, mentre Gesù è a tavola con gli uomini.

E, secondo la mentalità dell’epoca, Maria fa qualcosa di sconveniente: unge i piedi del Signore con un olio prezioso e li asciuga con i suoi capelli.

Onora quindi il Maestro, nell’innocenza del puro amore, senza preoccuparsi delle altre persone presenti, e l’odore del profumo riempie tutta la casa.

La critica che le viene indirizzata da Giuda iscariota, riguarda soltanto il suo “sperpero”.

Ma Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale, seppur pallida immagine del SUO DONO SENZA MISURA, COL QUALE RISCATTERA’, ATTRAVERSO LA SUA MORTE, L’UMANITA’.

Quello di Maria è un gesto colmo d’amore, tipico solo di una donna.

Un’attenzione tutta femminile che Giovanni pone al lunedì dell’ultima settimana di vita di Gesù, in quel mese di aprile dell’anno 30.

Probabilmente gli evangelisti confondono due episodi che hanno come protagoniste due donne, una peccatrice e la sorella di Lazzaro.

In questo contesto l’amica di Gesù compie un gesto fortemente simbolico:

  • l’essenza di puro nardo dallo strabiliante valore di 300 denari, pari a 300 giornate di lavoro!
  • La spesa di 300 denari fa ridere se si considera la risibile somma di 30 pezzi d’argento dati dal sinedrio per conoscere il luogo in cui Gesù si radunava con i discepoli al Getsemani.

SECONDO GLI STORICI IL VALORE DELLE DUE MONETE COINCIDE: MARIA STA DICENDO A GESÙ -simbolicamente, è ovvio- CHE IL GESTO CHE ELLA COMPIE CONSEGNANDOSI VALE 10 VOLTE TANTO IL TRADIMENTO DELL’APOSTOLO.

Maria ci insegna un altro modo di essere consapevole e di possedere i beni, che sono utili e utilizzabili, sempre in vista delle persone, il cui bene è frutto del loro riconoscimento.

Nel riconoscere le persone non ci si ferma dunque ai bisogni primari e si possono mettere in luce gli aspetti più belli delle persone, permettendo ad essi di esprimersi.

E Maria ha riconosciuto nel Signore la persona più bella, amabile, buona e per lui è disposta a tutto.

I suoi 300 grammi di prezioso nardo [mezzo litro di profumo di nardo puro, ci racconta Luca (Lc 7,36-50)], li versa sui piedi di Lui, senza pensare che siano uno spreco.

Maria ha cosparso Gesù di profumo con i suoi capelli che ne sono rimasti impregnati e producono un aroma che si diffonde oltre i due e riempie la casa.

È altresì simbolico che Maria non parli durante tutto l’episodio, ma agisce solo.

È un gesto pieno di simbolismo che parla da solo. Nel lavare i piedi, Maria si fa serva. E Gesù ripeterà lo stesso gesto nell’ultima cena (Gv 13,5).

Nel momento in cui Giuda iscariota, critica Maria, il Signore dice “…lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura”.

La morte in croce era un castigo terribile ed esemplare adottato dai romani per castigare i sovversivi che si opponevano all’impero.

Una persona condannata a morte in croce non riceveva sepoltura e non poteva essere unta, e rimaneva appesa alla croce fino a che il cadavere era mangiato dagli animali, o riceveva sepoltura semplice, da povero.

Oltre a questo, secondo la Legge dell’Antico Testamento, doveva essere considerata “maledetta da Dio” (Dt 21, 22-23 “Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l’avrai messo a morte e appeso a un albero, il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull’albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno, perché l’appeso è una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese che il Signore tuo Dio ti dà in eredità”).

Gesù era già stato condannato a morte in croce per il suo impegno verso i poveri e la sua fedeltà al Progetto del Padre, per cui non sarebbe stato sepolto.

Per questo, dopo che sarebbe morto, non avrebbe potuto essere unto.

Sapendo questo, Maria anticipa l’unzione e lo unge prima di essere crocifisso.

CON QUESTO GESTO, DIMOSTRA CHE ACCETTAVA GESÙ COME IL MESSIA ATTESO DA ISRAELE, ANCHE SE CROCIFISSO!

Ecco perchè Gesù capisce il suo gesto e l’approva.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!