25.02.2024 DOMENICA 2’ DI QUARESIMA B – MARCO 9,2-10 “…questi è il Figlio mio, l’amato”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 9,2-10
+ In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore
Mediti…AMO
In questo giorno, la Chiesa medita sulla Trasfigurazione di Gesù dinanzi ai tre discepoli, che con lui giunsero sulla montagna.
Il vangelo di Marco si serve di testi dell’Antico Testamento per descrivere la scena della trasfigurazione.
Attraverso questi testi, illumina i fatti della vita di Gesù e mostra che Gesù vede realizzarsi le profezie e che la croce è il cammino che conduce alla Gloria.
Il testo ci dice che Gesù va su un molte alto e il terzo evangelista, Luca, aggiunge che vi si reca per pregare (Lc 9,28).
E, in cima della montagna, Gesù appare nella gloria, insieme a Mosè ed Elia, davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni.
Il monte alto evoca il monte Sinai, dove, nel passato, Dio aveva manifestato al popolo la sua volontà, consegnando la legge a Mosè.
Le vesti bianche di Gesù evocano Mosè avvolto nella luce quando parla con Dio sulla montagna e riceve da Dio la legge (Es 34,29-35).
Elia e Mosè, le due più grandi autorità dell’Antico Testamento, parlano con Gesù:
- MOSÈ RAPPRESENTA LA LEGGE,
- ELIA LA PROFEZIA. Nel vangelo di Marco, l’episodio della trasfigurazione (Mc 9,2-8) è unito alla questione del ritorno del profeta Elia (Mc 9,9-13). In quel tempo, la gente aspettava il ritorno del profeta Elia e non si rendeva conto che Elia era già tornato nella persona di Giovanni Battista (Mc 9,13). Il profeta Malachia aveva annunciato che Elia sarebbe tornato per preparare il cammino del Messia (Ml 3,23-24). Questo stesso annuncio si trova nel libro del Siracide (Sir 48,10). Allora, come poteva essere Gesù il Messia, se Elia ancora non era tornato? Per questo, i discepoli chiedevano: “Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?” (9,11). La risposta di Gesù è chiara: “Io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui” (9,13). Gesù stava parlando di Giovanni Battista, assassinato da Erode (Mt 17,13).
Luca dice che la conversazione avviene sulla morte di Gesù a Gerusalemme (Lc 9,31).
Così era chiaro che l’Antico Testamento, sia la legge come i Profeti, insegnava già che il cammino della gloria passa per la croce (Is 53).
E questa Teofania avviene dopo il primo annuncio della Morte di Gesù (Lc 9,21-22), che aveva confuso i due discepoli, e soprattutto Pietro, generando in loro una crisi profonda.
Nella loro testa c’era confusione, persi com’erano nella propaganda del governo e nella religione ufficiale dell’epoca (Mc 8,15), la quale insegnava che il Messia sarebbe stato glorioso e invincibile.
Ed è per questo che Pietro reagisce con molta forza contro la croce (Mc 8,32).
ERA PER LORO CHIARO CHE, UN CONDANNATO ALLA MORTE DI CROCE NON POTEVA ESSERE IL MESSIA, ANZI, SECONDO LA LEGGE DI DIO, DOVEVA ESSERE CONSIDERATO COME UN “MALEDETTO DA DIO” (Dt 21,22-23).
Ma si deve anche aggiungere che a Pietro piace quanto è avvenuto e vuole assicurare il momento piacevole sulla montagna, per cui propone di costruire tre tende.
Marco dice che Pietro aveva paura, senza sapere ciò che stava dicendo, e Luca aggiunge che i discepoli avevano sonno (Lc 9,32).
La descrizione dell’episodio della trasfigurazione inizia con una affermazione, non riportata nella pericope odierna: “Sei giorni dopo”.
A cosa si riferiscono questi sei giorni?
Alcuni studiosi spiegano così la frase: Pietro vuole costruire tende, perché era il sesto giorno della festa delle tende. Una festa molto popolare, quella dei sei giorni, CHE CELEBRAVA IL DONO DELLA LEGGE DI DIO E I QUARANTA ANNI PASSATI NEL DESERTO.
E, per evocare questi quaranta anni, il popolo doveva celebrare la festa trascorrendo una settimana in tende improvvisate. Per questo si chiamava la festa delle tende.
Tuttavia era concesso ch, see non fosse stata possibile la celebrazione tutti e sei i giorni, per lo meno che la si fosse fatta almeno il sesto giorno.
E l’affermazione “dopo sei giorni“, sarebbe quindi l’allusione a questa festa delle tende.
Ecco perchè Pietro ricorda l’obbligo di costruire tende.
E si offre spontaneamente per fare le tende, per far si che Gesù, Mosè ed Elia avrebbero potuto continuare a conversare.
Premesso questo, far esperienza della trasfigurazione di Gesù, poteva essere di aiuto, ai discepoli, per superare il trauma della croce.
Infatti, nella trasfigurazione, Gesù appare nella gloria, e parla con Mosè e con Elia della sua Passione e Morte (Lc 9,31), mostrando, inequivocabilmente che, IL CAMMINO DELLA GLORIA PASSA QUINDI PER LA CROCE.
Fratelli e Sorelle, LA TRASFIGURAZIONE OCCUPAVA UN POSTO IMPORTANTE NELLA VITA E NELL’INSEGNAMENTO DELLA CHIESA PRIMITIVA.
Ne sono testimonianze le narrazioni dettagliate dei Vangeli e il riferimento presente nella seconda lettera di Pietro (2Pt 1,16-18).
Per i tre apostoli il velo era caduto: essi stessi avevano visto ed udito.
Proprio questi tre apostoli sarebbero stati, più tardi, al Getsemani, testimoni della sofferenza di nostro Signore.
L’Incarnazione è al centro della dottrina cristiana.
Possono esserci molti modi di rispondere a Gesù, ma per la Chiesa uno solo è accettabile.
Gesù è il Figlio Unigenito del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero.
La vita cristiana è una contemplazione continua di Gesù Cristo, il solo che ci può aiutare a penetrare il mistero della DIVINA RIVELAZIONE.
Il Padre sacrificherà il Figlio per realizzare il suo progetto di salvezza: di questo parlano Mosè ed Elia con Gesù (come è precisato dal Vangelo di Luca).
LE PAROLE DEL PADRE, CHE PARLA DALLA NUBE, CI RACCONTANO CHE, DAL SACRIFICIO DELLA CROCE, NASCERÀ LA SALVEZZA.
E LE PAROLE DI GESÙ MENTRE SCENDE CON GLI APOSTOLI DAL MONTE PRECISANO CHE LA MORTE SULLA CROCE, DA LUI PREANNUNCIATA POCHI GIORNI PRIMA, NON SARÀ LA CONCLUSIONE DELLA SUA MISSIONE, PERCHÉ EGLI SAREBBE “RISUSCITATO DAI MORTI”.
- «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
L’espressione “Figlio amato“, “Aghapetòs” evoca la figura del Messia Servo, annunciato dal profeta Isaia (Is 42,1 “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni”).
E, l’espressione “Ascoltatelo” evoca la profezia che prometteva l’arrivo di un nuovo Mosè (Dt 18,15 “Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto”).
In Gesù, si stanno realizzando le profezie dell’Antico Testamento.
Ecco perchè i discepoli non avrebbero dovuto dubitarlo.
Gesù è veramente il Messia glorioso, ma il cammino della gloria passa per la croce, secondo l’annuncio dato nella profezia del Servo (Is 53,3-9):
- 3Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
4 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
5 Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
6 Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
7 Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
8 Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
9 Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
MARCO DICE CHE, DOPO LA VISIONE, I DISCEPOLI VEDONO SOLO GESÙ E NESSUN ALTRO.
L’INSISTENZA NELL’AFFERMARE CHE VEDONO SOLO GESÙ CHIERISCE CHE D’ORA IN POI GESÙ È L’UNICA RIVELAZIONE DI DIO PER NOI.
PER NOI CRISTIANI, GESÙ, E SOLAMENTE LUI, È LA CHIAVE PER CAPIRE TUTTO IL SENSO DELL’ANTICO TESTAMENTO.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!