24 ottobre 2024 giovedi 29’ settimana p.a. B – LUCA 12,49-53 “Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 12,49-53

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Un dispiacere si fa sempre più pesante per Gesù in cammino verso la sua passione: lui che voleva raccogliere insieme tutto il popolo di Dio si vede sempre più isolato nel suo insuccesso.

Eppure resta fedele “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra”.

Immagine certamente, a prima vista, per chi non è addentro al Vangelo, PARADOSSALE…

Questi pochi versetti del Vangelo di Luca non possono essere letti come uno dei semplici insegnamenti di Gesù.

Si tratta pittosto di un condensato del suo pensiero e della sua passione profetica.

Egli infatti dichiara di essere venuto a “gettare” fuoco sulla terra e di desiderare ardentemente che questo fuoco divampi.

QUESTA DICHIARAZIONE DI GESÙ VA COMPRESA DENTRO LA SUA STORIA DI CREDENTE NEL DIO DELLA LIBERAZIONE E DI PROFETA DEI POVERI.

Dentro il suo cuore era stato il Battista, il maestro della sua giovinezza, a deporre, a comunicare, ad accendere il fuoco, la passione per Dio e il Suo regno.

Nella festa liturgica di San Giovanni il Battista, colma di significati di ripresa e rinascita, dal passato ci si proietta al futuro. Infatti è preceduta da quella che il gergo popolare chiama “la notte di S. Giovanni”, di cui ha anche parlato CESARE PAVESE NEL ROMANZO “LA LUNA E I FALÒ”, dove la natura nei suoi elementi, prendono il sopravvento, polarizzando il sacro all’ancestrale.

Nella notte di San Giovanni tra il 23 e il 24 giugno di ogni anno, detta appunto ‘notte dei fuochi’, vengono accesi spesso dei falò che rompono le tenebre nelle località di montagna ed in campagna, con tutte le cose che potremmo definire ‘vecchie’, provenienti dalle case e dai depositi, per rompere con il vecchio e aprire al nuovo.

È un momento in cui la luce che illumina le tenebre è proprio l’annuncio di S. Giovanni Battista, che porta la notizia della venuta del Salvatore, Cristo Gesù, IL FUOCO, LA LUCE CHE ILLUMINA LE TENEBRE DEL MONDO.

Ma in questo testo, però, si sta parlando di un fuoco, che è IMMAGINE DEL GIUDIZIO DI DIO, DELLA SUA PAROLA ULTIMA E DEFINITIVA, e che si accenderà attraverso di Cristo.

Ma, per realizzare questo, egli deve ricevere un battesimo, attraversando la sofferenza e la morte.

Il rifiuto dell’amore di Dio –RESO PRESENTE CON LA SUA INCARNAZIONE- è divenuto estremo nel rifiuto della sua Persona.

E GESÙ NON NON PUÒ LASCIARE IN PACE UN MONDO CHE SI RINCHIUDE NELLA DUREZZA DEL CUORE.

ORMAI EGLI È PRONTO A PRENDERE SU DI SÉ TUTTE LE CONSEGUENZE DEL RIFIUTO DI DIO, LE DIVISIONI TRA GLI UOMINI NELLE LORO RELAZIONI PIÙ INTIME.

È l’ultima prova già descritta dai profeti (ma anche da Sl 12:1-5; Ger 5:1, 25-31; 9:2-11; Mt 10:21, 35-36).

Ma soprattutto ben cantato dal Profeta Michea 7,1-6:

  • 1Ahimè! io mi trovo come dopo la raccolta dei frutti, come dopo la racimolatura, quando è finita la vendemmia; non c’è più grappolo da mangiare; io desidero invano un fico primaticcio. 2 L’uomo pio è scomparso dalla terra; non c’è più gente retta fra gli uomini; tutti stanno in agguato per spargere il sangue, ognuno dà la caccia con la rete a suo fratello. 3 Le loro mani sono pronte al male, per farlo con ogni cura; il principe ha delle pretese, il giudice si lascia corrompere, il potente manifesta la sua ingordigia e ordiscono così le loro trame. 4 Il migliore di loro è simile a un rovo; il più retto è peggiore di una siepe di spine. Il giorno annunciato dalle tue sentinelle, il giorno della tua punizione viene; allora saranno nella costernazione. 5 Non fidatevi del compagno, non riponete fiducia nell’amico intimo; sorveglia la porta della tua bocca davanti a colei che riposa sul tuo petto. 6 Perché il figlio offende il padre, la figlia insorge contro la madre, la nuora contro la suocera e i nemici di ciascuno sono quelli di casa sua”.

Il Vangelo ci dice: nel momento del rifiuto totale di Cristo, il fuoco è acceso.

MENTRE DOVREMMO SEMPRE RICORDARE CHE SOLO CHI HA IL FUOCO DELL’AMORE APPASSIONATO VERSO DIO, LO DEVE COMUNICARE AI FRATELLI E AI NEMICI.

PERCHE’ SENTE IL DOVERE DI DIFFONDERE QUESTA FIAMMA COME PARTE ESSENZIALE DELLA SUA FEDE IN DIO.

La tradizione cristiana ci trasmette nel VANGELO APOCRIFO DI TOMMASO un’altra traccia del desiderio ardente di Gesù “Chi è vicino a me è vicino al fuoco; chi è lontano da me è lontano dal regno”.

Fratelli e Sorelle, l’impazienza apocalittica di Gesù e la sua voglia di vedere che il fuoco che gli brucia dentro possa espandersi, dilagare e diventare incendio d’amore, di giustizia e di solidarietà, hanno attraversato tutta la sua vita.

La sua fedeltà a Dio congiunse la “pazienza e l’impazienza” dei profeti, ma il Vangelo qua e là lascia trasparire la sofferenza di Gesù per chi non sa decidersi, per chi resta indifferente, per chi pensa solo a sé.

Tutto l’insegnamento delle parabole è un invito a scegliere,ad accendere il fuoco della passione per la giustizia e per l’amore di Dio…

Noi cristiani dovremmo essere gli eredi di questo “desiderio “ di Gesù, i portatori e diffusori di questo incendio.

Va però anche riconosciuto che viviamo una “stagione orribile” in cui l’oppressione e la disperazione rischiano di alimentare o la rassegnazione o veri e propri incendi di violenza.

Più che dal fuoco dell’amore, l’orizzonte è popolato dai fuochi della guerra fratricida e delle armi.

Se pensiamo a chi regge i governi negli USA, Ucraina, Russia, Cina, Israele, Hamas, e chi più ne ha ne metta, ci troviamo a fare i conti con autentici diffusori DEL FUOCO DELL’ODIO.

Per altri, che vivono nell’agiatezza, concentrati sul loro personale benessere, ardono solo i crepitii del loro caminetto solo le loro personali soddisfazioni, percheè, soddisfatti nelle loro voglie, siccome “non fanno male a nessuno”, si ritengono cittadini e cristiani onesti.

Ma sono SENZA AMORE UMANO, NE’ CRISTIANO.

Questo benesserismo è la via più subdola per spegnere la fiamma dell’amore.

La nostra società dei consumi e delle distrazioni permanenti ha creato un meccanismo “ANTINCENDIO” che impedisce la propagazione dell’AMORE DI DIO E DELLA PACE…

E DI CIÒ BISOGNA ESSERNE SEMPRE CONSAPEVOLI.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!