24 giugno 2024 lunedì NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA – LUCA 1,57-66.80 “….si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 1,57-66.80

+ Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Giovanni, detto “il Battista” (Ain Karem –Giudea – decapitato nel 1’ secolo, nella prigione del Macheronte, in Transiordania) è l’unico santo, insieme a Maria, di cui ricordiamo la nascita e non solo la morte.

E’ un gesto di rispetto verso colui che Gesù stesso definirà il più grande fra i nati di donna.

La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù.

La Chiesa celebra la festa di tre natività soltanto:

  • quella di Cristo,
  • quella della Madonna
  • e quella del Battista, detto anche “il Precursore”.

Per gli altri Santi, infatti, si festeggia non la loro nascita nella carne, bensì la loro nascita al Cielo.

E Giovanni Battista occupa quindi senz’altro una posizione eminente nella schiera dei Santi.

Secondo la Tradizione, è in Paradiso, il più alto dopo la Madonna (certo, c’è anche San Giuseppe), perché assomiglia di più a Nostro Signore, e perché, anche se non fu preservato come Maria Santissima dal peccato originale, fu purificato e consacrato nel grembo di sua madre Elisabetta nel giorno della Visitazione.

Giovanni è l’ultimo dei profeti, ancora tutto attaccato alla mentalità passionale e minatoria del Primo Testamento, minacciando punizioni divine agli impenitenti, dovrà lui per primo, perplesso, mettere in discussione il suo ruolo e convertire il suo cuore a questo inusuale Messia.

È difficile parlare di San Giovanni Battista. Nulla si può aggiungere dopo che Nostro Signore stesso l’ha lodato, dicendo che “Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni”?

Si possono fare tre “istantanee” su Giovanni Battista:

  • contemplare l’austerità del Profeta nel deserto;
  • la fortezza del Testimone della luce;
  • l’umiltà del Precursore che si scansa davanti a Colui che annuncia.

E lo fa l’intera Chiesa, celebrando, in Occidente come in Oriente, quel Profeta che, spianando la via alla predicazione del Cristo, segna anche il passaggio definitivo dall’antica alla nuova Alleanza, che si realizzerà nel sangue del vero Agnello di Dio: il Figlio Gesù venuto nella carne per togliere dal mondo il peccato (Gv.1,29).

C’è dunque uno stretto legame tra Gesù e Giovanni, un legame, di parentela, per la comune discendenza da Davide e un legame, che nasce dal progetto del Padre che, coinvolgendo l’uomo nel piano della salvezza, prepara al suo Figlio un precursore, in Giovanni, il figlio del sacerdote Zaccaria.

Così leggiamo negli Atti degli Apostoli “…dalla discendenza di Davide, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta, predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo di Israele. Diceva Giovanni, sul finire della sua missione: io non sono ciò che voi pensate io sia! Ecco, viene, dopo di me, uno al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.” (At.13,23-25)

Il passo del Vangelo, di oggi, pur nella sua brevità, sottolinea l’aspetto prodigioso della nascita di questo bambino, dono di Dio, non solo agli anziani coniugi Elisabetta e Zaccaria, ma a tutto il popolo d’Israele e, in esso, a tutta l’umanità.

Recita il testo di Luca:

  • I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei, Elisabetta, la sua misericordia, e si rallegravano con lei…“;
  • e ancora “Tutti furono meravigliati…. Tutti i loro vicini furono presi da timore…”, allorché Zaccaria riacquistò la parola,
  • e, “per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.”

Giovanni DUNQUE È DONO E SEGNO DELLA MISERICORDIA DEL PADRE VERSO QUELL’UMANITÀ, CHE, NEL POPOLO DI ISRAELE, DA SECOLI ATTENDEVA UN REDENTORE.

È questo il senso di quel nome: Giovanni, una novità nella cerchia della parentela, e che vuole indicare la presenza viva e amorosa di Dio.

Infatti il significato etimologico del nome Giovanni, infatti è: “Jahwé è misericordioso”.

La grande santità si caratterizza soprattutto dall’unione delle virtù le più diverse, che solo Dio può unire così intimamente.

È l’unione della fortezza con la dolcezza, dell’amore per la verità o la giustizia, con la misericordia per i peccatori.

Questa unione è sempre il frutto di una grande vicinanza con Dio, perché quello che è diviso nella natura, si unisce nel regno di Dio, specialmente in Dio stesso.

La santità è un’immagine dell’unione misteriosa delle perfezioni le più diverse, dell’infinita giustizia e dell’infinita misericordia, nell’eminenza della Deità, nella vita intima di Dio.

San Giovanni Battista, il temibile profeta che annunciava la collera che viene, fu anche dolce e umile di cuore, come Colui del quale ha reso testimonianza

Infatti, fin dall’inizio del suo ministero, si mostra pieno di bontà per i piccoli e gli umili.

Ai pubblicani di buona volontà dice soltanto «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Ai soldati «Non maltrattate nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Quest’alleanza di forza e di dolcezza spiega anche l’ammirazione che ha potuto suscitare nei suoi discepoli. Come Gesù, Giovanni Battista fu molto amato.

I suoi discepoli non lo dimenticheranno mai, tanto è vero che GIOVANNI L’EVANGELISTA di lui dirà, cominciando così il suo Vangelo «In principio era il Verbo», e poi, subito, si ricorderà del suo maestro: «Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni».

E ANCHE GIOVANNI L’EVANGELISTA, PURE LUI, LASCERÀ IL BATTISTA, PER SEGUIRE IL SIGNORE GESÙ.

E il Battista si è rallegrato di vedere partire i suoi migliori discepoli.

Qua, anche, sta la sua grandezza: NELLA SUA UMILTÀ.

Ha accettato di spogliarsi, cioè di essere un precursore e soltanto questo.

Ha avuto questa abnegazione – così rara tra i precursori – di cedere il primo posto, quando la sua missione fu compiuta, accettando di essere un puro strumento, in totale dipendenza dall’azione del Padre.

Dirà «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo» (Gv 3,27).

L’unica cosa importante per San Giovanni fu di essere fedele al dono che gli era fatto.

Lui era la voce, MA ADESSO RISUONA LA PAROLA; era la lampada, che doveva abituare gli occhi alla luce, MA ADESSO RISPLENDE IL SOLE.

E Giovanni non se ne rattrista, bensì se ne rallegra «Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo» (Gv 3,29).

Al contrario di alcuni dei suoi discepoli, che si offendono perché le folle lo stanno lasciando per seguire Gesù, Giovanni sa vedere al di là delle apparenze.

Con lo spirito della profezia, contempla la meraviglia che sta per compiersi: QUESTA MERAVIGLIA È LA PRESENZA DELLO SPOSO. LO SPOSO È IL VERBO DI DIO. LA SPOSA, È LA NATURA UMANA CHE SI UNISCE A LUI. È ANCHE LA CHIESA CHE STA NASCENDO.

La stessa realtà, cioè che quelli che lo seguivano adesso seguono Gesù, butta i suoi discepoli nella tristezza, perché si fermano alle cose materiali, ma fa esultare Giovanni di gioia, perché ne penetra il contenuto spirituale «Ora questa mia gioia è piena» (Gv 3,29).

Alla tristezza carnale dei discepoli si oppone la gioia spirituale di Giovanni.

Giovanni Battista è stato completamente distaccato. Non ha cercato altro che la verità, ha dimenticato se stesso, non ha voluto vedere niente altro che il Signore.

TANTO CHE QUANDO SARÀ IL MOMENTO NON ESITERÀ AD INSORGERE CONTRO ERODE, PER DIFENDERE LA VERITÀ.

In questi tempi duri di dittatura del relativismo, che il suo esempio luminoso ci dia forza e coraggio per testimoniare anche noi la Verità.

Fratelli e Sorelle, purtroppo manca la profezia ai nostri tetri e mediocri tempi.

E anche se i profeti ci sono, tacciono, forse disgustati dalla società vuota e scristianizzata e priva di umanità in cui stiamo vivendo.

Cerchiamo allora di stanarli, questi silenti profeti, là dove vivono, che non accarezzino le loro parole, ma che, piuttosto, ci scuotano e ci provochino al cambiamento.

E che ciascuno di noi, nelle nostre comunità, sappia coltivare la profezia, CIASCUNO NEL PROPRIO MODO DI ESSERE, per poter realizzare così la possibilità di vivere e di costruire un modo nuovo, diverso, DA VIVERE, ALLA LUCE DEL VANGELO, GRISDANDO A TUTTI –DAI TETTI E NELLE PIAZZE- LA GIOIA INEFFABILE DELL’AMORE CHE DIO HA AVUTO PER NOI.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!