“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 1,45-51
+ In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore
Mediti…AMO
I vangeli sinottici lo chiamano Bartolomeo, e in quello di Giovanni è indicato come Natanaele.
Due nomi comunemente intesi il primo come patronimico (BarTalmai, figlio di Talmai, del valoroso) e il secondo come nome personale, col significato di “dono di Dio”.
Da Giovanni conosciamo la storia della sua adesione a Gesù, che non è immediata come altre.
Di Gesù gli parla con entusiasmo Filippo “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth. Vieni e vedi”.
Ed ecco che si vedono: Gesù e Natanaele-Bartolomeo, che si sente dire “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”.
Spiazzato da questa fiducia, lui sa soltanto chiedere a Gesù come fa a conoscerlo.
E la risposta “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico” produce una sua inattesa e debordante manifestazione di fede “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”
Quest’uomo diffidente è in realtà pronto all’adesione più entusiastica, tanto che Gesù comincia un po’ a orientarlo “Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico credi? Vedrai cose maggiori di questa”.
Il fico era il simbolo di Israele (Mi 4,4 E Zc 3,10 E 1Re 5,5).
Israelita autentico è colui che sa disfarsi delle sue proprie idee quando percepisce che non concordano con il progetto di Dio.
L’israelita che non è disposto ad operare questa conversione non è né autentico, né onesto. Natanaele è autentico.
Lui aspettava il messia secondo l’insegnamento ufficiale dell’epoca. (Gv 7,41-42.52).
Per questo, all’inizio, non accettava un messia venuto da Nazareth.
Ma l’incontro con Gesù lo aiutò a capire che il progetto di Dio non sempre è come la gente immagina o desidera che sia.
Lui riconosce il suo inganno, cambia idea, accetta Gesù come messia e confessa “Maestro, tu sei il Figlio di Dio: tu sei il re di Israele!”
La confessione di Natanaele è appena l’inizio: Chi sarà fedele, vedrà il cielo aperto e gli angeli salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. Sperimenterà che Gesù è il nuovo legame tra Dio e noi, esseri umani. E’ il sogno di Giacobbe divenuto realtà (Gen 28,10-22).
Troviamo poi Bartolomeo scelto da Gesù con altri undici discepoli per farne i suoi inviati, gli Apostoli.
Poi gli Atti lo elencano a Gerusalemme con gli altri, “assidui e concordi nella preghiera”.
E anche per Bartolomeo (come per Andrea, Tommaso, Matteo, Simone lo Zelota, Giuda Taddeo, Filippo e Mattia) dopo questa citazione cala il silenzio dei testi canonici.
Ne parlano le leggende, storicamente inattendibili, delle quali, alcune lo dicono missionario in India e in Armenia, dove avrebbe convertito anche il re, subendo però un martirio tremendo: scuoiato vivo e decapitato.
Queste leggende erano anche un modo di spiegare l’espandersi del cristianesimo in luoghi remoti, per opera di sconosciuti.
A tante Chiese, poi, proclamarsi fondate da apostoli dava un’indubbia autorità.
La leggenda di san Bartolomeo è ricordata anche nel Giudizio Universale della Sistina: il santo mostra la pelle di cui lo hanno “svestito” gli aguzzini, e nei lineamenti del viso, deformati dalla sofferenza, Michelangelo ha voluto darci il proprio autoritratto.
Ma veniamo al testo evangelico odierno che ci mostra Filippo e Natanaele, due nuovi discepoli di Gesù.
Il primo riceve direttamente la chiamata; il secondo la riceve tramite un suo amico, e i due si ritrovano insieme a Gesù.
Questo incontro ha rappresentato per loro un’esperienza di Fede, un cambiamento nel loro comportamento, una nuova dimensione nel modo di vedere le cose, che li apre ad altre possibilità.
Esso ha rappresentato per loro una rottura con il passato, il penetrare in un nuovo mondo, in un nuovo tragitto di vita, poiché cercare Gesù vuol dire cercare la verità -cercare la luce, cercare Dio-.
“Vieni e vedi”… entrare nell’intimità di Gesù significa scoprire il suo modo di vivere, vivendo con lui… cioè con gli uomini nostri fratelli.
È soltanto nell’esperienza comunitaria, nell’interesse per il modo di vivere degli altri, nel fatto di rimanere e di solidarizzare con gli altri, che noi acquistiamo a poco a poco l’esperienza della nostra fede. “Vedrete il cielo aperto”…
Dio si presenta e prende contatto con gli uomini, attraverso Cristo; egli vuole sentirsi vicino agli uomini, ed è tra di loro che ha fissato la sua tenda, nella comunità.
Il cielo, in questa prospettiva del Vangelo, viene a noi tramite Cristo.
E attraverso la nostra partecipazione, nella misura in cui lo possiamo, alla vita di Dio, non immaginate nemmeno lontanamente quante cose potremmo vedere e provare se solo decidessimo di seguire nostro Signore Gesù Cristo!
Ma perché spesso il Vangelo ripete i nomi dei suoi personaggi?
Perché i primi cristiani cercarono di conservare i nomi dei primi discepoli, e di alcuni conservarono perfino il cognome ed il nome del luogo di origini.
Filippo, Andrea e Pietro erano di Betsaida (Gv 1,44). Natanaele era di Cana.
Oggi molti dimenticano i nomi delle persone che erano all’origine della loro comunità e fanno un danno terribile, perché NON ricordare i nomi SIGNIFICA PERDERE L’IDENTITA’ DELLA PROPRIA STORIA.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!