24.12.2002 SABAT0 FERIA PROPRIA – LUCA 1,67-79 “Ci visiterà un sole che sorge dall’alto”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

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Dal Vangelo secondo LUCA 1,67-79

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

“Benedetto il Signore, Dio d’Israele!”

Il brano evangelico è quello che ogni giorno cantiamo nella preghiera delle Lodi, la porta della fede, la luce che rischiara ogni mattina.

L’inno è posto sulle labbra di Zaccaria: proprio lui che aveva dubitato ora canta a piena voce la fedeltà di Dio, perché i suoi occhi hanno “visto” l’opera che Dio ha compiuto nella sua vita, donandogli quel piccolo bambino che è il segno visibile della salvezza che Dio è pronto a donare a tutti.

La parola che egli annuncia viene dall’alto, è dono dello Spirito e diventa perciò una profezia. In essa è contenuta quella luce divina che ormai gli permette di leggere gli eventi della storia con gli occhi della fede.

Elisabetta aveva ricevuto lo Spirito alla visita di Maria, ma ora è Zaccaria che viene “colmato di Spirito Santo”, similmente ad una brocca riempita d’acqua.

Le donne, come madri, non vivono da sole la loro maternità, neanche nel caso di Maria che, pur non avendo in Giuseppe la figura del padre di suo figlio, non può fare a meno di concedergli la figura della guida, a cui si affida ed affida la protezione della famiglia.

Egli era un semplice fedele, ma Zaccaria era un sacerdote.

Queste due figure, che sono legate tra loro da un vincolo di parentela terrena, allo stesso tempo, si trovano ad avere anche un vincolo di parentela divina.

Sono due uomini scelti come padri, direttamente da Dio!

Alla nascita di Giovanni, Zaccaria torna a parlare, per prima cosa benedice il Signore, poiché ha compreso di aver sbagliato a dubitare, ad aver paura e così si affida anche lui allo Spirito, sulle orme di Maria ed Elisabetta. E, come detto, ormai pieno di fiducia ringrazia Dio dell’arrivo del salvatore, promesso dalla notte dei tempi.

Ma “Benedetto il Signore, Dio d’Israele”, sono anche le prime parole di Zaccaria dopo il tempo in cui ha taciuto per nove mesi.

Ha avuto tempo di pensare per rivedere le proprie convinzioni errate. Ha avuto il coraggio di piegarsi alla volontà di Dio, superando la logica del clan e dell’orgoglio del patriarca che tiene tutto in mano.

Ed ora, finalmente, è pronto a rinascere, a far diventare la sua vita un tassello del grande mosaico del disegno di Dio.

E lo ha mostrato obbedendo. Suo figlio si chiamerà Giovanni come predetto dall’angelo e come tenacemente voluto da sua moglie Elisabetta.

Anche se nessuno fra i suoi familiari si chiama così, anche se sua moglie non ha diritto nella scelta del nome né è opportuno che ella parli in pubblico.

Zaccaria racconta del bene che gli ha usato Dio. Lo benedice perché ha ascoltato la sua preghiera, di genitore sterile e rassegnato, e in dono, gli ha dato un bambino speciale. La storia ci racconterà che questo bimbo sarà IL PRECURSORE DEL MESSIA.

E il suo “Cantico”, che celebreremo il Chiesa, nella Liturgia quotidiana “DELLE ORE”, fino alla fine dei secoli, sovrasta i molti cantici delle comunità dei primi cristiani, che troviamo sparsi negli scritti del Nuovo Testamento:

  • nei vangeli (Lc 1,46-55; Lc 2,14; 2,29-32),
  • nelle lettere paoline (1Cor 13,1-13; Ef 1,3-14; 2,14-18; Fil 2,6-11; Col 1,15-20)
  • nel Libro dell’Apocalisse (1,7; 4,8; 11,17-18; 12,10-12; 15,3-4; 18,1 fino a 19,8).

Questi cantici ci danno un’idea di come era vissuta la fede e la liturgia settimanale a quei tempi e ci lasciano intravvedere una liturgia che era, nello stesso tempo, celebrazione del mistero, professione di fede, animazione della speranza e catechesi.

In questo cantico, il popolo di Israele canta l’allegria di essere stato visitato dalla bontà di Dio che, in Gesù, viene a compiere le promesse di un tempo.

Esso ha una bella struttura, ben elaborata e conduce i fedeli verso l’alto della montagna, da dove possono osservare il cammino iniziato con Abramo (Lc 1,68-73), e vedono il compiersi delle promesse (Lc 1,74-75), prevedendo il cammino che il piccolo Giovanni dovrà percorrere fino alla nascita di Gesù: quel sole di giustizia che verrà a realizzare per tutti il cammino della Pace (Lc 76-79).

Tutto questo sarà frutto dell’azione misericordiosa del cuore di Dio e avverrà pienamente con la venuta di Gesù “il sole che sorge dall’alto” per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della Pace (Lc 1,78-79).

Ecco il grande desiderio della gente di tutti i tempi: vivere in pace, senza timore, servendo Dio ed il prossimo, in santità e giustizia, tutti i giorni della vita.

È questo l’alto del monte, il punto di arrivo, che spuntò all’orizzonte con la nascita di Giovanni (Lc 1,73-75).

Il tema del cantico è la MISERICORDIA DI DIO.

  • Misericordia fu l’abbassarsi di Dio sull’urlo della schiavitù che Israele levò dall’Egitto. Quel grido colpì il nostro Dio nelle viscere ed Egli si curvò per osservare cosa gli accadesse e prendersi cura della sua miseria.
  • Misericordia fu la notte del riscatto quando fece passare l’angelo del giudizio sulla casa di Faraone, mentre salvava con il sangue i figli di Israele, ridando loro la libertà della Pasqua (Es.12).
  • Misericordia fu ancora quella che Egli usò verso di loro quand’erano in esilio in Babilonia che li fece tornare in quella terra che essi stessi avevano contaminato con le loro idolatrie, infedeltà e menzogne.
  • Misericordia mosse sempre Dio e lo persuase a perdonare settanta e più settanta volte il suo popolo duro di cervice e lento a capire la statura di un Dio che fa ogni cosa soltanto per amore. “Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti (…) perché il Signore vi ama” (Dt 7,7-8) così Egli si era qualificato fin dal principio e questo era stato in ogni momento il Suo nome!

Un volere divino che entra nell’intimo dell’umiliazione umana e la abbraccia e la fa propria fino a farla germogliare di insperata dignità e di vita: questo è ciò che il Vangelo chiama: “misericordia”.

E il sole che spunta col mattino di Giovanni annuncia un oriente di pace: sarà Gesù a farlo diventare Regno di Dio sulla terra.

Zaccaria è l’icona di un’umanità raggiunta improvvisamente da un annuncio che sconvolge la sua vita e lo coinvolge in una storia nuova.

Ma quando i dubbi e le paure lasciano il posto alla FEDE, L’UMANITA’ S’INCAMMINA SENZA ESITAZIONE E CON GRANDE VIGORE, SUI SENTIERI DELLA LUCE.

Nel cuore di ogni credente ci sono pozzi di fede, a volte nascosti; ma anche zone, più o meno ampie, che restano avvolte dall’ombra dell’incredulità.

Ma la storia della salvezza passa sempre attraverso anonimi e poveri uomini e donne che, dopo varie peripezie e sofferenze, ACCOLGONO LA PAROLA DI DIO E DIVENTANO TESTIMONI DELLA LUCE.

Proprio di questo parla San Paolo, scrivendo ai suoi amati Corinti, quando dice “Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato” (2Cor 413).

E allora anche noi Fratelli e Sorelle, NON INDUGIAMO. E siccome anche noi crediamo, senza tentennare e senza paura perciò parliamo.

A MAGGIOR LODE E GLORIA DI DIO.

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!