24.02.2023 VENERDI’ DOPO LE CENERI – MATTEO 9,14-15 “Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo MATTEO 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Quando Gesù si dona a noi nella preghiera, non è il momento di digiunare.

Chi ha incontrato Gesù ha cambiato completamente la vita, ha imparato che tutto ruota attorno a Lui, tutto viene vissuto tenendo presente le sue esigenze e i suoi interessi.

Gesù Cristo è il fulcro dell’esistenza e il perno attorno al quale ruota ogni azione quotidiana.

Il digiuno viene usato come strumento per farci meglio comprendere la nostra creaturalità e poterci mettere nella giusta posizione di fronte al Creatore.

Troppo spesso il cristianesimo viene dipinto come una religione della croce, dimenticando che è anzitutto – e soprattutto – l’annuncio di quell’amore fedele di Dio che riempie di gioia la vita perché è capace di vincere anche la morte.

La Bibbia fa molto riferimento al digiuno. Era una forma di penitenza per giungere alla conversione.

Il digiuno tende far raggiungere la libertà di mente, il controllo di sé, in una visione critica della realtà.

È uno strumento per mantenere libera la mente e per non lasciarsi trasportare da qualsiasi vento.

Grazie al digiuno, aumenta la chiarezza di mente ed aiuta a curare meglio la salute.

Ma il digiuno può essere una forma di identificazione con i poveri che sono obbligati al digiuno tutto l’anno e raramente mangiano la carne.

E ci sono anche coloro che digiunano per protestare, come vediamo dalla cronaca. Assassini incalliti, giustamente detenuti, che digiunano ad oltranza, per costringere le nostre fragili Autorità a liberarli e per sottrarsi così ad una giusta espiazione.

Ma, teologicamente il digiuno cristiano ha anche due significati fondamentali:

  1. è rivolto al passato in quanto commemora la morte di Gesù,
  2. ma sarà anche proiettato anche verso il futuro in quanto è attesa delle nozze definitive dell’Agnello (come ci racconta la visione di Ap 21,9ss).

IL NOSTRO DIGIUNO, QUINDI, NON È PER NOI, È PER LO SPOSO.

Non è incentrato sui nostri sforzi ascetici, ma è semplicemente un’attesa del nostro sposo Gesù.

Se fosse per noi cadremmo nella presunzione di crederci bravi per aver digiunato.

Invece il nostro digiuno, facendoci toccare con mano il nostro essere creature limitate, rende evidente ancora, quanto siamo lontani da Colui che è la nostra gioia.

Ecco allora che, per poter ricevere appieno il suo amore, occorre lasciargli una libertà completa, sapendo che il regno di Dio può realizzarsi molto bene in noi in quel momento.

Non ci lasceremo mai colmare troppo da una gioia che viene direttamente dalla presenza di Gesù.

Perché colui che entra nell’intimità del cuore di Gesù conosce sofferenze interiori molto profonde: sofferenze per il suo peccato e per il peccato del mondo, prove, assilli, tentazioni e dolorosissimi digiuni spirituali nel momento in cui Gesù si nasconde, e non fa più percepire la propria presenza…

La Chiesa sa che le nostre forze sono limitate, e che noi dobbiamo essere disponibili alle sofferenze più intime, più profonde, che vengono direttamente da Gesù.

È questo il motivo per cui essa ha ridotto i digiuni che un tempo erano d’obbligo.

La Chiesa ne dispensa dal suo obbligo i vecchi, i malati: se il digiuno impedisce loro di pregare, se essi hanno appena la forza per restare vicino a Dio, che restino con lo Sposo: solo questo è importante.

Ma c’è anche un altro fattore del quale dobbiamo tenere conto, Fratelli e Sorelle, perché le nostre piccole rinunzie che siamo chiamati a mettere in pratica siano piene di significato, perché i tempi cambiano.

Durante i venerdì dell’anno e in quaresima, in particolare, ci è chiesto un piccolo segno: ASTENERCI DAL CONSUMO DELLE CARNI.

Ecco, allora io credo che possiamo discutere sulla validità di tale prescrizione, NATA IN UN CONTESTO IN CUI LA CARNE ERA UN LUSSO.

Oggi la carne costa meno di molta frutta e molto meno del pesce…

Che senso ha rinunciare alla carne PER COMPRARE, AL DOPPIO DEL COSTO, DELLA FETTINA, UN PESCE DI MARE?

Cerchiamo, allora, di cogliere l’essenza del precetto: SIAMO INVITATI, CON UN ATTO CONCRETO, CHE INCIDE NELLA CARNE E… NELLO STOMACO, A PORRE UN GESTO CHE CI APRA ALLA CONSAPEVOLEZZA E ALLA CONDIVISIONE.

Molte persone non possono permettersi di mangiare tutti i giorni, e la guerra tra Ucraina e Russia, i terremoti terribili che si sono avvicendati, la crisi economica che imperversa nel mondo, la mancanza di lavoro, il divario ancora più infinito tra ricchi e poveri, HANNO RESO ANCORA PIÙ POVERI I POVERI.

Ecco allora che, mangiare meno, rinunciare ad un dolce, dimezzare una porzione, SONO PICCOLI STRUMENTI PER FARE MEMORIA, PER CRESCERE NELLA CARITA’ VICENDEVOLE E POTER COSI’ ACCENDERE LA FAME DELL’UNICO CIBO VERAMENTE NECESSARIO, QUELLO DELL’ASSOLUTO.

Tanto è vero che Gesù non insiste nella pratica del digiuno, che è un’usanza molto antica, praticata in quasi tutte le religioni.

I mussulmani hanno il digiuno del Ramadan, durante il quale non mangiano, né bevono, fino allo spuntar del sole.

Sempre di più, e per diversi motivi, le persone si impongono qualche forma di digiuno, che, peraltro è un mezzo importante per controllarsi, e dominarsi, ed esiste in quasi tutte le religioni.

È anche apprezzato dagli sportivi.

Gesù stesso la praticò per quaranta giorni (Mt 4,2), ma non insiste nel chiedere ai discepoli di fare lo stesso. Li lascia liberi.

Per questo, i discepoli di Giovanni Battista e dei farisei, che erano obbligati a digiunare, vogliono sapere perché Gesù non insiste nel digiuno.

Ma vediamo un secondo cosa dice la Bibbia sul digiuno. La Scrittura non comanda ai cristiani di digiunare, esso è qualcosa che Dio non richiede né esige dai cristiani.

Ma allo stesso tempo, la Bibbia presenta il digiuno come qualcosa di buono, proficuo e che ci si aspetta. Il libro degli Atti riferisce che i credenti digiunavano prima di prendere decisioni importanti (Atti 13,4 e 14,23).

Spesso il digiuno e la preghiera sono collegati (Luca 2,37 e 5,33), anche se troppo spesso nel digiuno ci si concentra sull’astensione dal cibo. Invece, LO SCOPO DEL DIGIUNO DOVREBBE ESSERE DI DISTOGLIERE LO SGUARDO DALLE COSE DI QUESTO MONDO PER CONCENTRARSI, SULLE COSE DI DIO, MOSTRANDOGLI CHE FACCIAMO SUL SERIO NEL NOSTRO RAPPORTO CON LUI.

Sebbene nella Scrittura il digiuno sia quasi sempre un’astinenza dal cibo, ci sono altri modi per digiunare. Dobbiamo ricordarci infatti che QUALUNQUE COSA NOI POSSIAMO SOSPENDERE TEMPORANEAMENTE PER CONCENTRARCI MEGLIO SU DIO PUÒ ESSERE CONSIDERATA UN DIGIUNO (vi consiglio di leggere ciò che Paolo di Tarso dice nella 1’ Lettera ai Corinti 7,1-5).

E poi, il digiuno dovrebbe essere limitato a un tempo prestabilito, specialmente quando si tratta di un digiuno dal cibo, perché periodi prolungati di tempo senza mangiare sono nocivi per il corpo.

IL DIGIUNO NON HA LO SCOPO DI PUNIRE LA CARNE, MA DI FARCI CONCENTRARE SU DIO, per ottenere una comunione più profonda con Dio.

Ma, attenzione:

  1. digiunare, non è un modo per far fare a Dio quello che vogliamo noi.
  2. Digiunare cambia noi, non Dio.
  3. Il digiuno non è un modo per sembrare più spirituali degli altri.
  4. Il digiuno dev’essere fatto in uno spirito di umiltà e di atteggiamento gioioso. In Matteo 6,16-18 è scritto “E quando digiunate, non abbiate un aspetto malinconico come gli ipocriti; poiché essi si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. Io vi dico in verità: questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non appaia agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa”.

Purtroppo, anche se oggi il digiuno e l’astinenza non si fanno più, E SE CI SONO, NON SONO ALTRO CHE PRATICHE PIE ED ABITUDINARIE, l’obiettivo alla base di queste pratiche rimane inalterato e deve animare la nostra vita, affinché possiamo PARTECIPARE ALLA PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE DI GESÙ.

Dare la propria vita per poterla possedere DEFINITIVAMENTE IN DIO.

Prendere coscienza del fatto che L’IMPEGNO CON IL VANGELO È UN VIAGGIO SENZA RITORNO, che esige perdere la vita per poterla possedere e ritrovare tutto in piena libertà.

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!