23 novembre 2024 sabato 33’ settimana p.a. B- LUCA 20,27-40 “Dio non è dei morti, ma dei viventi”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).
Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”
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Dal Vangelo secondo LUCA 20,27-40 |
+ In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore
Mediti…AMO Marco 4,34 “4Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa”. |
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Certamente, l’ umana ragione è capace de abbracciare i misteri divini, anche se non giunge a comprenderli pienamente.
Soltanto una cosa le impedisce di farlo: chiudersi in se stessa, nelle sue proprie certezze, e non aprirsi a ciò che la supera.
Il vangelo della messa odierna ci presenta alcuni sadducei che (non credevano nella resurrezione dei morti) pongono una domanda al Signore, mostrando la pochezza del loro cuore, e dei loro discorsi, che si riflette nell’ostinazione con la quale si fissano alla lettera della Legge di Mosè, o in quella che loro intendono per lettera, senza aprire il cuore a ciò che Dio ha rivelato nella stessa Legge.
Certamente, con tale chiusura di cuore e della mente, la resurrezione era davvero una tesi inconcepibile, tra le altre cose, a causa del loro concetto di matrimonio.
Gesù, infatti, smonta la tesi del racconto dei sadducei che portando il caso di una donna che sposata con sette fratelli e vedendoli morire uno ad uno si troverà, secondo loro, nella contraddizione di non sapere a chi appartiene quando tutti risorgeranno.
Ma quella donna non è un oggetto, e nessuno può possederla, specialmente nella logica del regno di Dio che è una logica di strutturale e radicale libertà.
Ecco perché il Signore stesso dice loro che, per quanto non possano giungere a comprendere come nell’altra vita vivranno le persone che qui erano sposate, la stessa Legge dice che Dio è Dio dei vivi.
La risposta, come sempre, spiazza gli avversari con un argomento che afferra gl’interlocutori e li fa spaziare là dove il loro materialismo non si sognava di giungere.
Tuttavia, nell’interrogativo dei sadducei, fa capolino il desiderio profondo di ogni uomo: quello di avere una discendenza, ossia la vita eterna.
Ed è rispetto a questo desiderio che Gesù annuncia la sua buona novella, dicendo loro quanto è totalmente diversa la vita dell’al di là.
Saremo per sempre “figli della risurrezione” entrando nella piena dimensione del nostro essere figli di Dio, liberi dai limiti della materia, del sesso e della morte come ne sono liberi gli Angeli.
La sottolineatura più forte che ne emerge è il nostro rapporto con Dio che è il “Dio dei viventi”, non dei morti.
Essendo suoi figli noi non saremo più preda della morte ma, con Lui e a causa di Lui, “figli della risurrezione” nell’esplosione di una esistenza eterna dove a regnare sarà Dio-Amore.
E finalmente sarà “tutto in tutti”.
Il dilemma che era stato posto dai sadducei, riguardava una donna e degli uomini incapaci di avere figli: attestando la maledizione della sterilità.
Come poteva, il Signore, vincere questa sterilità radicale degli uomini e che risposta poteva dare?
Risponde, ponendosi da un’altra prospettiva: la sterilità non è più una maledizione, perché gli uomini, prima che madri e padri, sono chiamati ad essere figli.
DIO È MADRE E PADRE: solo in Lui c’è la fonte di ogni fertilità, perché egli è “Dio dei vivi” e “tutti vivono per lui”.
Lo Spirito stesso attesta che siamo figli di Dio e se siamo figli, siamo anche eredi (Rm.8,16-17): la vita, e la vita eterna, sono un’eredità, ossia un dono del Padre.
A volte si pensa di poter confondere gli avversari con delle domande-trabocchetto.
Ma ci si dimentica che formuliamo queste domande secondo la nostra logica e la nostra visione del mondo, senza tener conto che esistono altri punti di vista e altre prospettive di vita.
Se lo dimentichiamo, dimentichiamo che la nostra esistenza attuale non è che una tappa provvisoria e che la vita di risorti nel Regno si svolgerà secondo norme completamente diverse.
Infatti, il Cristo, alla vigilia del giorno in cui entrerà nel mistero pasquale, ci dice che Dio è il Dio dei vivi.
E ci chiederà di avere qui la massima fiducia in Lui, allargando il nostro cuore alla dimensione di quella realtà completamente diversa che è la nostra risurrezione.
Se c’è un punto su cui la nostra Fede si regge o cade questo punto È PROPRIO LA RISURREZIONE.
C’è però anche da dire che anche tra quelli che ci credono ai giorni nostri, qualcuno si è fatto un’idea sbagliata confondendo la resurrezione con una qualche forma di reincarnazione, o rivitalizzazione di un cadavere.
Di certo però sappiamo che è il dono di una vita concreta, in un corpo concreto, liberato però dalla dittatura del peccato e della morte.
Nessuno può spiegare questo mistero perché come tutti i misteri al massimo si può farne esperienza.
Di certo però non si può comprendere nulla della risurrezione se la si concepisce come la stessa vita che c’è qui.
Un seme ha una vita, ma quando muore, germoglia, diventa un albero che è anch’esso vita, è vita che viene dal seme, ma nessuno si sognerebbe di dire che è come prima, poiché invece è radicalmente diverso.
Allo stesso modo pensare la resurrezione con le stesse logiche di possesso e di limite con cui ci viviamo la vita qui, significherebbe non comprendere nulla della vita donata nella resurrezione.
Chi rinchiude Dio e le realtà divine tra le cose che possono essere comprese dalla ragione umana, pensando di essere realista, vive fuori dalla realtà stessa, e dimentica che Dio possiamo avvicinarlo solo se abbiamo il cuore aperto.
Proprio su questa buona disposizione Egli costruirà, con la FEDE, LA SPERANZA E LA CARITÀ, la via della conoscenza amorosa e la pienezza della vita.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Chiedo al Signore IDDIO ti Benedica…
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!