“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 11,45-56
+ In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi riporta la parte finale del lungo episodio della risurrezione di Lazzaro a Betania, in casa di Marta e Maria (Gv 11,1-56).
Gesù nella sua peregrinazione, scendendo dai confini della Galilea, si era avvicinato al Giordano e aveva seguito per un certo tratto la strada che, fiancheggiando il fiume, portava verso Gerusalemme.
Ad un certo punto egli, attraversato il fiume, rimase per qualche giorno in Transgiordania.
E, in quei giorni lo raggiunse una notizia molto triste da Bethania, il villaggio di Marta e Maria: il loro fratello Lazzaro, era ammalato in maniera grave ed era in pericolo di vita.
Le due sorelle, pur restando a casa ad assistere il fratello infermo, erano informate in modo approssimativo dei viaggi e delle soste di Gesù, e saputolo in Transgiordania a circa una giornata di cammino da Bethania, gli inviarono un messaggio per comunicargli le condizioni del loro fratello.
Esse, confidando nell’affetto particolare che egli portava a tutta la famiglia, speravano che Gesù sarebbe accorso e con la sua presenza avrebbe impedito la morte.
Ma noi sappiamo che Gesù arrivò quando Lazzaro era ormai già morto, affinchè, attraverso la sua morte venisse sia glorificato il Figlio di Dio: perchè, grazie ad essa voi “…crediate”.
L’incontro con Marta e Maria (vv.17-32) è tutto incentrato SULLA FEDE E LA SPERANZA NELLA RISURREZIONE, CHE È CRISTO STESSO, RISURREZIONE E VITA.
Nella risurrezione di Lazzaro troviamo, infatti, una frase che riassume il duplice tema “…non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”
La risurrezione di Lazzaro è il settimo segnale (miracolo) di Gesù nel vangelo di Giovanni ed è anche il punto alto e decisivo della rivelazione che lui faceva di Dio e di se stesso.
Ma è anche la goccia che fa traboccare il vaso.
E questo perchè, quando la fede manca, anche la ragione si oscura: dopo la risurrezione di Lazzaro, i nemici di Cristo tengono consiglio riunendo il sinedrio.
Non per riflettere serenamente sui segni che Egli va operando sotto i loro occhi, ma per lanciare un grido:
- “Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni! Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in Lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione.“
Ragion per cui i sommi sacerdoti e i farisei, diedero l’ordine di arrestare Gesù, perchè erano preoccupati, in seguito a tutto quello che era successo a partire dalla risurrezione di Lazzaro.
Infatti ormai troppe persone avevano creduto ed erano diventate seguaci di Gesù.
Ecco come si tenta di far prevalere il bene presunto degli uomini su quello autentico di DIO,.
Ecco come viene conculcata e repressa la libertà religiosa e i diritti fondamentali e sacrosanti di ogni essere vivente.
Per fortuna i nemici di Cristo, i nemici della fede e della libertà non sanno che dopo quella prima assurda condanna sancita da un iniquo giudizio, ogni morte diventa un sacrificio di espiazione e il sangue versato dai martiri è il seme fecondo che continuamente purifica e vivifica la Chiesa del Signore.
Dopo ogni persecuzione, la Chiesa ne è uscita più splendente che mai e coloro che pensavano di chiudere in un silenzio di morte, prima Cristo e poi i suoi fedeli, hanno dovuto ogni volta sperimentare il prodigio della risurrezione e di una vita nuova
La tensione, comunque, era ormai salita alle stelle e il sommo sacerdote, Caifa, va diritto al nodo del problema.
Non importa chi sia veramente Gesù, importa solamente che i romani, che ormai hanno allentato la tensione su Israele e lasciato una certa autonomia, non vengano importunati da novità religiose e da sommosse, così da riprendere militarmente il controllo della situazione.
Meglio allora sacrificarne uno, dice il saggio e opportunista Caifa, che rischiare di perderne cento.
E più esattamente voleva dire: meglio che Gesù muoia al posto degli altri.
Le parole negative di Caifa, «…è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo e non vada in rovina la nazione intera» (Gv 11,50), Gesù le assumerà positivamente per il compimento della redenzione dell’umanità sofferente.
In realtà non era ancora giunto il tempo in cui i Romani avrebbero temuto qualcosa da parte degli Ebrei, come testimonia il processo di Gesù: il procuratore della Giudea, Ponzio Pilato, diede poca importanza al fatto che Gesù si proclamasse re dei Giudei.
Tanto che ordinò di preparare un cartello con questa iscrizione “…Gesù Nazareno, Re dei Giudei”.
Ma, nell’anno 70, la “profezia” di Caifa si sarebbe avverata, quando i Romani sarebbero giunti a disperdere l’intero popolo e a distruggere il tempio.
Gesù certamente non era un pericolo, e muore per riunire in un solo corpo i figli di Dio che erano dispersi.
E, prima della morte, Gesù prega il Padre suo, perché tutti possano essere “uno” come LUI con il Padre.
E, in questo contesto di conflitto tra la vita e la morte, si svolge la risurrezione di Lazzaro.
Marta dice che crede nella risurrezione.
I farisei e la maggioranza della gente dicono di credere nella Risurrezione (At 23,6-10; Mc 12,18), e credevano, pur se non lo rivelavano.
Era solo fede nella risurrezione alla fine dei tempi e non nella resurrezione presente nella storia, qui e ora.
Ragion per cui questa fede antica non rinnovava la vita, perché non basta credere nella risurrezione che avverrà alla fine dei tempi, MA BISOGNA CREDERE NELLA RISURREZIONE GIÀ PRESENTE QUI E ORA NELLA PERSONA DI GESÙ E IN COLORO CHE CREDONO IN GESÙ.
Su costoro la morte non ha più nessun potere, perché Gesù è la “risurrezione e la vita“.
Anche senza vedere il segno concreto della risurrezione di Lazzaro, Marta confessa la sua fede “Io credo che tu sei il Cristo, il figlio di Dio vivo” (Gv 11,27).
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!