23 aprile MARTEDI’ 4^ SETTIMANA DI PASQUA B – GIOVANNI 10,22-30 “…ve lo ho detto, e non credete”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 10,22-30

+ Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

I capitoli ce vanno dall’1 al 12 del vangelo di Giovanni sono chiamati “Il Libro dei Segni“.

In essi avviene la rivelazione progressiva del Mistero di Dio, che si rivela in Gesù Cristo, Nostro Signore.

Nella misura in cui Gesù fa la rivelazione, crescono l’adesione e l’opposizione attorno a lui secondo la visione con cui ognuno aspetta l’arrivo del Messia.

Questo modo di descrivere l’attività di Gesù non serve solo per informare come avveniva in quel tempo l’adesione a Gesù, ma anche e soprattutto come deve avvenire oggi in noi, suoi discepoli, che camminano nel tempo.

In quel tempo, tutti aspettavano l’arrivo del Messia ed avevano i loro criteri per poterlo riconoscere.

Premesso ciò, il brano evangelico odierno, dice il testo, si situa nella FESTA DELLA DEDICAZIONE DEL TEMPIO, nel freddo mese di ottobre.

La FESTA DELLA DEDICAZIONE celebrava la purificazione del tempio fatta da Giuda Maccabeo (2Mac 4,36.59).

Era una festa molto popolare con molte luci e Gesù si trovava sul piazzale del Tempio, più precisamente nel Portico di Salomone.

E i giudei che lo ascoltavano, dicevano “…fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente“.

Essi volevano che Gesù si definisse e che loro potessero verificare, partendo dai loro criteri, se Gesù era o no il Messia.

Volevano prove, evidenziando l’atteggiamento tipico di coloro che si sentono padroni della situazione e pretendevano che i nuovi arrivati dovevano presentare le loro credenziali, altrimenti, non avevano alcun diritto di parlare e di agire.

Certamente essi volevano che il Messia fosse come se lo immaginavano, ma questo strano profeta, i cui natali stavano in un luogo assolutamente insignificante, da qualsiasi punto di vista lo si vedesse, non vuole uniformarsi a questa esigenza.

Non solo, GESÙ RIVELA IL PADRE, COME EFFETTIVAMENTE IL PADRE È, e non come l’auditorio vorrebbe che fosse.

E, chiede, allora, come fino alla fine dei secoli, la NOSTRA conversione nel modo di pensare e di agire.

Mai come nel nostro tempo siamo alle prese con la dittatura del relativismo che è una tirannia diabolica che allontana gli uomini da Dio e li avvicina “al padre della menzogna

Nostro Signore, invece, ci insegna che la verità è integra, pura e militante.

E, ai giudei Gesù parla chiaro e tondo, senza mezze parole né omissioni, dicendo “….voi non credete perché non fate parte delle mie pecore”..

E poi profetizza la fedeltà di tutti i martiri, e dei santi lungo la Storia:

  • “….Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre”.

È una provocazione fortissima, che equivale a dire “….lo so che farete di tutto per distruggere il mio gregge, ma non ci riuscirete. Voi avrete i poteri del mondo, ma comunque il Padre è Dio, e contro Dio nessuno può!

Gesù riprende la parabola del Buon Pastore che conosce le sue pecore e loro lo conoscono.

Questo mutuo intendimento – tra Gesù che viene in nome del Padre e le persone che si aprono alla verità – è fonte di vita eterna.

Questa unione tra il creatore e la creatura attraverso Gesù supera la minaccia di morte “…non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano!”

Stanno in salvo e al sicuro e, per questo, in pace ed in piena libertà.

Qui sta la verità che il Signore rivela nell’uso del paragone col pastore bello (“ho’ kalòs”) ed il suo richiamo.

Il “padre della menzogna” può tentare di imitarlo, ma le pecore non si lasciano ingannare.

Perché è solo il richiamo del vero Pastore che provoca la loro reazione in risposta.

Esse lo sentono, lo seguono perchè hanno fiducia.

Le parole e le azioni di Cristo non arrivano a farlo conoscere come Messia: manca un elemento essenziale, cioè la FEDE.

Questa risposta è riservata a chi appartiene al Buon Pastore: Egli conosce le sue pecore ed esse conoscono lui.

I Giudei possono servirsi della persuasione o della persecuzione, ma non attireranno a sé i discepoli del Signore.

Qual è il fondamento di questa certezza? È molto semplice: IL PADRE, che è più grande di tutti.

E, agli occhi degli ebrei, l’espressione di Cristo “io e il PadreINDICA UN’UNICA PERSONA.

E, ai loro occhi, UN’AFFERMAZIONE DEL GENERE È UNA BESTEMMIA, mentre per i discepoli riassume tutto l’insegnamento di Gesù.

Sta quindi in questa affermazione la radice del conflitto che convince i Giudei ad annientare Gesù e disperderne i discepoli.

Quindi la questione è grave… e viene posta in questi termini… ma Gesù è davvero il Figlio di Dio?

I Giudei l’accusano di proclamarsi Dio, ma, in realtà, la verità è però un’altra e sta nel fatto che IN GESÙ, DIO SI FA UOMO.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!