23.12.2023 – SABATO FERIA PROPRIA – LUCA 1,57-66 “…Che sarà mai questo bambino?”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

 Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 1,57-66

 

+ In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

A pochi gioni in cui siamo chiamati a rivivere il mistero del Natale, la liturgia torna a proporci la figura di Giovanni Battista, non come ardente e tempestoso profeta da ascoltare e seguire, ma come bimbo che nasce portando con sé una grande gioia e una speranza per tutti.

Generare implica anche dare il nome, definire la sua identità, e la sua appartenenza alla famiglia di origine.

PERCHE’ IL NOME, PER GLI EBREI, RAPPRESENTA L’ESSENZA STESSA DELLA PERSONA, LA SUA NATURA.

E, nel Vangelo di Luca, seguendo questo cammino conoscitivo,troviamo molte evocazioni dell’Antico Testamento.

I primi due capitoli del suo Vangelo, sono uno specchio, per aiutare i lettori a scoprire che, Giovanni e Gesù, sono venuti a compiere le profezie dell’Antico Testamento.

LUCA VUOLE DIMOSTRARE CHE DIO, ATTRAVERSO I DUE BAMBINI, È VENUTO A RISPONDERE ALLE PIÙ PROFONDE ASPIRAZIONI DEL CUORE DELL’UOMO.

Da un lato, Luca mostra che il Nuovo Testamento realizza ciò che l’Antico prefigurava.

Dall’altro, mostra che il Nuovo Testamento, supera l’Antico Testamento, e non corrisponde a ciò che la gente dell’Antico Testamento immaginava e sperava.

In questo contesto, la storia della salvezza descrive il passaggio dal vecchio al nuovo, come un tempo di silenzio: LA PAROLA, TOLTA AL TEMPIO E AL SACERDOZIO, SI STA INTESSENDO NEL GREMBO DI DUE MADRI.

Dio traccia la sua storia sul calendario della vita, e non dentro i confini stretti delle Istituzioni, SIA PURE FOSSERO QUELLE RELIGIOSE.

E, nell’atteggiamento di Elisabetta e Zaccaria, di Maria e di Giuseppe, Luca rappresenta un modello di come convertirsi e credere nel Nuovo che sta giungendo.

E, in questo scenario, contempliamo oggi la nascita di Giovanni Battista.

Già dall’annuncio della sua nascita abbiamo visto fatti che ci parlavano della presenza di Dio, fatti di amore che sono entrati nella storia per rinnovarla e riorientarla.

Fratelli e Sorelle, ricordiamoci sempre che la nascita dei santi costituisce una gioia per molti, PERCHÉ IL SANTO È UN DONO CHE DIO FA ALL’UMANITÀ.

Ogni opera misericordiosa che Dio decide di realizzare, è tale che arreca gioia non solo a chi la riceve, ma anche a quelli che sanno riconoscerla e sono pronti ad esaltarla.

Gli eventi però, vanno accolti nel cuore, e chi li accoglie deve mettersi “sulla stessa lunghezza d’onda”, sulla quale Dio trasmette.

Nei capitoli 1 e 2 del vangelo, Luca descrive l’annuncio e la nascita dei due piccoli, Giovanni e Gesù, che occuperanno un posto importante nella realizzazione del progetto di salvezza di Dio.

E, ciò che Dio ha avviato nell’AT, comincia a realizzarsi, ora, grazie a loro.

Con questi due bambini la storia compie un giro di 180 gradi, ed inizia il tempo della realizzazione delle promesse di Dio, grazie anche alla collaborazione dei genitori dei due bambini, rispettivamente Elisabetta e Zaccaria e Maria e Giuseppe.

Ma, a ben guardare, si vede subito che c’è un certo parallelismo, tra l’annuncio e la nascita dei due bambini:

  • L’annuncio della nascita di Giovanni (Lc 1,5-25) e quello di Gesù (Lc 1,26-38).
  • Le due mamme incinte si incontrano e sperimentano la presenza di Dio (Lc 1,27-56).
  • La nascita di Giovanni (Lc 1,57-58) e quella di Gesù (Lc 2,1-20).
  • La circoncisione nella comunità di Giovanni (Lc 1,59-66) e in quella di Gesù (Lc 2,21-28).
  • Il canto di Zaccaria (Lc 1,67-79) e il canto di Simeone con la profezia della vecchia Profetessa Anna (Lc 2,29-32).
  • La vita nascosta di Giovanni (Lc 1,80) e la vita nascosta di Gesù (Lc 2,39-52).

Non è facile scoprire il giorno in cui il Signore, ci fa visita, se il cuore non è riconciliato con Dio e mentre l’amore umano tende a impossessarsi del bene che trova nel suo oggetto, L’AMORE DIVINO CREA IL BENE NELLA CREATURA AMATA.

Lo Spirito Santo percorre sempre nuove strade, che non sempre è facile capire, ma che occorre scoprire e seguire.

Tenendo sempre ben presente che, ogni volta che Dio o la Sua volontà fanno irruzione nella vita dei singoli come in quella dei tanti, succedono sempre degli avvenimenti che stravolgono la norma, la tradizione o l’abitudine.

È quindi possibile affermare che la prima parola scritta del Nuovo Testamento sia stata Giovanni, cioè “Dio è grazia”, o “Dio è benevolenza”, quando l’ultima scritta dell’Antico è “sterminio, parola con la quale si conclude il libro di Malachia 3,23-24:

  • “23Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, 24 perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio”.

Si…Dio ha cambiato “registro”… e ce lo comunica attraverso segni, simboli e profeti.

Noi pure abbiamo i nostri Elia, i nostri Battista, i nostri segni: precedono, preparano con moniti, con richiami di uomini e di cose, di parole e di eventi, ma molto spesso non ci accorgiamo della loro presenza, ne’, se li vediamo, intendiamo seguirli.

Ma possiamo anche ricordare quelle parole con cui inizia il Vangelo di Giovanni, “…in principio era il verbo”, presenza rilevabile in quel “facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (di cui ci parla Genesi 1.26), IN CUI LA PAROLA ERA DESTINATA A RIVELARSI NELLA DISPENSAZIONE DELLA GRAZIA.

E vorrei chiudere, evidenziando un piccolo dettaglio, apparentemente insignificante.

Agli occhi dei presenti, Zaccaria concorda con la moglie.

MA IN REALTÀ AVVIENE PROPRIO IL CONTRARIO: è lui che ha comunicato ad Elisabetta cià che l’Angelo gli ha detto (Lc 1,13 “…ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni”).

Ed Elisabetta CREDE E ACCOGLIE LA PAROLA CHE DIO LE HA DONATO ATTRAVERSO IL SUO SPOSO.

Che meraviglia!!!

Ho le lacrime agli occhi!!!

La comunione coniugale appare talvolta una conquista faticosa, ma quando gli sposi si pongono in docile ascolto di Dio, trovano più facilmente la via dell’unità.

E, DI CONSEGUENZA, LA SCELTA DEL NOME RAPPRESENTA PER ZACCARIA ED ELISABETTA UNA CONFESSIONE DI FEDE.

Accogliendo la Rivelazione, e difendendo questa scelta, gli sposi manifestano la piena accettazione della volontà di Dio.

Non sanno quale sarà il compito di quel bambino, ma comprendono fin d’ora, che Dio gli affida una particolare missione.

E, QUEL NOME NUOVO, CHE NON SI INSERISCE NELLA LINEA GENEALOGICA, ANNUNCIA CHE DIO VUOLE INAUGURARE IL TEMPO DELLA NUOVA ALLEANZA PROMESSA AI PROFETI.

E questo perchè, IL NOSTRO DIO, è sempre pronto a fare cose nuove, e non si stanca mai di “…mandare, il Suo Spirito, per rinnovare la faccia della terra”.

Fratelli e Sorelle, questa sia la nostra certezza.

Il Signore Dio non farà mancare al suo popolo profeti che trasmettano in modo adeguato IL MESSAGGIO DI UNA SALVEZZA CHE È TUTTA DA ACCOGLIERE, ma anche tutta da costruire, attraverso il nostro impegno cristiano.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!