23.11.2023 – GIOVEDI’ XXXIII SETTIMANA P.A. A – LUCA 19,41-44 “Se avessi compreso quello che porta alla pace!”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 19,41-44

+ In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Luca nel Vangelo odierno ci presenta, ancora, il Signore Gesù, in cammino verso Gerusalemme, OVE SI COMPIRÀ IL SUO MISTERO DI PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE.

Contemplando dall’alto il panorama della città (è il famoso Dominus flevit dei luoghi santi di Palestina), Gesù si commuove e scoppia in un pianto dirotto.

Questo pianto del Signore sulla sua città è sconvolgente e ci lascia pensosi e turbati.

Perché la Scrittura ci racconta queste lacrime del “vero Uomo e del vero Dio”?

Esse rappresentano l’estremo appello profetico di Gesù alla conversione dell’umanità.

Quella di Gesù è l’ultima “visita” del Signore al suo popolo, una venuta che potrebbe portare la pace e la salvezza definitiva, già annunziata dalle Scritture e dai Profeti.

Ma di fronte alla cecità e al rifiuto ostinato di Gerusalemme, a causa dei suoi rappresentanti, non resta che l’annuncio della rovina.

La città è stata cieca e non ha compreso e afferrato l’occasione propizia: «quello che porta alla pace è stato nascosto ai tuoi occhi».

LA FORMA PASSIVA USATA (PASSIVO TEOLOGICO) NON ATTRIBUISCE PERÒ A DIO LA COLPA DELLA PROPRIA CECITÀ.

MA CI DICE CHE ESSA È IRRIMEDIABILMENTE COLPEVOLE, E DI FRONTE AD ESSA GESÙ NON PUÒ FARE NULLA, PERCHÉ È IMPOTENTE DI FRONTE AL LIBERO RIFIUTO DELL’UOMO.

RAGION PER CUI NON GLI RIMANE CHE PIANGERE…

Rifiutare Gesù EQUIVALE A RIFIUTARE LA «VISITA» DI DIO. ESTREMA E FORSE UNICA OCCASIONE CHE NON BISOGNA LASCIAR PASSARE INVANO.

Questa occasione è indicata come «quella che porta alla pace» e rifiutare Gesù significa rifiutare la pace.

Il termine usato è “SHALÒM”, che nella Bibbia assume sempre un significato globale e onnicomprensivo, e comprende tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per una vita buona e santa.

Nel Vangelo Gesù annuncia un’altra guerra, che porterà alla sconfitta:

  • “Ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro dite e non lasceranno in te pietra su pietra”.

E GESÙ PIANGE SULLA SUA CITTÀ CHE NON HA CAPITO “LA VIA DELLA PACE”.

Piange davanti all’inspiegabile e malsana reazione dei suoi concittadini, davanti al maldestro esercizio della libertà che, invece di avvicinarci alla felicità, ce ne allontana drammaticamente…

Piange davanti alla violenza che già vede, in embrione, serpeggiare nei cuori di chi già sogna un nuovo futuro per Israele, che nei secoli si concretizzerà in continue guerre. Come accade oggi tra Israele e Hamas.

E QUEL PIANTO CI SVELA LA PROFONDA UMANITÀ DI DIO, LA SUA PASSIONE, IL SUO CUORE FERITO.

E il Signore contempla con profondo dolore la fine della città ribelle a Dio e a quel Vangelo di Salvezza che il Padre gli ha affidato.

Mentre Lui, il Figlio di Dio, sa che Gesù, in mezzo a due delinquenti appesi all’infamante supplizio della Croce, Lui pure sarà lassù: EGLI E’ L’INNOCENZA PERSONIFICATA CHE LIBERAMENTE ACCETTERÀ DI MORIRE IN CROCE PER LA SALVEZZA DI TANTI FRATELLI.

MA FACCIAMO BENE ATTENZIONE.

Gesù non piange per il fatto d’essere Lui la vittima più innocente del mondo che verrà uccisa in croce.

Il testo ci dice che pianse su Gerusalemme, su quegli abitanti, talmente ciechi in cuore da non aver affatto colto una Verità bruciante: ciò che occorreva, e sempre occorre, per la pace degli uomini è l’accettazione umile e consapevole della Volontà di Dio.

E di quel progetto che è salvezza per chi lo “fa suo” a cuore sereno, nella piena fiducia e aderenza in Colui che è “progettista perfetto” dell’Amore.

Gesù, nel rifiuto dell’uomo all’amore di Dio, vede quell’uomo che Dio ha rincorso per abbracciarlo, ma che è scappato per non farsi abbracciare.

E vede quest’uomo che si è rinchiuso dentro il suo peccato, rifugio assurdo eppure plausibile per l’uomo disperato.

Ora Gesù deve entrare lì dentro il peccato dell’uomo, dentro la sua maledizione.

L’ultimo atto di Gesù è quello di morire in croce, come maledetto.

SOLO COSÌ POTRÀ DENUDARE L’UOMO DELLA SUA FOGLIA DI FICO, SOLO COSÌ, DIO LO POTRÀ DI NUOVO RIABBRACCIARE.

Ma in attesa di questo evento Gesù piange.

Piange come una madre che non si sente amata dal figlio, ma pur continua ad amarlo.

Non è il poco amore dei suoi figli che la muovono al pianto, QUANTO L’IMPOTENZA A RAGGIUNGERE IL CUORE DEL SUO AMATO.

Quanta tenerezza in questa immagine della chioccia.

Eppure gli uomini sceglieranno tra poco il loro protettore: CESARE E RIFIUTERANNO UFFICIALMENTE GESÙ.

Sant’Agostino soleva ripetere:”Ho paura del Signore che passa!

Fratelli e Sorelle, se facciamo ricorso al vangelo di Giovanni, capiremo meglio la negazione di questo amore:

  • “Pilato disse ai giudei: ‘Ecco il vostro re!’. Ma quelli gridarono: ‘Via, via, crocifiggilo!’. Disse loro Pilato: ‘Metterò in croce il vostro re?’. Risposero i sommi sacerdoti: ‘Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare’. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso” (Gv 19,14-16).

La dichiarazione pubblica e solenne dei sommi sacerdoti manifesta senza equivoci il rifiuto di Dio e del suo Cristo come re e salvatore d’Israele, e la scelta di Cesare come loro re e salvatore.

I suoi contemporanei, ma anche noi, pur sollecitati alla FEDE, con i segni e i prodigi, sono rimasti colpevolmente nella loro ottusa cecità.

Ed hanno dimenticato, come noi dimentichiamo spesso, CHE NON HA PIÙ SENSO ESISTERE QUANDO SI PERDE LO SCOPO PER CUI SI È STATI FATTI.

COME NON AVRÀ PIÙ ALCUN SENSO QUELLA CITTÀ E NEANCHE IL SUO TEMPIO, LUOGO DELLA DIMORA DI DIO, CHE TALE PIU’ NON E’.

E di essi non resterà che, pietra su pietra.

UNA CHIESA SENZA CRISTO E SENZA FEDELI È SOLO PIETRA.

E ricordiamoci sempre che è una gravissima responsabilità NON RICONOSCERE IL TEMPO DELLA VISITA DEL SIGNORE.

E’ venuto,ha bussato alla porta del tempio dove sembrava tutti l’attendessero, ma nessuno gli ha aperto.

Ma Egli non si è perso d’animo

Si è rifugiato in una grotta e da lì, ricominciando DA UNO, su quella roccia ha edificato la sua chiesa.

Fratelli e Sorelle, vi scongiuro!

La salvezza è qui davanti a noi, è quella mano che Dio tende agli uomini come ben dipinge Michelangelo centro della volta della Cappella Sistina.

 

 

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!