23.05.2023 – MARTEDI’ 7′ SETTIMANA DI PASQUA A – GIOVANNI 17,1-11 “Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 17,1-11

+ In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il capitolo 17 del vangelo di Giovanni è il finale di una lunga riflessione di Gesù, iniziata nel capitolo 15, sulla sua missione nel mondo.

Le comunità conservarono queste riflessioni per poter capire meglio il momento difficile che loro stavano attraversando: tribolazione, abbandono, dubbi, persecuzione.

La lunga riflessione termina con la preghiera di Gesù per le comunità. In essa spuntano i sentimenti e le preoccupazioni che, secondo l’evangelista, abitavano Gesù in quel momento in cui stava uscendo da questo mondo e andando verso il Padre.

Con questi sentimenti e con questa preoccupazione Gesù ora si trova davanti a suo Padre, intercedendo per noi.

Per questo, la Preghiera Sacerdotale è anche il Testamento di Gesù, che ci parla dell’Amore infinito di Dio per l’uomo.

Ha detto un Padre della Chiesa, Sant’Ireneo, Vescovo di Lione “…la Gloria del Dio vivente è l’uomo su questa terra“.

Davvero la nostra dignità di gente creata per amore dall’Onnipotente Iddio è molto grande.

Si tratta però di coglierne l’origine e il senso.

La glorificazione è luce piena che Dio ci dona quando noi viviamo nostri giorni “compiendo l’opera” che Lui stesso ci ha affidato.

Ogni esistenza, ogni persona, non è gettata lì a caso.

Ognuno ha il suo compito e ogni compito è importante, anche quello, agli occhi del mondo, più umile.

E allora siamo chiamati a vivere la vita dell’Eterno Dio, in noi. conoscendo sempre di più il Padre celeste e Gesù Cristo, suo figlio e Nostro Signore.

Ma deve essere una conoscenza totale, assoluta: nell’intelligenza, negli affetti, nelle azioni.

Ma come farlo? Dobbiamo farlo, in questa vita, “abitandola conoscenza del Padre attraverso la lettura della sua Parola, meditandola, “ruminandola”, interiorizzandola, per dare verità e credibilità alla speranza che è in noi.

Troppe volte ci accontentiamo di una fede povera, spesso inesistente: paradossalmente in un mondo dove si richiede professionalità e formazione su tutto, LA FEDE RESTA QUALCOSA DI LEGATO A QUELL’EMOTIVITÀ, CHE NON È IN GRADO DI DARE RAGIONE DELLA PROPRIA SPERANZA.

Se vogliamo crescere nell’AMORE e NELLE COSE DI DIO, dobbiamo imparare a:

  • conoscere il Padre con gli affetti: la nostra non è una FEDE solo intellettuale ma deve lasciarsi abbracciare da quella tenerezza di Dio che conforta e incoraggia, che scruta e riempie.
  • Conoscere il Padre che informa e trasforma le nostre scelte. Fino a che la FEDE non inciderà sulla nostra vita, ne determinerà le scelte, e non resterà solo un evento marginale.
  • Conoscere Dio. Ovvero a conoscere e condividere la vita dell’Altissimo.

Ma torniamo al testo giovanneo odierno.

Giovanni evangelista ci consegna, oltre al discorso che Gesù fa ai discepoli dopo l’ultima cena, la splendida preghiera sacerdotale che Gesù rivolge al Padre.

Leggendo e meditando questa preghiera impariamo anche noi il vero e profondo significato della preghiera cristiana.

Impariamo che il discepolo deve rivolgersi a Dio con fiducia, non deve temere di chiedere, deve realizzare un rapporto intimo con il suo Signore, per mezzo DEL NOME DI GESU’.

Spesso però noi non sappiamo che cosa chiedere o come chiedere. E, venendo in nostro soccorso, il Signore ci insegna a rivolgerci al Padre con naturalezza e semplicità e a chiedere tutti quei doni necessari per la nostra “vita eterna” ossia della conoscenza dell’unico vero Dio e di colui che egli ha mandato, Gesù Cristo.

Colui al quale il Padre ha dato il “potere” di donare “la vita eterna” a tutti gli uomini.

Un potere che il Cristo ha trasmesso, per sempre, alla Chiesa, Sua Sposa.

Per cui, come il Figlio ha “glorificato” il Padre sopra la terra compiendo “l’opera” ossia la missione salvifica, così la Chiesa glorifica il Padre prolungando la stessa missione nel tempo.

Donando cioè a tutti “le parole” e “le cose” che il Figlio ha ricevuto dal Padre, i doni della salvezza, PAROLA, SACRAMENTI e CARITÀ.

Ma tutti dovranno conservare L’UNITA’ NEL SUO AMORE E NEL SUO NOME.

Perché l’unità nella Chiesa ha uno scopo. Quello di far conoscere, in modo credibile, al mondo, che Gesù è l’inviato del Padre e che i discepoli di tutti i tempi, in cammino sulle strade della storia, sono amati dal Padre.

In forza di quest’amore, poi, che ha la sua sorgente nel Padre e attraverso il Figlio passa nei credenti, il Cristo desidera che i suoi discepoli camminino nel Suo Nome e vedano la sua gloria, AFFINCHÉ L’AMORE DEL PADRE, DEL FIGLIO E QUELLO DEI CREDENTI VENGA CONSUMATO NELLA PERFETTA UNITÀ.

Mi rallegra e mi conforta pensare che Gesù ha pregato anche per noi, per la nostra povera Fede, per la nostra santità, per la nostra unità.

E, allo stesso modo della sua PAROLA, anche la sua PREGHIERA travalica i secoli e RAGGIUNGE L’UOMO D’OGNI TEMPO.

Anche noi, come i discepoli, testimoni della sua gloria, POSSIAMO AVVICINARE IL VERBO FATTO CARNE NELLA PREDICAZIONE, NELLA FEDE ECCLESIALE, NELLA PREGHIERA.

Fratelli e Sorelle, l’INCARNAZIONE continua di secolo in secolo.

ALLO STESSO MODO DELLA PAROLA DI DIO, CHE CONTINUA A VIVERE NELLA BUONA NOVELLA CHE IL POPOLO DI DIO VIVE E TRASMETTE, IMMUTATA AI FRATELLI E ALLE SORELLE D’OGNI TEMPO.

L’unità per la quale Gesù prega è il primo segno della continuità di questa rivelazione vivificante, attraverso i secoli, che ci permette di accostarci, con un contatto permanente e diretto, alle sorgenti pure e fresche della nostra fede.

E QUESTA CONTINUITÀ È UN RIFLESSO, NEL TEMPO E NELLO SPAZIO, DELL’UNITÀ DEL PADRE CON IL FIGLIO E CON LO SPIRITO SANTO.

Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica:

  • «La tradizione cristiana a ragione la definisce la “preghiera sacerdotale” di Gesù. È quella del nostro Sommo Sacerdote, è inseparabile dal suo Sacrificio, dal suo “passaggio” [pasqua] al Padre, dove egli è interamente “consacrato” al Padre» (n.2747).

Storicamente questa preghiera di Gesù è comprensibile nella sua estrema ricchezza soprattutto se la collochiamo sullo sfondo della festa giudaica dell’espiazione, lo Yom kippùr.

In quel giorno, il Sommo Sacerdote compie l’espiazione:

  • prima per sé,
  • poi per la classe sacerdotale
  • e infine per l’intera comunità del popolo.

Lo scopo è quello di ridare al popolo di Israele, dopo le trasgressioni di un anno, la consapevolezza della riconciliazione con Dio, la consapevolezza di essere popolo eletto, «popolo santo» in mezzo agli altri popoli.

La preghiera di Gesù, presentata nel capitolo 17 del Vangelo secondo Giovanni, riprende la struttura di questa festa.

Gesù in quella notte si rivolge al Padre nel momento in cui sta offrendo sé stesso.

Egli, sacerdote e vittima, prega per sé, per gli apostoli e per tutti coloro che crederanno in Lui, per la Chiesa di tutti i tempi (Gv.17,20).

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!