23.03.2023 Giovedì della IV settimana di Quaresima A – GIOVANNI 5,31-47 “Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza“.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo GIOVANNI 5,31-47

+In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Gesù ha guarito il paralitico di Bethesda e ora viene duramente contestato per avere compiuto il miracolo nel giorno di sabato. Poco importa se ha liberato un paralitico dalla sua schiavitù.

La guarigione del paralitico alla piscina di Bethesda in giorno di sabato ha provocato una vivace discussione fra Gesù e i suoi avversari, una specie di processo che mette Gesù sul banco degli imputati.

E Gesù affronta la discussione con gli argomenti dei suoi avversari, ricorrendo alle procedure del tempo: nessuno può difendere sé stesso ma solo la presenza di altri testimoni possono discolpare un imputato dall’accusa, e a sostegno della sua missione divina presenta quattro testimoni.

Divenendo a sua volta accusatore, polemizza con i suoi oppositori denunciando la loro malafede, che li porta a prendere gloria gli uni dagli altri e a non accogliere Gesù che viene nel nome del Padre.

Quindi argomenta: se non credono alla sua parola possono credere alla testimonianza del Battista o alle opere che egli compie (i segni, ad esempio) o provare a vedere nella Scrittura quanto si riferisce a lui…

Se avete notato, nel testo si parla undici volte di testimoniare e di testimonianza.

E la testimonianza ad altri o ricevuta da altri È LA TRASMISSIONE DELLA VERITÀ CHE DI MANO IN MANO SI ARRICCHISCE.

E se la testimonianza è vera ed è dettata dall’amore, ecco che produce LIBERTÀ E VITA.

Se la testimonianza è falsa produce SCHIAVITÙ E MORTE. E quindi è proprio sulla testimonianza e sulla qualità della testimonianza che si gioca l’esistenza dell’uomo.

E l’oggetto della testimonianza è il bisogno fondamentale dell’uomo: L’ESSERE O NON ESSERE FIGLIO AMATO, perché L’UOMO È IN QUANTO “FIGLIO”.

E i destinatari della testimonianza siamo tutti noi, perché, incontestabilmente, ogni uomo è fatto per la verità.

Ma cerchiamo di contestualizzare il brano odierno. Gesù si trova in un processo e l’oggetto di questo processo È LA CONTESA SUL SENSO DELLA LEGGE, DI DIO E DELL’UOMO.

Gesù è accusato di bestemmia, è accusato di violazione della Legge sullo Shabbàt e Gesù vuol provare che lui non bestemmia ma dice la verità, e non trasgredisce alcuna norma della Toràh, MA FA LA VOLONTÀ DI DIO.

E allora deve esibire i testimoni e a sostegno della sua missione divina il Maestro di Nazareth presenta quattro testimoni:

  1. il Padre,
  2. il Battista,
  3. le proprie opere,
  4. i Profeti e la Scrittura.

Anzitutto Gesù si appella alla testimonianza di Dio, espressa prima in un personaggio misterioso e senza nome e poi ripresa in seguito, in forma esplicita, con l’appellativo di Padre.

Gesù fa appello alla testimonianza del Padre: ESSA È VERA, FORTE, INOPPUGNABILE, INCONTESTABILE. L’uomo può ingannarsi nei suoi giudizi, Dio no.

E anche se il Battista ha reso viva e fedele testimonianza a Cristo CHE È LA VERITÀ (Gv 14,6), Gesù non ha bisogno di una testimonianza umana.

Egli si è appellato alla testimonianza del Battista solo per favorire la salvezza dei suoi interlocutori.

La testimonianza del Battista ha avuto lo scopo di favorire LA FEDE DI TUTTI, soprattutto dei giudei (Gv 1,7). Ecco perché il Battista aveva preparato e favorito la rivelazione di Gesù a Israele (Gv 1,31).

Le autorità religiose di Gerusalemme vollero essere illuminate dalla parola del Battista, e per tale ragione gli mandarono un’ambasceria (Gv 1,19ss).

Ma purtroppo non accettarono la sua testimonianza; non vollero riconoscere Gesù come Messia e Figlio di Dio, nonostante la proclamazione chiara ed esplicita del Battista (Gv 1,29ss).

Dopo aver citato in suo favore la testimonianza del Battista, Gesù ne porta una maggiore: le opere che compie, TRA LE QUALI OCCUPA UN POSTO DI PRIMO PIANO LA RISURREZIONE DEI MORTI.

Si appella poi alle Scritture, ma i giudei che non credono in Gesù, non credono neppure in Mosè, non sono veri figli di Abramo, ma sono discendenti del diavolo (Gv 8,39-44): la loro mancanza di fede smentisce la venerazione che dicono di avere verso questi padri del popolo eletto.

E ne discende che essi non credono neppure in Mosè.

Ma così non deve accadere a noi! PER NOI IL FONDAMENTO DELLA NOSTRA FEDE È LA TESTIMONIANZA DELL’ANTICO E DEL NUOVO TESTAMENTO.

Gli Ebrei del tempo di Gesù avevano l’Antico Testamento, ma non capivano le parole di Mosè su Gesù.

Avevano davanti ai loro occhi i miracoli compiuti dal profeta di Nazareth, ma i miracoli possono essere interpretati in molti modi. Bisogna credere per capirne il loro contenuto.

Gesù desiderava convincerli per dar loro la vita, nonostante ciò, grazie a Dio, molti credettero in lui, ma gli eruditi e gli anziani lo rifiutarono.

E la sua testimonianza non fece breccia nei cuori ostinati, non riuscì a scalfire la granitica sicurezza dei Giudei e la sua PAROLA divenne un duro atto di accusa:

“Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto”. Parole pesanti rivolte ad un popolo che si vantava di custodire la PAROLA SANTA CHE DIO AVEVA TRASMESSO, Egli dice che MAI HANNO DATO ASCOLTO ALLA VOCE DIVINA.

Dio ha parlato con chiarezza ma la sua voce non tocca e non cambia il cuore perché manca una reale disponibilità a mettersi in ascolto.

Capita anche a noi, ancora oggi.

E ci dimentichiamo sempre che non basta aprire la Bibbia, MA OCCORRE APRIRE IL CUORE.

Non basta leggere anche con interesse la Parola, MA OCCORRE INTERIORIZZARLA.

OCCORRE IMPARARE AD ASCOLTARE QUELLO CHE DIO VUOLE DIRCI ATTRAVERSO I FRATELLI.

Una verità antica che san Paolino di Nola raccomandava con queste parole:

“Pendiamo dalla bocca di tutti i fedeli, perché in ogni fedele soffia lo Spirito di Dio” (Epistola 23, 36).

Chiediamo allora, Fratelli e Sorelle, LA GRAZIA DELL’UMILTÀ per riconoscere e accogliere la voce di Dio, anche quando svela verità scomode.

E preghiamo PERCHÉ IDDIO CI DIA IL DONO DELLA FEDE, DELLA SPERANZA E DELLA CARITÀ, PER VEDERE IN GESÙ IL FIGLIO DI DIO E PER ESSERE A NOSTRA VOLTA TRASFORMATI IN FIGLI DI DIO, DIVINIZZATI NELL’UNIONE CON IL FIGLIO UNIGENITO.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!